Accordo UE-Turchia su migranti, UNICEF: priorità ai bambini

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17/03/2016

18 marzo 2016 – La sorte di oltre 20.000 bambini in Grecia e nei Balcani è in sospeso. Per questo l’UNICEF chiede ai leader dell’Unione Europea e alla Turchia di trovare un piano comune per i bambini rifugiati e migranti, una volta raggiunto un accordo che potrebbe avere serie conseguenze sulle loro vite.

«L’UNICEF è profondamente preoccupato che il ritorno dei bambini migranti e rifugiati a un futuro incerto in Turchia possa essere profondamente traumatico e dannoso» ha dichiarato Marie Pierre Poirier, Coordinatore speciale dell’UNICEF per la crisi di migranti e rifugiati in Europa. «È necessario trovare un accordo comune che dia priorità al superiore interesse dei bambini e rispetti pienamente le leggi del diritto internazionale. Questo significa garantire misure che almeno assicurino ai bambini i bisogni di base e proteggano i loro diritti fondamentali.»

Attualmente i bambini rappresentano oltre il 40% delle 43.000 persone che in Grecia stanno tentando di spostarsi verso nord attraverso i Balcani, dove altre migliaia non possono proseguire né tornare indietro.

A causa della chiusura dei confini, migliaia di bambini sono stati lasciati a sopravvivere in rifugi di fortuna a Idomeni, sul confine greco, dove adesso sono la maggioranza e altre centinaia sono bloccati lungo la rotta dei Balcani in precarie condizioni igieniche e sanitarie.
 
L’UNICEF accoglie positivamente l’intenzione dei leader europei di impegnarsi a determinare lo status di rifugiato o migrante caso per caso, anziché ricorrere a espulsioni collettive, respingimenti o altre misure dannose per i bambini.
 
L’UNICEF raccomanda le seguenti misure di sicurezza dei bambini:
 
  • Ogni minore ha diritto di richiedere protezione internazionale, diritto che deve essere rispettato.
  • Ogni richiesta di asilo presentata da un minore va esaminata singolarmente, dato che le cause che costringono i bambini a lasciare i propri paesi di origine sono più ampie per loro che per gli adulti
  • Indipendentemente dallo status di migrante, un bambino non dovrebbe mai essere rimandato indietro, se questa decisione è presa in violazione dei diritti dei bambini;
  • I bambini non dovrebbero mai essere detenuti solo per il loro status di migranti – né nei paesi di transito, né di arrivo o nei paesi in cui potrebbero essere rimandati.
  • Devono essere ricercati percorsi alternativi, sicuri e legali dal momento che le repentine chiusure dei confini espongono i bambini a traffico e sfruttamento e li costringono a intraprendere rotte ancora più pericolose.
 
Con questi passi fondamentali, i leader europei dimostreranno che l’Europa è all’altezza dei suoi ideali e principi, e che ogni bambino che arriva sulle coste europee sarà trattato nel loro pieno rispetto.

17/03/2016

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