Bologna

Bologna: i bambini portano Pinocchio nel loro futuro

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28/10/2014

Questo libro è un libro multiforme, che racchiude in sé tante anime e tanti sogni, quanti sono quelli che sono nati – e contiamo che seguiteranno a nascere –  intorno a una mostra molto particolare: “Pinocchio nel paese dei diritti”, della quale tentiamo in questo volume di raccontare la storia… e il futuro.

Da qualche anno l’UNICEF  era impegnata a portare a Bologna la Mostra “Pinocchio nel paese dei diritti”, dopo averne percepito la magia dal video dell’allestimento alla Pinacoteca di Roma e la fascinazione esercitata sui bambini. 

Il progetto era però impegnativo: occorrevano prima di tutto risorse finanziarie, uno spazio adeguato come ampiezza e adatto per accogliere contemporaneamente diverse classi di bambini e, terzo fattore, occorreva disporre di un consistente numero di volontari per guidare le visite delle classi ed essere punto di riferimento per i bambini e le loro famiglie. 

Come sempre, per realizzare progetti impegnativi, occorreva costituire un gruppo di partners per unire le forze e potenziare il volume di investimento e di capacità organizzativa. 

Per le risorse finanziarie l’UNICEF ha potuto contare su un gruppo imprenditoriale che pone da sempre l’obiettivo della solidarietà e dei diritti umani fra i propri valori fondanti. Si tratta di CPL Concordia group, una grande impresa cooperativa che – fra le attività sociali che sostiene – ha dato all’UNICEF e ai diritti dell’infanzia nel mondo un posto significativo da oltre cinque anni. In particolare – è bene sottolinearlo – l’intervento di CPL ha fatto sì che oltre 500 bambini provenienti dalle zone colpite dal terremoto del 2012 visitassero la mostra. 

Per la location della mostra, la sede ideale è risultata quella del Centro Riesco in via Ca’ Selvatica, 7, facente parte del Settore Istruzione del Comune di Bologna, sede che si compone di diverse sale luminose e attrezzate per seminari, riunioni e convegni, che il Comune concede anche, senza oneri, alle associazioni  per le loro attività istituzionali ed educative. 

È nata così  – tra l’UNICEF e il Comune (in primis con Gabriele Ventura e Anna Madia)  -  una collaborazione davvero entusiasta e sinergica, che poi ha trascinato nella stessa passione tutti i volontari dell’UNICEF e i collaboratori comunali  coinvolti nelle attività collegate. . La magia della mostra ha contagiato anche Marilena Pillati, assessore all’istruzione. Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’autore e ideatore della mostra, Benedetto Tudino, autore di molti libri per l’infanzia, la cui produzione creativa ha avuto inizio collaborando, ancora ragazzo, con Gianni Rodari

La mostra, presentata per la prima volta nel 2005, ha incontrato da allora migliaia di bambini e ragazzi, educatori, famiglie. Parte integrante del percorso espositivo è la pubblicazione dell’UNICEF che riporta lo stesso titolo, realizzata allo scopo di raccontare, attraverso la favola di Pinocchio, i diritti stabiliti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. 

La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e divenuta legge dello Stato italiano il 27 maggio 1991, rappresenta il più importante strumento giuridico a disposizione di tutti coloro che si impegnano per un mondo in cui ogni bambino e bambina, ogni ragazzo e ragazza, abbiano le medesime opportunità per diventare protagonisti del proprio futuro. E’ una dichiarazione dal profondo valore etico che invita a fondare sui diritti umani il nostro impegno per migliorare le condizioni di vita dei bambini e dei ragazzi in tutto il mondo.

La storia  di Pinocchio rappresenta un utile e straordinario strumento per comprendere che nel mondo sono milioni i bambini ai quali vengono negati i più elementari diritti, per il “semplice” fatto di essere nati in una parte del mondo, il Sud del mondo. 

La storia di Pinocchio ci aiuta a comprendere che dobbiamo e possiamo fare molto anche per il benessere dei bambini e dei ragazzi che vivono nel nostro Paese. Perché la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è uno strumento attuale, flessibile che riesce a dare risposte puntuali e adeguate a tutte quelle problematiche che coinvolgono i bambini e i ragazzi di  ogni parte del mondo. Ma c’è un altro aspetto che merita la nostra attenzione: la Convenzione non ci dice solo quali sono i diritti che devono essere garantiti ai bambini e ai ragazzi; ci dice anche “come” farlo. 

