"Infanzie perdute", il prezzo di un anno di terrore in Nigeria

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12/04/2015

13 aprile 2015 - Secondo il nuovo rapporto dell'UNICEF “Missing Childhoods. The impact of  armed conflict on children in Nigeria and beyond” ("Infanzie perdute. L'impatto del conflitto armato sui bambini, in Nigeria e oltre"), reso pubblico oggi, circa 800.000 minori sono stati costretti ad abbandonare le proprie case a causa del conflitto in corso nel Nord-est della Nigeria, che vede impegnati Boko Haram, esercito nazionale e gruppi di autodifesa civile. 

Lanciato a un anno dal rapimento da parte delle milizie jihadiste di Boko Haram di oltre 200 studentesse nella città di Chibok, il rapporto rivela che il numero di bambini e ragazzi che hanno dovuto sfollare per salvarsi la vita, spostandosi all’interno della Nigeria oppure attraversando il confine con Ciad, Niger e Camerun, è più che raddoppiato in poco meno di un anno.

“Missing Childhoods” sottolinea come il conflitto esiga un prezzo pesante per l'infanzia, in Nigeria e in tutta la regione. 

Minorenni vengono utilizzati da Boko Haram come combattenti, cuochi, facchini e vedette, mentre ragazze e donne sono stuprate, sottoposte a matrimoni forzati o obbligate a lavorare in condizioni servili.

Studenti e insegnanti vengono deliberatamente presi di mira: alla fine del 2014 oltre 300 scuole sono state lesionate o distrutte, almeno 196 insegnanti e 314 studenti uccisi

«Il rapimento delle 230 ragazze di Chibok è solo una delle innumerevoli tragedie che si replicano su dimensione ancora più imponente in Nigeria e nella regione» afferma Manuel Fontaine, Direttore regionale dell'UNICEF per l'Africa occidentale e centrale. «Tantissimi ragazzi e ragazze in Nigeria mancano all'appello: rapiti, reclutati da gruppi armati, uccisi, utilizzati per attentati o costretti a fuggire dalla violenza. Hanno il diritto di riavere la loro infanzia.»

L'azione dell'UNICEF per proteggere i bambini in Nigeria


L’UNICEF ha intensificato la sua risposta umanitaria alla crisi. Nel corso degli ultimi 6 mesi abbiamo fornito sostegno psicologico e sociale a oltre 60.000 minori colpiti dal conflitto in Nigeria, Niger, Camerun e Ciad, per aiutarli ad alleviare i traumi dei loro ricordi e ridurre lo stress emotivo.

L'UNICEF e le organizzazioni partner stanno anche assicurando acqua potabile e servizi sanitari di prima necessità, garantiscono l'accesso all'istruzione con la creazione di scuole provvisorie e forniscono terapie per i bambini affetti da malnutrizione grave.

Per far fronte alla grave carenza di fondi, l'UNICEF esorta i donatori internazionali ad incrementare decisamente il loro sostegno finanziario alle attività umanitarie in Nigeria e nei paesi limitrofi.

A oggi l'UNICEF ha ricevuto soltanto il 15% dei 26,5 milioni di dollari richiesti nell'appello umanitario 2015 per la Nigeria, il 17% dell'appello per il Camerun, il 2% per il Niger e l'1% per il Ciad.
 
 

La campagna #BringBackOurChildhood


L’UNICEF richiama l'attenzione sul devastante impatto che il conflitto sta avendo sui bambini in tutta la regione, con una campagna sui social media incentrata sull’hashtag #bringbackourchildhood.

Su Snapchat - una piattaforma social di messaggi istantanei - alcuni artisti condivideranno immagini e storie basate sui disegni fatti da bambini e ragazzi nigeriani vittime di violenze. Attraverso queste composizioni artistiche, saranno raccontate le storie di bambini che hanno dovuto fuggire dalla loro terra, le ferite della loro anima e le sofferenze che hanno sopportato, come vedere i propri genitori e fratelli uccisi, torturati o rapiti.

A loro volta, gli utenti saranno invitati a condividere immagini e testi su ciò che avrebbero maggiormente rimpianto se - come i bambini nigeriani - fossero stati costretti ad abbandonare la loro casa.

Tali condivisioni potranno avvenire sia sulla stessa piatatforma Snapchat, sia utilizzando altri social network, sempre utilizzando l’hashtag #bringbackourchildhood
Documenti disponibili

Rapporto UNICEF "Missing Childhoods"pdf / 2.61 Mb

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12/04/2015

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