Bangladesh, con l'avvicinarsi della stagione dei monsoni 60.000 bambini rohingya sono a rischio.

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11/02/2018

12 febbraio 2018 - Comincerà ad aprile, e si protrarrà fino a dicembre, la stagione dei monsoni a Cox’s Bazar, il distretto sulla costa orientale del Bangladesh che ospita gran parte dei rifugiati Rohingya fuggiti dalle persecuzioni nel Myanmar. 

Si stima che inondazioni e frane esporranno a grave pericolo circa 60.000 bambini Rohingya durante l’imminente stagione delle piogge..
 
Motivo di forte preoccupazione è anche l’impatto che gli eventi climatici potranno avere sulle infrastrutture idriche, igieniche e sanitarie: secondo le stime dei tecnici nelle colline e nelle valli del distretto potrebbero essere danneggiati 3.000 latrine e 4.000 punti di rifornimento idrico, mentre i pozzi rischiano la contaminazione da acqua inquinata.
 
Se le persone non avranno accesso a servizi igienici, occorrerà trattare immediatamente le acque con cloro per prevenire malattie (anche a carattere epidemico) estremamente pericolose per i più piccoli come.la diarrea acquosa acuta e il colera.
 
Un rischio aggiuntivo è che i bambini più piccoli possano annegare nelle pozze d’acqua provocate dalle inondazioni in alcune parti dei campi, soprattutto quando giocano da soli. L'annegamento è una delle principali cause di mortalità infantile in Bangladesh, dove è raro che i bambini sappiano nuotare.
 
L’UNICEF sta sensibilizzando la popolazione sul problema per assicurare che i bambini non vengano lasciati incustoditi, soprattutto durante le inondazioni.
 
I bambini affrontano un pericolo ancor maggiore di contrarre malattie durante la stagione dei cicloni e dei monsoni. Al 7 gennaio 2018, sono stati riportati 5.511 casi di sospetta difterite, con 38 morti.
 
Circa il 75% di tutti i casi si sono verificati fra bambini con meno di 15 anni. Il morbillo è ancora presente, con 79 casi riportati nella prima settimana di febbraio.
 
Dall’inizio del 2018 il numero totale di casi di sospetto morbillo riportati è di 601 fino ad ora. Altri rischi includono epatite (A ed E), ferite, malnutrizione, infezioni respiratorie acute.
 
In questo contesto, afferma l’UNICEF, il tempo è poco e il lavoro è molto. Mentre si avvicina la stagione dei cicloni e dei monsoni, quella che è già una situazione umanitaria urgente rischia di diventare una catastrofe.
 
Per proteggere i bambini, l’UNICEF sta formando dei team medici mobili nel caso in cui le infrastrutture venissero danneggiate e anche per raggiungere persone isolate.     
 

Insieme all’International Centre for Diarroheal Disease Research, in Bangladesh, l’UNICEF sta:

  • predisponendo alcuni centri per la cura della diarrea per rispondere ad emergenze di diarrea acquosa acuta o colera;
  • sta vaccinando i bambini per ridurre il rischio di epidemie; insieme ai partner, l’UNICEF ha già condotto importanti cicli di vaccinazione contro il colera, il morbillo, la rosolia e la difterite, ma il lavoro continua.
 
Dato che acqua pulita e servizi igienico sanitari sicuri sono di importanza cruciale, l’UNICEF sta:
  • ampliando le fonti d’acqua e la capacità di stoccaggio e del trattamento dell’acqua, anche attraverso la clorurazione;
  • predisponendo punti di erogazione di acqua in posizioni più alte;
  • rimuovendo le latrine dalle zone soggette ad alluvione e le rendendo più sicure le altre con materiali adatti a venti ciclonici; 
  • ampliando la gestione e lo smaltimento dei fanghi fecali nelle aree più alte o al di fuori del campo; installando latrine rialzate nelle zone più basse del campo. 

11/02/2018

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