Principali questioni nei processi migratori

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09/02/2012

 
- Responsabilità dello Stato
E’ responsabilità dello Stato assicurare a tutti i bambini e gli adolescenti, indipendentemente dal loro status legale, all’interno della propria giurisdizione - incluse le situazioni di transito e di attesa così come nei centri di detenzione - i diritti previsti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Da questo presupposto deriva che la qualità delle cure e della protezione per un bambino e/o un adolescente coinvolto in un processo migratorio, sia non accompagnato sia all’interno della famiglia, deve rispettare i criteri stabiliti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, indipendentemente da chi ha la diretta responsabilità di organizzare e fornire le cure.
 
- Accertamento dell’età
L’accertamento dell’età deve essere condotto solo in ultima ratio e in una prospettiva olistica e multidisciplinare. Il processo deve essere rispettoso della dignità dell’individuo e deve essere svolto da un esperto indipendente con una rilevante esperienza. Le autorità devono garantire il beneficio del dubbio all’individuo per cui si rende necessaria l’accertamento dell’età e in caso di incertezza all’individuo deve essere riservato il trattamento che sarebbe riservato ad un minorenne. 
 
- Accesso al territorio dello Stato
I bambini e gli adolescenti coinvolti nei processi migratori devono essere esclusi da pratiche quali il divieto di entrata o l’immediata espulsione dal territorio. La procedura per determinare lo status rispetto alle legge, di richiedente asilo, di vittima di traffico o migrante deve essere condotta con una procedura a misura di bambino, scrupolosamente e nella maniera più solerte possibile, ma non in modo frettolosa correndo il rischio di invalidare la decisione.
 
- Sistemazione e cure
La sistemazione prevista per un minorenne non accompagnato deve essere decisa di volta in volta in base al superiore interesse del singolo minore. Le restrizioni alla libertà devono essere decise nella misura in cui il grado e la durata delle stesse siano nel superiore interesse del minorenne e necessarie alla sua protezione e alla sua sicurezza e comunque determinate caso per caso. Devono essere garantite tutte le precauzioni necessarie ad assicurare il benessere fisico e psichico del bambino e dell’adolescente e la protezione da qualsiasi forma di abuso e di violenza. Tali restrizioni in nessun caso devono risultare nella limitazione dell’accesso ai servizi essenziali quali l’istruzione, le cure sanitarie e le attività ricreative o di consulenza. I bambini e gli adolescenti devono rimanere con i membri della propria famiglia a meno che sia dimostrabile che questo non sia nel loro superiore interesse e la sistemazione delle famiglie deve essere garantita in maniera conforme ad assicurare la sicurezza e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti.
 
- Decisioni di rimpatrio e superiore interesse del minorenne
Gli Stati devono assicurare che il superiore interesse del minorenne sia la considerazione primaria quando si decide un possibile rimpatrio e che tale interesse sia deciso attraverso una formale procedura per la determinazione del superiore interesse del minorenne da svolgersi caso per caso. Devono essere garantiti tutti gli sforzi per rintracciare la famiglia e per determinare la volontà e la capacità della stessa di accogliere il minorenne. Gli Stati inoltre devono intraprendere tutte le azioni per garantire la stabilità e la sicurezza di lungo termine dei bambini che rientrano nei propri Stati di origine. Specifiche misure di accoglienza e di cura, incluso l’individuazione di un tutore adeguatamente formato, devono essere messe in atto prima del rimpatrio. Inoltre deve essere previsto un piano individuale per il reintegro del minorenne e per monitorare e valutare le conseguenze del rientro. Nessun minorenne deve essere persuaso al rimpatrio attraverso, per esempio, incentivi materiali e non, o attraverso la negazioni di specifiche informazioni sulle alternative al rimpatrio disponibili nel Paese di destinazione.
 
- Minorenni in situazione “irregolare”
Devono essere garantiti tutti gli interventi affinché il minorenne non si trovi in una situazione di limbo legale relativamente al proprio status migratorio. Ai minorenni deve essere garantita una residenza temporanea mentre si svolge la procedura per la determinazione del loro superiore interesse. Tale residenza deve essere presa in considerazione quando lo Stato considera di estendere tale soluzione ad un periodo più lungo. Nel caso in cui la regolarizzazione dello status migratorio o della residenza del minorenne non abbia avuto luogo o che il diritto a rimanere nello Stato di destinazione sia stato rifiutato, il minorenne che rimane comunque nello Stato di destinazione deve avere garantito l’accesso confidenziale alle informazioni per i servizi essenziali. Inoltre dovrebbe esistere una cornice legale di riferimento capace di proteggere i diritti di tutti i bambini e gli adolescenti coinvolti nei processi migratori.
 
- Prevenzione dell’immigrazione irregolare dei minorenni
L’immigrazione irregolare di minorenni è considerata una forma insicura di migrazione poiché implica un alto grado di vulnerabilità si durante lo spostamento sia durante e dopo l’arrivo nel Paese di destinazione. Forme più sicure di migrazione devono essere facilitate garantendo opportunità per l’immigrazione regolare degli adulti e affrontando le cause e fornendo informazioni adeguate alle comunità maggiormente coinvolte.
 
 
 

09/02/2012

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