Sabato di sangue in Centrafrica, ancora giovanissimi fra le vittime

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27/09/2015

28 settembre 2015 – Bambini e ragazzi deliberatamente assassinati sabato scorso, nell'ultima esplosione di violenza a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, dove sono state uccise 36 persone e oltre 100 sono rimaste ferite.

Le prime testimonianze raccolte dalle organizzazioni locali riportano la brutale uccisione di tre ragazzi tra i 16 e i 17 anni (uno di loro è stato decapitato), mentre almeno 4 minori (fra cui due bambine) di età compresa tra i 7 e i 17 anni sono stati feriti da colpi di pistola o da frammenti di granata in un violento scontro a fuoco tra gruppi armati.

Il conflitto nella Repubblica Centrafricana ha costretto le comunità a fuggire nel paese, causando distruzione e il collasso dei servizi di base. Secondo l’UNICEF, nel 2014, ogni giorno è stato ferito o ucciso in media almeno un bambino, mentre fino a 10.000 bambini e ragazzi sono stati reclutati da gruppi armati. Soltanto per la prima metà del 2015, si parla  di 26 bambini uccisi e 110 feriti in scontri.

«Nulla può giustificare il fatto che vengano colpiti intenzionalmente bambini e ragazzi» afferma Manuel Fontaine, direttore UNICEF per l’Africa Occidentale e Centrale. «Questi terribili crimini contro ragazzi e ragazze intrappolati nella violenza fra diverse fazioni devono cessare, e chiunque commetta questi atti deve essere chiamato a risponderne.»
 
 

L'UNICEF in azione per i bambini della Repubblica Centrafricana


L’UNICEF chiede alle parti in conflitto di rispettare i loro obblighi, sanciti dal diritto umanitario internazionale, che proibiscono di fare bersaglio di azioni militari la popolazione civile o infrastrutture come scuole e ospedali.

Quest’ultima ondata di violenze è destinata a peggiorare ulteriormente le condizioni di vita dei bambini nel paese africano, molti dei quali pagano a caro prezzo l'interruzione dei servizi sanitari, l'allarmante aumento della malnutrizione, la chiusura delle scuole e il reclutamento forzato in gruppi armati.

L’UNICEF lavora con le organizzazioni partner locali per proteggere i bambini dalle violenze: fornendo spazi sicuri in cui fare scuola e prestando assistenza psicologica a quelli più traumatizzati, negoziando con i gruppi armati per assicurare il rilascio dei minori in armi e favorendo successivamente il loro reinserimento nelle comunità di appartenenza, laddove possibile.

Nonostante le pressanti urgenze, l’appello umanitario 2015 dell’UNICEF per la Repubblica Centrafricana, pari a 73,9 milioni di dollari, è stato finora finanziato per meno della metà

Quella in Centrafrica è la crisi umanitaria più sotto-finanziata, fra tutte le emergenze in cui l’UNICEF sta rispondendo nel mondo.

27/09/2015

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