Tutti i bambini e gli adolescenti hanno il diritto ad essere protetti da qualsiasi forma di violenza subita nel corso della loro vita, in ogni ambiente.

Oltre al dolore e alle sofferenze che provoca nell’immediato, la violenza compromette il loro sviluppo psico-fisico e ne mina gravemente l'autostima. Per questo il contrasto al fenomeno deve essere prioritario, come stipulato dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, i suoi tre Protocolli opzionali, e richiamato nell’Agenda 2030 e nei relativi Obiettivi di sviluppo sostenibile (5 e 16).

Eppure, la violenza contro i bambini e gli adolescenti viene spesso minimizzata o, peggio ancora, considerata come un aspetto necessario ed inevitabile della loro vita, e così come l’impunità dei perpetratori, può indurre le vittime a credere che ciò che stanno subendo sia normale.

L’azione di UNICEF

L’UNICEF ha reso la prevenzione ed il contrasto alla violenza contro i bambini una priorità dell’intera organizzazione, che rientra in tutte le aree programmatiche di intervento. Tramite la Campagna “End Violence Against children”, l’UNICEF ha messo in luce come i bambini subiscano violenze nel corso di tutte le fasi dell'infanzia e dell’adolescenza, in contesti diversi, e spesso per mano di persone di cui si fidano e con le quali interagiscono quotidianamente.

Nel 2017 il Rapporto UNICEF “Un volto familiare: la violenza nella vita dei bambini e degli adolescenti” ha approfondito quattro ambiti specifici di violenza:

  1. discipline e punizioni violente ed esposizione a violenze domestiche durante la prima infanzia
  2. la violenza a scuola
  3. morti violente tra gli adolescenti
  4. violenza sessuale durante l'infanzia e l'adolescenza

"La violenza è una lezione indimenticabile che nessun bambino ha bisogno di imparare"

Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF

Punizioni corporali violente

300 milioni di bambini tra i 2 e i 4 anni nel mondo subiscono regolarmente violenze dai propri familiari/tutori (circa 3 su 4), 250 milioni di questi sono puniti in modo fisico (circa 6 su 10).

Le punizioni corporali violente (vietate solo in 60 Paesi), nonostante siano ritenute da 1,1 miliardi di genitori/tutori come necessarie per crescere ed educare i figli, sono invece in contrasto con le norme di sviluppo, producendo danni morali e fisici.

UNICEF opera per sensibilizzare i genitori e il pubblico sugli effetti dannosi delle punizioni corporali sul benessere dei minorenni, per promuovere forme alternative, non violente e partecipative di accudimento e disciplina dei minori.

Un bambino cammina accanto ai materassi posati sul pavimento nella sezione femminile del centro di detenzione di Al-Nasr a Zawiya, in Libia, domenica 20 agosto 2017.

Violenza sessuale durante l'infanzia e l'adolescenza

La violenza sessuale si verifica contro i bambini di tutte le età: 15 milioni di ragazze tra i 15 e 19 anni hanno subito episodi di violenza sessuale nella loro vita, e 2,5 milioni di giovani donne di 28 paesi europei riportano di aver subito episodi di violenza sessuale prima dei 15 anni.

Anche se la mancanza di dati non deve far pensare che i ragazzi siano esclusi da questo tipo di violenza, i dati suggeriscono che le ragazze sono generalmente a rischio più elevato. Indipendentemente dal tipo di violenza sessuale subita o dalle circostanze, la maggior parte delle vittime mantiene il loro abuso segreto e non cerca mai aiuto.

L'UNICEF supporta iniziative nazionali di criminalizzazione di tutte le forme di abuso e sfruttamento sessuale dei minori, incentivando la creazione di canali sicuri per la loro segnalazione, garantendone la protezione e rendendola obbligatoria per tutti, anche per il personale della Chiesa Cattolica.

La violenza di genere e sessuale caratterizza il prima, dopo e durante dell’esperienza migratoria della maggior parte di donne e ragazze. Spesso esse lasciano il proprio paese di origine per sfuggire a qualche forma di violenza, come un matrimonio precoce, abusi perpetrati dalle famiglie o dai partner o mutilazioni genitali femminili. Come messo in evidenza dal Report della Women's Refugee Commission (WRC), anche uomini e ragazzi sono sottoposti ad alti livelli di violenza sessuale nel loro itinerario verso l’Italia.

Sebbene tutte le rotte migratorie siano pericolose, la rotta del Mediterraneo centrale – tra la Libia e l'Italia - lo è più di qualunque altra.

