L'UNICEF per i "bambini dimenticati" della Repubblica Centrafricana

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30/10/2014

31 ottobre 2014 - L'UNICEF sta portando aiuti umanitari per migliaia di bambini vittime del conflitto in corso nella Repubblica Centrafricana, mentre nuovi focolai di guerriglia nel nord e nell'ovest del paese e nella capitale Bangui pongono ancora più a repentaglio la sicurezza dei civili e degli operatori umanitari.

Negli scontri che all'inizio di ottobre hanno avuto luogo a Bangui almeno 6 bambini sono rimasti uccisi e 22 feriti. Fra le vittime anche 2 ragazzini brutalmente assassinati con l'accusa di essere delle spie.

L’UNICEF ha anche ricevuto testimonianze di bambini feriti e di donne in gravidanza che non hanno potuto accedere agli ospedali a causa di blocchi stradali o perché temevano di venir presi di mira.

«Dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare questi bambini, che hanno un disperato bisogno di aiuto e corrono il rischio di essere dimenticati dal mondo intero» dichiara Judith Léveillée, Vicerappresentante  dell'UNICEF nella Repubblica Centrafricana.

L'azione dell'UNICEF 

Nel Nord-ovest del paese, l’UNICEF ha garantito un rifornimento giornaliero di acqua potabile per 55.000 persone, dopo avere consegnato carburante e cloro sufficienti per far funzionare per i prossimi due mesi gli impianti di trattamento dell’acqua nelle città di Bossangoa e Bouar.

In previsione di un possibile peggioramento della situazione umanitaria, l’UNICEF ha predisposto scorte di emergenza per i bambini nei suoi 5 uffici operativi sparsi nel paese

Mercoledì prossimo,  5 novembre, un volo speciale della compagnia low-cost norvegese Norwegian Air porterà a Bangui un carico di aiuti UNICEF (farmaci per la cura dell’HIV-AIDS, materiali per la costruzione di latrine di emergenza e alimenti terapeutici per bambini affetti da malnutrizione grave).

L’UNICEF ha predisposto 78 scuole temporanee in varie località del paese, fra cui quelle all'epicentro del conflitto come Kaga Bandoro, Batangafo e Dekoa. Ne beneficeranno circa 15.600 bambini sfollati.
 
L'azione umanitaria prosegue in un clima di crescente pericolosità. «A ottobre, per la prima volta, si sono verificati attacchi diretti contro gli operatori umanitari» sottolinea Judith Léveillée. «Abbiamo bisogno di un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per aiutare i bambini più vulnerabili e le loro famiglie. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di garantici di raggiungere in sicurezza tutti coloro che hanno bisogno del nostro aiuto.»

30/10/2014

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