Repubblica Centrafricana, allarme UNICEF: fermare l'arruolamento di minori

4 minuti di lettura

06/01/2013

L'UNICEF ha annunciato il 4 gennaio di avere ricevuto da fonti credibili la conferma che gruppi ribelli e milizie pro-governative stanno reclutando e coinvolgendo un sempre maggior numero di bambini nei conflitti armati nella Repubblica Centrafricana.

L'UNICEF chiede l'immediata cessazione del reclutamento di bambini da parte di tutti i gruppi armati presenti nella Repubblica Centrafricana ed esorta tutte le parti a proteggere i bambini contro il loro coinvolgimento e l'impatto negativo che provoca il conflitto armato nel paese.

«Nelle ultime settimane, nella capitale Bangui e in tutto il Paese, gruppi ribelli e milizie filo-governative sono diventati sempre più attivi» ha affermato Souleymane Diabate, Rappresentante UNICEF nella Repubblica Centrafricana. «Fonti attendibili ci hanno informato che i bambini sono stati recentemente reclutati tra i loro ranghi. Questi nuovi report ci preoccupano seriamente».
 
«Il nostro team sul terreno sta lavorando con le organizzazioni partner per monitorare, verificare e rispondere alle gravi violazioni dei diritti dei bambini, compreso il reclutamento nei gruppi armati. Quelli più a rischio sono i bambini che hanno perso le loro case, sono separati dalle loro famiglie o sono stati in precedenza associati a gruppi armati»ha aggiunto Diabate.

L'attore EwanMcGregor, ambasciatore UNICEF nel Regno Unito, è testimonial della campagna per la smobilitazione dei bambini soldato nella Repubblica Centrafricana, promossa dal Comitato inglese per l'UNICEF e dal quotidiano The Independent - ©UNICEF UK/2013

L'attore EwanMcGregor, ambasciatore UNICEF nel Regno Unito, è testimonial della campagna per la smobilitazione dei bambini soldato nella Repubblica Centrafricana, promossa dal Comitato inglese per l'UNICEF e dal quotidiano The Independent - ©UNICEF UK/2013


Mille bambini soldato smobilitati, migliaia ancora da liberare

L'UNICEF è impegnato con le altre agenzie delle Nazioni Unite per monitorare le gravi violazioni nei confronti dei bambini nella Repubblica Centrafricana, fra cui il reclutamento e l'impiego dei minori nei gruppi e nelle forze armate, le violenze sessuali, gli attacchi contro scuole e ospedali, le uccisioni e mutilazioni, la sottrazione di minori e il diniego dell'accesso umanitario.

Anche prima del conflitto riesploso nel dicembre 2012, nella Repubblica Centrafricana circa 2.500 bambini di entrambi i sessi erano associati a diverse formazioni armate. Sebbene sia impossibile formulare una stima precisa, i rapporti indicano che questo numero aumenterà certamente a causa del crescente conflitto in corso.

L'UNICEF esprime profonda preoccupazione per l'impatto che il conflitto ha sui bambini del Paese, e condanna il coinvolgimento di ragazzi e ragazze di età inferiore ai 18 anni costretti a combattere, trasportare rifornimenti, svolgere ruoli di supporto ed essere abusati come schiavi del sesso da parte dei soldati adulti.

Dal 2007 l'UNICEF, in collaborazione con le Organizzazioni non governative (ONG) porta avanti il proprio impegno con il Governo e con le fazioni ribelli, e ha ottenuto il rilascio di oltre 1.000 bambini e bambine da parte dei gruppi armati e dei gruppi di autodifesa, favorendo il loro reinserimento nelle famiglie e comunità.
 

Rispettare gli impegni

«I recenti impegni - in ottemperanza al diritto internazionale - assunti dal Governo e da alcuni gruppi ribelli per tenere i bambini fuori dalla lotta devono essere rispettati» ha ricordato Diabate parlando a Yaoundé (Camerun). «Tutte le violazioni devono cessare. È fondamentale che sia fatto tutto il possibile per proteggere questi bambini e mantenere le loro famiglie al sicuro.» 

La pericolosa e precaria situazione della sicurezza sta ostacolando l'assistenza umanitaria alle comunità colpite e ha portato l'UNICEF, la scorsa settimana, a decidere di trasferire 14 persone fra staff internazionale e consulenti.

L'UNICEF ha istituito a Yaounde (capitale del Camerun) un centro operativo per gestire la risposta alla crisi nella Repubblica Centrafricana. Al tempo stesso, grazie a un team di esperti locali, l'UNICEF sta comunque garantendo la presenza di personale nella Repubblica Centrafricana e collabora con una rete di partner locali per proseguire con le attività di emergenza.

Secondo l'UNICEF, più di 300.000 bambini sono già stati colpiti dalle violenze nella Repubblica Centrafricana: oltre a quelli costretti ad arruolarsi, ve ne sono molti che hanno subito separazioni familiari, violenze sessuali, sfollamento forzato e accesso limitato o nullo ai servizi sanitari e all'istruzione.

06/01/2013

News ed Aggiornamenti

Dona 9 euro al mese: 800 90 00 83

Chiama