Un centinaio di studentesse rapite in Nigeria, appello UNICEF per la liberazione

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15/04/2014

Dichiarazione di Manuel Fontaine, direttore dell'ufficio regionale dell'UNICEF per l'Africa occidentale e centrale


16 aprile 2014 - «L’UNICEF condanna duramente il rapimento di circa 100 studentesse tra i 12 e i 17 anni dalla loro scuola  avvenuto lunedì sera nella città di Chibok, nello stato di Borno (Nigeria) e chiede il loro immediato rilascio.

Siamo fortemente preoccupati per il crescente numero di attacchi alle scuole in Nigeria. Nel mese di febbraio, uomini armati non identificati hanno ucciso 53 bambini tra i 13 e i 17 anni, al College del Governo Federale nella città di Buni Yadi, nello Stato di Yobe.

Questi brutali atti di violenza sono inaccettabili. Gli attacchi alle scuole negano ai bambini il loro diritto a ricevere un’istruzione in un ambiente sicuro e possono minacciare il loro futuro. Ovunque accada, il rapimento dei bambini è un crimine ed è illegale secondo le leggi internazionali.

L’attacco di lunedì notte alla scuola di Chibok è durato ore dopo che oltre 70 persone sono state uccise in un attentato alla stazione degli autobus nella vicina Nyanyan, vicino alla capitale Abuja.

L’UNICEF ha espresso la sua più profonda solidarietà a tutte le comunità colpite da questi terribili avvenimenti ed è vicino alle famiglie delle bambine rapite. Chiediamo uno sforzo ancora più grande per la protezione dei bambini in tutta la Nigeria.

Il Governo nigeriano dovrebbe velocemente assicurarsi che tutti i bambini siano riuniti con le proprie famiglie, incolumi, e che possano continuare a ricevere un’istruzione in un ambiente sicuro.»

15/04/2014

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