Sette anni fa iniziava la guerra in Siria

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25/03/2018

26 marzo 2018 – In questo mese di marzo ricorrono il settimo anno di guerra in Siria e il terzo anno di guerra in Yemen.

Sembriamo ciechi di fronte al fatto che il mondo in futuro sarà abitato da gente che avrà vissuto in prima persona – attualmente 1 bambino su 5 vive in paesi in conflitto in Medio Oriente e in nord Africa – un sistema internazionale che non ha protetto i suoi membri più vulnerabili, consentendo a tutti coloro che attaccano i bambini di continuare a farlo.

Sette anni fa, all'inizio di una guerra che sta ancora infuriando, due bambini sono stati uccisi in Siria, dando inizio a un’ondata di proteste.

Quattro anni dopo, un’altra violenta guerra è esplosa in Yemen. Nel 2014, si pensava di scuotere la coscienza del mondo quando 1 milione di bambini siriani sono diventati rifugiati. Oggi, sono 2,5 milioni.

In Yemen, muore 1 bambino ogni 10 minuti a causa di malattie prevenibili. I progressi raggiunti sono stati drammaticamente perduti a causa di epidemie di polio, colera e difterite.

Nel 2016, abbiamo dichiarato che le sofferenze dei bambini della Siria e dello Yemen avevano raggiunto un livello elevatissimo e che non sarebbe potuto andare peggio.

Ma il 2017 si concluso in modo molto peggiore, con l’accertamento di oltre 2.000 bambini uccisi o mutilati a vita. Il numero reale potrebbe essere molto più alto. 

Le immagini di questo conflitto sono ovunque. Alcune sono diventate virali: Aylan, il bambino di 3 anni annegato mentre era alla ricerca di un posto sicuro, il cui corpo riverso è stato ritrovato su una spiaggia; Omran, di 5 anni, sconvolto su un’ambulanza con la faccia piena di polvere della sua casa bombardata ad Aleppo; Buthania, bambina dello Yemen con un grosso ematoma in faccia.

Le guerre in Siria e in Yemen hanno accelerato questa perdita di coscienza comune. Oggi, la mancanza di indignazione pubblica su larga scala quando i bambini vengono attaccati e quando è impossibile affermare di non conoscere ciò che sta accadendo, è un indicatore desolante. La mancanza di un'azione politica efficace, ancor peggiore.

Nel 1989 il mondo adottava all’unanimità la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Dove è andata a finire quella direzione politica?

Gli ultimi sette anni passeranno alla storia come una "guerra ai bambini" senza precedenti. Una corsa feroce fino al punto più basso dell'orrore, dell'uccisione, della brutalità.

Le guerre in Siria e in Yemen sono solo esempi in cui i principi di base di protezione dei bambini vengono superati ogni singolo minuto di ogni singolo giorno.

Ci sono molti altri conflitti o situazioni di violenza estrema in tutto il mondo, ma con le stesse o simili crudeltà commesse sui bambini.

I responsabili diretti di questa guerra ai bambini, coloro che indirettamente sostengono i conflitti e la violenza estrema, coloro che tollerano o sostengono, stanno mettendo da parte valori e leggi che vincolano la nostra umanità comune: regole e principi dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario che proteggono i bambini in ogni circostanza; obblighi che gli Stati si sono impegnati a rispettare decenni fa.

Nel mondo di oggi, queste leggi, questi principi, e con essi i nostri valori umani, sono più importanti che mai.

La protezione dei bambini in ogni circostanza non è negoziabile. La guerra ai bambini, la guerra all'umanità, non è un'opzione! 

L'UNICEF e la comunità per la protezione dell'infanzia continueranno a far sentire la voce dei bambini e a battersi instancabilmente per il rispetto del sacro principio della protezione dell'infanzia. In assenza di una leadership politica, cos'altro c'è che ognuno di noi può e deve fare? 
I nostri sforzi da soli non fermeranno mai la guerra ai bambini”. 

25/03/2018

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