Ancora arruolamenti di bambini-soldato nel Sud Sudan: 650 dall'inizio dell'anno

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18/08/2016

19 agosto 2016 – Dall'inizio di quest'anno almeno 650 minorenni sono stati reclutati da gruppi armati nel Sud Sudan. 

Da quando la crisi nel paese africano è esplosa, nel dicembre 2013, si stima che circa 16.000 bambini e ragazzi siano stati reclutati da gruppi e forze armate. Queste gravi violazioni dei diritti umani non cessano, nonostante gli impegni politici assunti solennemente dalle parti in lotta per porre fine a questa pratica.

Nell'arco degli ultimi 32 mesi, ricorda l'UNICEF:  

  • 900.000 minorenni sono stati sfollati
  • di almeno 13.000 si sono perse le tracce, perché reclutati, sfollati o separati dalle famiglie 
  • oltre metà della popolazione infantile sud-sudanese non frequenta la scuola. Il Sud Sudan è il paese con il tasso di scolarizzazione più basso al mondo) 
  • 250.000 bambini fronteggiano il rischio di malnutrizione acuta grave

«Il sogno che tutti noi avevamo condiviso per i figli di questo giovane paese [il Sud Sudan è diventato indipendente nel luglio 2011] è diventato un incubo» afferma il Vicedirettore dell'UNICEF Justin Forsyth, al rientro dalla sua missione a Bentiu e Juba, nel Sud Sudan. «In questa fase precaria nella breve storia del Sud Sudan, abbiamo forti timori che sia imminente un ulteriore picco nell'arruolamento di minorenni.» 

Nel 2015 l'UNICEF ha sovrinteso al rilascio di 1.775 ex bambini-soldato in quello che è stato uno dei più massicci piani di smobilitazione di minori in armi di sempre.

I nuovi combattimenti e arruolamenti rischiano però di vanificare questi progressi. 
Nel timore che il riacutizzarsi del conflitto possa mettere a rischio decine di migliaia di bambini, l’UNICEF chiede con forza la fine immediata di ogni arruolamento di minori e il rilascio incondizionato di tutti i bambini tuttora nelle mani di gruppi armati.
 
L'UNICEF evidenzia inoltre l'incremento nelle violazioni dei diritti umani, in particolare della violenza di genere, piaga già diffusa nel Sud Sudan ma che si è notevolmente acuita con il conflitto.

«I bambini continuano ad affrontare prove spaventose» ribadisce Forsyth. «I recenti rapporti indicano diffuse violenze sessuali contro ragazze e donne. L'uso sistematico dello stupro, dello sfruttamento sessuale e del sequestro come arma di guerra nel Sud Sudan devono cessare, insieme con l'impunità per tutti i responsabili.» 

L’UNICEF sottolinea l'urgenza di un accesso incondizionato a tutti gli operatori umanitari nella capitale Juba e in tutte le altre zone del paese, per poter finalmente offrire protezione e assistenza ai bambini e alle donne in tutto il Sud Sudan.

«Se le organizzazioni umanitarie non saranno messe nelle condizioni di essere pienamente operative, le conseguenze per i bambini e per le loro famiglie saranno catastrofiche» concude Forsyth.

18/08/2016

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