L'Europa non lasci nulla di intentato per salvare i bambini migranti nel Mediterraneo

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20/04/2015

21 aprile 2015 - Le notizie delle tragedie che avvengono nel Mar Mediterraneo e che lasciano dietro di loro centinaia di persone, compresi i bambini, morte o disperse, stanno diventando troppo frequenti e con un costo umano troppo alto.

Due tragedie in soli due giorni nel Mar Mediterraneo evidenziano la necessità di un'azione rapida, collettiva e coraggiosa.

Migliaia di persone – uomini e donne, a volte intere famiglie, adolescenti e bambini, in cerca di sicurezza e opportunità in Europa – hanno intrapreso viaggi disperati verso l'Europa fuggendo dai terribili conflitti di casa loro, come quello in corso in Siria.

Almeno 1.600 persone sono morte, dall'inizio dell'anno, prima ancora di avere messo piede sul suolo europeo.

I bambini coinvolti in questi viaggi sono esposti ad abusi, sfruttamento e addirittura alla morte e, se sopravvivono, spesso sono collocati in condizioni non sicure e non idonee e/o criminalizzati. Tutto questo rappresenta una violazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell'adolescenza.

Chiediamo che tutte le azioni siano guidate dal superiore interesse di ognuno di questi bambini, in ogni fase della procedura.

Non fa differenza se abbiano lo status di rifugiato o siano migranti: i bambini devono essere protetti in un luogo sicuro - e non in un centro di detenzione – e devono avere accesso all'istruzione, alla salute, ai servizi sociali e legali, con la piena attuazione delle misure di salvaguardia esistenti soprattutto per i più vulnerabili.
 
Con l'inizio della stagione calda in Europa e con il numero di migranti in prevedibile aumento, un’azione decisa potrebbe evitare altre morti insensate. 
 
Ciò significa: seguire le linee-guida dell'Unione Europea per la salvaguardia dei minorenni non accompagnati, rafforzare le capacità di ricerca e salvataggio per proteggere vite umane, perseguire i trafficanti di esseri umani e affrontare le cause alla radice della migrazione nei paesi di origine – quali i conflitti, la povertà e la discriminazione – per evitare altre tragiche perdite.

20/04/2015

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