Medio Oriente, a gennaio 83 bambini vittime di conflitti e instabilità

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04/02/2018

5 febbraio 2018 – In questo cupo mese di gennaio, conflitti e violenze in Medio Oriente e nel Nord Africa hanno ancora una volta avuto conseguenze devastanti sui bambiniuccisi da azioni di guerra, colpiti da attentati suicidi, oppure morti assiderati mentre fuggivano da zone di combattimento.
 
È semplicemente inaccettabile che i bambini continuino a essere uccisi e feriti ogni singolo giorno. Nel solo mese di gennaio, l'escalation di violenza in Iraq, Libia, Palestina, Siria e Yemen sono  costate la vita di almeno 83 bambini e ragazzi.
 
Questi bambini hanno pagato il prezzo più alto possibile per delle guerre di cui non hanno la minima colpa. Sono semplicemente dei bambini! Le loro vite sono state stroncate, le loro famiglie saranno distrutte per sempre dal dolore.

Mentre il conflitto in Siria si appresta a entrare il prossimo 15 marzo nel suo ottavo anno, con l’intensificarsi dei combattimenti nelle ultime quattro settimane si ha notizia di ben 59 bambini rimasti uccisi.
 
Nello Yemen, l'ONU ha accertato la morte di 16 minorenni a seguito delle ostilità, e riceviamo quotidianamente resoconti di bambini uccisi o feriti dal conflitto che infuria nel paese.
 
A Bengasi, nella Libia orientale, tre bambini sono rimasti vittime di un attentato suicida. Sempre in Libia, altri tre bambini sono morti e un quarto è tuttora in condizioni critiche in seguito all'esplosione di un ordigno bellico mentre giocavano.
 
In Iraq, nella città vecchia di Mosul, un bambino è stato ucciso da una mina antiuomo nascosta in un'abitazione. 

Un ragazzo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in un villaggio vicino a Ramallah, nello Stato di Palestina.
 
Durante una tempesta di neve, 16 profughi siriani, fra cui quattro bambini, sono morti assiderati mentre cercavano di entrare in Libano. Un numero ancora maggiore di bambini sono stati ricoverati in ospedale con sintomi di congelamento.
 
Non centinaia, non migliaia, ma milioni di bambini in Medio Oriente e Nord Africa sono stati privati della loro infanzia, mutilati, traumatizzati, arrestati, sfruttati: è stato loro negato di ricevere un'istruzione, di avere accesso ai servizi sanitari più essenziali, persino il banale diritto di giocare.
 
Tutti, collettivamente, siamo responsabili di non riuscire a fermare questa guerra contro i bambini. Non c'è giustificazione che tenga. Non c'è ragione di accettare tutto questo come una nuova forma di normalità.

I bambini possono anche essere stati messi a tacere, ma le loro voci continueranno ad essere ascoltate! Il loro messaggio è il nostro messaggio: la protezione dell'infanzia è prioritaria in ogni circostanza, come impone anche il diritto bellico.

Infrangere questa legge è uno dei crimini più odiosi, e mette a rischio il futuro - non solo quello dei bambini.
 
(Dichiarazione di Geert Cappelaere, Direttore UNICEF per Medio Oriente e Nord Africa)

04/02/2018

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