Bambine, il tempo della protezione: un reportage dal Bangladesh - 3

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08/01/2016


(2. Giovani imprenditrici >>)

Il doppio vantaggio dell'istruzione

I Conditional Cash Transfers sono un altro investimento molto efficace per permettere ai bambini di non interrompere gli studi a causa della povertà. Le famiglie devono rispettare determinate condizioni per non perdere il sostegno economico, che rappresenta un aiuto concreto per tutto il nucleo.

Un bambino che non studia corre maggiori rischi di essere sfruttato sul lavoro o di entrare in conflitto con la legge. 

Una bambina che non va a scuola può essere costretta a sposarsi quando il suo corpo è ancora troppo acerbo per diventare madre. L’interruzione degli studi è spesso una conseguenza del matrimonio infantile, ma anche una causa.

Khadiza, al centro nella foto, ha 10 anni e vive nello slum di Korail, a Dacca, uno dei più grandi del mondo. Ha ricevuto un sussidio dall’UNICEF per continuare a studiare. ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015
Khadiza, al centro nella foto, ha 10 anni e vive nello slum di Korail, a Dacca, uno dei più grandi del mondo. Ha ricevuto un sussidio dall’UNICEF per continuare a studiare. ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015


Nello slum di Korail, Khadiza, 10 anni, è una delle bambine beneficiarie del sussidio. A un anno e mezzo, rimasta orfana della mamma, viene affidata dal padre a sua sorella perché se ne prenda cura, benché anche lei abbia una situazione difficile e dei figli da tirare su.

Non è insolito che i bambini vengano affidati a parenti, spesso ai nonni, anche quando i genitori sono in vita. 

Povertà, abbandono, numerosità dei figli, separazioni dei genitori: sono tante le ragioni, è questa non è una storia diversa da quelle di altri paesi, inclusi quelli europei, che hanno conosciuto e conoscono povertà, guerra e disperazione.

La baracca in cui vive Khadiza non supera i dieci metri quadri e ci abitano in otto. C’è ordine, forse perché ci aspettavano, forse perché non c’è quasi niente. 

Lei svuota il suo zainetto sull'unico grande letto della stanza, in cui probabilmente dormono tutti, contenta di mostrarci i suoi quaderni e leggere una storia. 

È una di quei bambini individuati dagli operatori sociali e segnalati al Comitato per la Protezione sociale della comunità come tra i più vulnerabili. Riceve 2.000 taka al mese (circa 25 euro) per sei mesi, che possono essere estesi fino a coprire un anno e mezzo.
 
Grazie a questo contributo, Khadiza può continuare a studiare, mentre la zia è riuscita a risollevare le sorti di tutta la famiglia. Dice che ha investito nella terra da cui ricava il raccolto. Le sue parole ricordano un antico canto degli indiani d’America: “I vecchi dicono che solo la terra dura…”
 

Una 'School in a box” (Scuola in scatola) dell’UNICEF in una classe non formale nello slum di Korail a Dacca.- ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015
Una 'School in a box” (Scuola in scatola) dell’UNICEF in una classe non formale nello slum di Korail a Dacca.- ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015

Poco più in là di questa baracca c’è n’è un’altra “targata” UNICEF: un'aula "informale", in linea con l’architettura in lamiere dello slum.

Non ci sono banchi, i bambini sono seduti a terra e la maestra fa lezione con poco. Appoggiata sul pavimento c’è una “School-in-a-box” dell’UNICEF, una cassa con tutto l’occorrente per fare lezione: libri, matite, quaderni, lavagnette.

Vederla lì tra i bambini restituisce senso al lavoro quotidiano che facciamo, a cinque ore di fuso orario da qui.

08/01/2016

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