Le violenze vengono perpetrate all'interno dei centri di detenzione e delle prigioni clandestine in Libia, ai posti di blocco ad opera di gruppi armati, bande criminali o altri soggetti, e per finalità che vanno dall'estorsione, alla punizione, al puro piacere sadico e che comportano spesso profonde crudeltà e torture psicologiche.

Quanto al fenomeno delle mutilazioni genitali femminili (MGF), l’UNICEF ha lanciato nel 2008 un programma congiunto con l’UNFPA (il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) con l’obiettivo comune di sradicare tale pratica, che ogni anno purtroppo riguarda, solo in Africa, più di 4 milioni di bambine e giovani donne.

La strategia utilizzata dal programma UNICEF-UNFPA si basa sul rispetto e la tutela dei diritti umani e coinvolge l'intera comunità, in primo luogo i leader religiosi e le giovani stesse, avviando un cambiamento sociale volto al riconoscimento dell’inutilità e dei danni di tale intervento.

Attualmente norme che vietano le mutilazioni genitali femminili sono in vigore in 19 paesi africani (dei 28 in cui la pratica è diffusa) ed in numerosi Paesi europei.

Anche l’Italia ha approvato nel 2006 la Legge n.7 recante “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”.

Violenza a scuola

Metà degli studenti fra i 13 e i 15 anni – circa 150 milioni – hanno riferito di aver subito violenza da parte dei loro coetanei a scuola e fuori. In Italia, il 37% degli studenti della stessa età ha riferito di essere stato vittima di bullismo a scuola almeno una volta negli ultimi due mesi e/o di essere stato coinvolto in scontri fisici almeno una volta nell'ultimo anno.

Per porre fine alla violenza nelle scuole, l’UNICEF chiede un’azione immediata nell’attuare politiche, normative ed investimenti per proteggere gli studenti dalla violenza nelle scuole, rafforzando le misure di prevenzione e risposta nelle scuole. Inoltre, invita le comunità e i singoli a unirsi agli studenti quando si schierano contro la violenza, e lavorare per cambiare la cultura nelle classi e nelle comunità. Infine, richiede una raccolta dati più completa per prevenire e contrastare i fenomeni di violenza, tra cui il cyberbullismo.

3bambini

su 4 subiscono punizioni violente

1Adolescente

ogni 7 minuti vittima di morte violenta

15milioni

di ragazze (15-19 anni) hanno subito violenza sessuale

Morti violente tra gli adolescenti

Ogni 7 minuti nel mondo un adolescente viene ucciso con un atto di violenza, in particolare nella fascia 15-19 anni. Sebbene gli incidenti mortali nei luoghi di conflitti armati siano comuni, la maggioranza delle morti violente derivano dalla violenza interpersonale.
Nel 2015, si sono verificati circa 51.000 omicidi di adolescenti in tutto il mondo, rappresentando 1 vittima su 9 di quell’anno. Molti fattori – tra cui genere, etnia ed emarginazione sociale - aumentano il rischio di violenza e morte violenta.

In Italia, UNICEF agisce per rafforzare le politiche di rieducazione del minorenne autore di violenza e del miglioramento dell’assistenza alle vittime, dal momento della presa in carico da parte delle forze dell'ordine e del sistema giudiziario al sostegno fisico e psicosociale da parte dei sistemi sanitari e di assistenza sociale.

Violenza di Genere

La violenza di genere rimane un flagello, esacerbato e rafforzato da discriminazione di genere e norme di genere dannose. Le ragazze sono particolarmente a rischio di molestie e aggressioni sessuali, specialmente nell'adolescenza e durante le crisi umanitarie.

È violenza contro le donne “ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà”
(Art.1, Dichiarazione sulla Eliminazione della Violenza contro le Donne).

In Italia, il sistema di protezione e risposta alla violenza di genere risulta essere ancora altamente frammentato, connotato da disparità in termini di quantità e qualità dei servizi e assistenza offerti nelle diverse regioni. Vi è inoltre un’elevata disomogeneità nel livello di preparazione degli operatori addetti ad affrontare le complesse situazioni che coinvolgono i minori più vulnerabili, spesso migranti, tra i sopravvissuti alla violenza di genere.

UNICEF si impegna nella lotta contro le associazioni a delinquere, la tratta e riduzione in schiavitù, il sequestro di persone, i reati di terrorismo, prostituzione e pornografia minorile e contro il turismo sessuale.

DOCUMENTI DISPONIBILI

Osservazioni conclusive italia 2019pdf / 192 kb

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A Familiar Face pdf / 5.09 Mb

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