Esperança canta per la sua scuola

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07/06/2010

8 giugno 2010 - La quattordicenne Esperança Soul tiene alta la testa mentre canta la canzone di benvenuto nella lingua locale a un gruppo di persone in visita. La sua voce melodiosa si eleva al di sopra di quelle dei suoi compagni, raccolti in un arido cortile circondato da aule in vari stadi di costruzione.

Esperança è a piedi scalzi e sembra soddisfatta della sua nuova scuola, che anche lei ha contribuito a edificare insieme ad altri studenti, genitori e membri della comunità. Le aule già terminate sono semplici stanze di mattoncini, con il tetto di foglie di palma e priva di porte, ma daranno agli alunni uno spazio confortevole in cui studiare.

Al di là della costruzione delle classi, stanno avvenendo anche altri fatti che miglioreranno la scuola elementare Namurumo, qui nel cuore di Maganja da Costa, uno dei distretti più poveri della provincia di Zambezia, in Mozambico.

L'UNICEF e il locale Ministero dell'Educazione cooperano per creare delle "scuole a misura di ambino": scuole caratterizzate da standard elevati di qualità in ogni aspetto - dai curricula all'igiene, dai mezzi di comunicazione all'attenzione per i bambini socialmente svantaggiati - con l'obiettivo di incrementare i tassi di frequenza e di apprendimento anche nelle comunità più povere.

Una delle nostre priorità, ci spiega Fazilom Ofumawe, direttrice della scuola Namurumo, è di non perdere nel corso degli studi le bambine e il crescente numero di studenti che restano orfani a causa dell'AIDS.

I tassi attuali di abbandono scolastico e di disparità di genere parlano chiaro: se nella prima elementare ci sono 88 bambine e 87 bambini, in quinta troviamo appena 28 alunne e 42 alunni.

Un aiuto importante per fronteggiare questa situazione lo sta dando il Consiglio scolastico, organo collegiale impegnato a migliorare la qualità dell'istruzione e a stabilire forti legami tra scuola e comunità.

Esperança è un'orgogliosa rappresentante degli alunni nel Consiglio. «La maggior parte dei compagni che seguo sono ragazze, per lo più orfane» ci dice. «Per loro andare a scuola è un'impresa difficile».

Per Esperança non è arduo immedesimarsi nelle condizioni degli alunni più sfavoriti. Anche lei ha un solo genitore in vita, e in quanto figlia maggiore ricadono su di lei numerose e pesanti responsabilità familiari.

La sua giornata è molto lunga, e di norma prevede un solo pasto, quando torna da scuola. «Spesso ho fame durante le lezioni», confessa.

Poco a poco, tuttavia, le cose a scuola prendono la piega giusta ed Esperança non ha alcuna intenzione di mollare. Quando le chiediamo cosa desidera per il futuro ci risponde: «Voglio continuare gli studi. Forse un giorno sarò un'insegnante, oppure una contadina. Chissà?»

07/06/2010

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