World Polio Day, sempre più vicini all'obiettivo "Zero casi"!

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22/10/2015

23 ottobre 2015 – Mai prima d'ora nella storia ci sono stati così pochi bambini, e in così pochi Paesi, a rimanere vittime della polio. Lo ricorda l'UNICEF nella Giornata Mondiale per la lotta alla Polio (World Polio Day) che ricorre oggi. 

Il numero di Stati in cui il virus paralizzante della polio è presente in forma endemica è sceso a soli 2 (Afghanistan e Pakistan), rispetto ai 125 del 1990, ma il nostro obiettivo è uno solo: zero casi, zero Stati. 

«I progressi nella lotta alla polio sono concreti e sotto gli occhi di tutti» commenta Peter Crowley, responsabile della Polio Unit dell’UNICEF. «Ma – e questo è un grande ma – fino a quando tutti i bambini, ovunque nel mondo, non saranno immunizzati in maniera costante e regolare, la minaccia di questa malattia continuerà ad esistere. Non possiamo abbassare la guardia: dobbiamo continuare a lavorare finché non ci sarà più un solo bambino, da nessuna parte del mondo, che non sarà stato vaccinato.»

Appena 3 anni fa la Nigeria era il bacino di più della metà di tutti i casi di polio nel mondo. Quest’anno, per la prima volta nella storia, la Nigeria è riuscita ad interrompere per un anno la trasmissione del poliovirus selvaggio e il mese scorso è stata cancellata dalla lista dei paesi endemici.

Il grande traguardo raggiunto della Nigeria ha portato il paese e l'intero continente africano più vicini che mai ad essere certificati "liberi dalla polio" (polio-free). 

In India, dove un tempo migliaia di bambini ogni anno rimanevano paralizzati a causa della polio, da quattro anni non si registra più alcun caso di infezione. 

Dall'inizio dell’anno, a livello globale ci sono stati solo 51 casi di contagio da poliovirus selvaggio, rispetto ai 242 del 2014.

Questi successi sono il risultato di volontà politica e di leadership da parte dei governi dei Paesi coinvolti, dell'ampio coinvolgimento delle comunità locali, del coraggio e dell’impegno degli operatori sul campo e degli sforzi coordinati dei partner della Global Polio Eradication Initiative (GPEI): l'UNICEF, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi, il Rotary International e la Fondazione Bill and Melinda Gates.

L’UNICEF ha svolto un ruolo di primissimo piano nella GPEI, distribuendo nel solo 2014 ben 1,7 miliardi di dosi di vaccino e organizzando la formazione di decine di migliaia di vaccinatori e operatori di comunità in tutte le aree colpite, dal Pakistan alla Nigeria, aiutando a diffondere la fiducia nelle vaccinazioni nelle famiglie e nei villaggi.

Un altro fattore di successo è stata l'integrazione nelle campagne anti-polio - in particolar modo nella aree più remote e a rischio - di ulteriori interventi per la sopravvivenza infantile  come le altre vaccinazioni di routine, la nutrizione, la pulizia delle mani con il sapone, l'allattamento al seno.
 
 

Il rischio di abbassare la guardia sulle vaccinazioni

Nonostante i progressi, alcuni focolai di polio derivati dal vaccino in paesi come Laos, Ucraina, Guinea e Madagascar hanno evidenziato i rischi che molti Stati continuano ad affrontare a causa di una scarsa copertura delle vaccinazioni di routine

Questi focolai servono a ricordarci la necessità di intensificare gli sforzi per rafforzare i sistemi di vaccinazione di routine e per eliminare ostacoli e disparità nell'accesso dei bambini ai servizi sanitari di base. 

In Ucraina, ad esempio, dove a settembre si sono registrati due casi di re-infezione, meno del 14% dei bambini sono stati vaccinati contro la polio!

«Il nostro obiettivo è di fermare la trasmissione della polio a livello globale nel 2016. Per riuscirci, è indispensabile però che i paesi con bassi tassi di vaccinazione raddoppino i loro sforzi per immunizzare tutti i bambini, ovunque si trovino, per quanto possa essere arduo» conclude Crowley.  

22/10/2015

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