E questo è di estremo interesse e utilità per tutti coloro che lavorano “per” e “con” i bambini e i ragazzi: educatori, famiglie, rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, del mondo dell’associazionismo,  ecc.

La storia di Pinocchio è anche un mezzo per lavorare con  la fantasia, per “ricostruire”  storie spezzate,  per aiutare Pinocchio a diventare bambino, per aiutare tutti i bambini ad essere considerati reali soggetti di diritto. . 
E allora la mostra di Pinocchio diventa un’occasione  per ascoltare i bambini, per far emergere i loro bisogni, i loro sogni. 

È un’occasione  per prendere in considerazione ciò che i bambini ci dicono: le loro idee, i loro punti di vista, a volte anche i loro silenzi.
Per gli educatori, per le famiglie, gli amministratori locali, per tutti coloro che si occupano di infanzia e adolescenza, può rappresentare un’importante occasione di apprendimento. Perché educare e lavorare con i bambini  è davvero un’eccezionale occasione anche per educare noi stessi. 

La mostra, ripercorsa in questo libro attraverso  una ricca documentazione fotografica  realizzata da Luca Bolognese e  Davide Donati, ha rappresentato la traccia ideale per scoprire la favola di Collodi, che ha accompagnato  da oltre un secolo l’infanzia di tutti i bambini del mondo. In un percorso interattivo composto dalle 27 scenografie,  costruite in legno con l’apporto di grandi maestri artigiani, sono stati rappresentati gli eventi più salienti della storia di Pinocchio, ciascuno associato ad un diritto stabilito dalla Convenzione dei diritti dell’infanzia. Questa parte è stata molto ben approfondita e poi sintetizzata da Manuel Finelli e Anna Madia per estrarne appieno il valore globale dell’educazione ai diritti.

A completamento della mostra è documentata una ricca serie di libri, oltre 400, e di  illustrazioni di Pinocchio dalla fine dell’Ottocento a oggi. Pinocchio è infatti il libro più letto nel mondo, dopo la Bibbia e il Corano.

Parlando di Pinocchio non si poteva omettere di coinvolgere nel progetto anche uno dei più famosi illustratori di Pinocchio, Wolfango, che ha pubblicato il suo Pinocchio in occasione del centenario del volume, nel 1981. Il pittore non solo ha offerto alcune sue tavole da esporre in mostra, ha anche accettato di fare da guida per i bambini in visita alla mostra, interpretando niente meno che lo stesso Collodi. In questo volume inoltre siamo orgogliosi di ospitare le tre nuove tavole realizzate da Wolfango e dedicate a Pinocchio, per ricordare un’opera di immenso valore nella letteratura italiana e mondiale. 

Benedetto Tudino e Wolfango sono stati molto attivi anche nella presenza alla mostra  e nell’incontro diretto con i bambini, gli insegnanti  e i genitori. In particolare Tudino ha tenuto alcuni incontri di formazione per consentire all’UNICEF di assicurare ai bambini delle scuole l’assistenza e la guida alle visite, attraverso una presenza costante che  ha impegnato 42 persone (volontari dell’UNICEF e di altre associazioni, oltre a  giovani studenti universitari e delle scuole superiori, in tirocinio formativo) in molteplici turni durante i 26 giorni della Mostra.  

La mostra ha avuto un grande successo: più di 2.000 bambini accompagnati da oltre 500 adulti – hanno riscoperto la storia del burattino (marionetta!) più famoso del mondo, e con lui hanno lottato, sofferto, gioito, per scoprire insieme che i Diritti dell’infanzia sono un bene supremo, da proteggere e preservare, per costruire insieme un mondo migliore. 

È un risultato importante, raggiunto con la somma di tanti contributi, tanto impegno, passione e condivisione, per cui si formula un ringraziamento globale alle tante persone che hanno offerto con generosità la loro collaborazione. Fra queste, si ringrazia il pittore-grafico Claudio Pesci per aver donato all’UNICEF  il progetto della campagna di promozione e comunicazione della mostra, con manifesti, locandine e pieghevoli.

E ora? Ora la mostra non finisce, come testimonia l’ultima parte di questo volume: più di venti tra i migliori illustratori italiani sono stati catturati dalla magia di questo progetto, e hanno creato per noi nuove illustrazioni che accompagnano la filastrocca di Benedetto Tudino. Per continuare non solo a sognare, ma anche, speriamo, a costruire un mondo migliore per tutti. A cominciare dai bambini.

 
 
 
 
 
 
 

28/10/2014

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