Conferenza dei donatori per Haiti, l'UNICEF ricorda l'emergenza infanzia

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29/03/2010

Conclusa la Conferenza sulla ricostruzione di Haiti dopo il terribile sisma del 12 gennaio. L'UNICEF e le principali organizzazioni non governative internazionali sottolineano che i bambini sono al centro di questa crisi e devono essere anche protagonisti del cambiamento futuro.

Si è conlusa la Conferenza internazionale dei donatori per Haiti presso le Nazioni Unite. L’UNICEF e le principali ONG internazionali (Save the Children, SOS Children's Villages International, Plan International, World Vision International, Oxfam) concordano sull'importanza di assicurare che i bambini, i giovani e le loro famiglie siano al centro dell’impegno per la ricostruzione del paese.

Tra il 26 febbraio e il 5 marzo 2010 numerosi bambini e giovani haitiani (dai 5 ai 24 anni) hanno partecipato in diverse località del paese a incontri per condividere le proprie opinioni su come dovrebbe avvenire la ricostruzione. In particolare, sono stati discussi gli aspetti della differenza di genere, della prevenzione di violenze e abusi, della riduzione del rischio di catastrofi e dei loro diritti e responsabilità nell’Haiti del post-terremoto.

Per l’UNICEF e per le organizzazioni partner è di fondamentale importanza che i cittadini più giovani di Haiti possano dire la loro nel dibattito sul futuro del loro paese e partecipino alla sua ricostruzione.

Da una recente indagine effettuata su un campione di oltre mille bambini, è emerso con chiarezza che la domanda più pressante dei giovanissimi è per un ritorno a scuola nel più breve tempo possibile.

«Vorrei che i nostri diritti fossero rispettati e che tutti i bambini sapessero quali diritti hanno. Vorrei anche che tutti potessero andare a scuola» ha dichiarato una di loro, la quindicenne Daphmika, di Port-au-Prince.

Haiti è un paese molto giovane. I minori sotto i 15 anni rappresentano quasi il 40% della popolazione, e un altro quinto ha età compresa tra 15 e 24 anni. Eppure, anche prima della tragedia di gennaio, le esigenze di gran parte dei bambini e dei ragazzi erano tutt’altro che soddisfatte.

La mortalità infantile era la più alta dell’America Latina, e diffusissima la malnutrizione. Circa metà dei bambini non frequentava neppure la scuola primaria, poco più di uno su 5 arrivava alla secondaria.

Oggi il governo di Haiti si è impegnato a dare la priorità alle esigenze dei bambini e degli adolescenti, ma le sue capacità di intervento sono drammaticamente limitate a causa delle conseguenze del sisma.

E per oltre un milione di bambini che affrontavano le difficoltà di ogni giorno nelle aree colpite dal terremoto, oggi si aggiungono i rischi provocati dai traumi, dalla perdita di familiari, dagli  spostamenti forzati, dalle minacce incombenti di malnutrizione e malattie.

L’UNICEF e le ONG internazionali, lavorando in stretto coordinamento tra loro e con le autorità locali, stanno aiutando bambini e famiglie con aiuti di emergenza – acqua, cibo, igiene, medicine, protezione, scuole in tenda ecc. -  ma ricordano al mondo che ad Haiti oggi è in pieno corso una vera e propria “emergenza infanzia”.

Occorre una risposta della comunità internazionale per affrontare le conseguenze a lungo termine del terremoto e fare sì che Haiti divenga un luogo in cui i bambini e le loro famiglie possano vivere, e non solo sopravvivere.

I giovani di Haiti sono la risorsa più importante per il cambiamento di questo sfortunato paese.

29/03/2010

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