Raggiungere i bambini di Gaza ad ogni costo. Tre grandi ostacoli che affrontiamo ogni giorno

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12/02/2024

Più di tre mesi di conflitto crescente, con stragi e bombardamenti, hanno sconvolto le famiglie di Gaza.

Ogni giorno i bambini corrono il rischio di morire a causa delle bombe, o di ammalarsi a causa della mancanza di acqua potabile e dalla rischiosa carenza di cibo. Migliaia di bambini hanno già perso la vita, altrettanti sono rimasti ad affrontare un triplice pericolo: il conflitto, la malattia e la malnutrizione. 

Ben prima di quest’ultima escalation di violenza, più di un milione di bambini avevano bisogno di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est: metà della popolazione infantile. 

L’UNICEF rimane sul campo e lavora con i partner per fornire aiuti umanitari e supporto alle famiglie. Ma gli aiuti non riescono a raggiungere ogni bambino in difficoltà. Giorno dopo giorno ci troviamo ad affrontare ostacoli sempre maggiori, che ci impediscono di raggiungere chi ha bisogno. Ecco quali sono:

Un bambino si trova accanto a una tenda installata dall'UNICEF come rifugio temporaneo per le famiglie sfollate a Gaza.

1. La sicurezza

Nessun posto è sicuro nella Striscia di Gaza. Il conflitto in corso rende straordinariamente difficile per l’UNICEF ed i suoi partner muoversi sul territorio per arrivare ai bambini e alle famiglie in difficoltà.

I convogli umanitari si muovono sotto le bombe.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha registrato un numero di attacchi alle strutture sanitarie senza precedenti: vengono colpiti ospedali, cliniche, ambulanze e forniture mediche. 

Nel frattempo, gli operatori umanitari affrontano le difficoltà che vive la popolazione residente nella Striscia di Gaza: la perdita di familiari ed amici, lo sfollamento in cerca di sicurezza. Molti di loro hanno scarso accesso (o nessuno) all’energia elettrica, poco cibo, niente acqua corrente.

Alcune persone stanno cercando di rimuovere le macerie del loro quartiere distrutto dagli attacchi aerei sulla città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

2. La logistica

Non ci sono abbastanza camion e non c’è abbastanza carburante per far funzionare quelli disponibili. Gli autocarri che trasportano aiuti umanitari devono essere sottoposti a diversi livelli di ispezione, prima di entrare nella Striscia di Gaza: questo processo è lento ed imprevedibile.

Alcune delle forniture più importanti per la risposta umanitaria vengono trattenute senza motivazioni chiare, tra cui i generatori per alimentare le strutture idriche e gli ospedali, o i tubi di plastica per riparare gli impianti idrici gravemente danneggiati. Anche le forniture mediche essenziali sono limitate. 

Quando gli aiuti arrivano a destinazione ci sono altri problemi da affrontare per la distribuzione. Le infrastrutture per lo stoccaggio e il traporto sono danneggiate, i magazzini sono inutilizzabili. Gli autisti che entrano a Gaza affrontano condizioni incredibilmente difficili: gravi danni alle infrastrutture e alle strade rendono la guida pericolosa; le vie sono disseminate di ordigni inesplosi:  il sovraffollamento delle strade al sud della Striscia, a causa dei massicci sfollamenti, complicano ulteriormente le operazioni di soccorso.

Anche i frequenti blackout delle comunicazioni interferiscono con gli sforzi di coordinamento per distribuire gli aiuti.

L'UNICEF perde regolarmente i contatti con le squadre sul campo e le famiglie di Gaza spesso non hanno i mezzi per sapere dove e come accedere agli aiuti.

Striscia di Gaza . I convogli di aiuti UNICEF, OMS, UNFPA e della Mezzaluna Rossa in entrata nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah

3. Le restrizioni sulle merci

Le forniture di beni di prima necessità non arrivano a rifornire i mercati. Senza la capacità di produrre o importare cibo, l’intera popolazione di Gaza deve contare soltanto sugli aiuti per sopravvivere. Le Nazioni Unite, le agenzie internazionali e le organizzazioni non governative sono riuscite a fornire un'assistenza limitata a Gaza, ma gli aiuti umanitari da soli non possono soddisfare gli enormi bisogni della popolazione.

Il volume delle merci in vendita nella Striscia di Gaza deve aumentare e deve farlo rapidamente. Abbiamo bisogno che almeno 300 camion merci effettuino consegne ogni giorno. Questo aiuterebbe le persone ad acquistare beni essenziali, alleviare le tensioni comunitarie e stimolare programmi di assistenza in denaro.

Questi bambini aspettano in fila per ricevere po' di cibo nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Almeno 1 famiglia su 4 nella Striscia di Gaza si trova ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare acuta.

Facciamo del nostro meglio ogni giorno. Ma chiediamo di più

L'UNICEF chiede: 

  • L’apertura di tutti i valichi di accesso alla Striscia di Gaza
  • Processi di approvazione e ispezione più rapidi, efficienti e programmati per consegnare gli aiuti
  • La ripresa delle attività commerciali e del settore privato
  • L’immissione immediata di una maggiore quantità di carburante
  • Canali di comunicazione affidabili e senza interruzioni
  • Una Maggiore capacità di trasporto su camion e di trasporto all'interno della Striscia di Gaza
  • La protezione delle infrastrutture civili, quali scuole ed ospedali
  • L’accesso al nord della Striscia di Gaza per raggiungere i bambini vulnerabili e le famiglie che hanno un disperato bisogno di aiuti umanitari.

La vita dei bambini e delle loro famiglie è in bilico. Ogni minuto è importante. 

Per saperne di più, Stato di Palestina.

12/02/2024

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