Potenza

A San Cataldo di Bella comincia “A scuola con gli scacchi.”

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31/01/2019

31 gennaio 2019 - Gli scacchi sono un gioco, un linguaggio universale e uno sport che tutti possono praticare divertendosi. Numerose ricerche scientifiche, l’interesse e l’entusiasmo con cui sempre più giovani giocano a scuola e nelle associazioni scacchistiche italiane, dimostrano proprio questo. E per la prima volta in Basilicata, il Comitato Provinciale Unicef di Potenza con orgoglio annuncia che nella scuola primaria di San Cataldo di Bella, grazie alla determinazione e l’impegno dell’insegnante Maria Grazia Tomusulo, nel pomeriggio di mercoledì 30 gennaio 2019, ha avuto inizio il progetto Unicef “A scuola con gli scacchi”.

L’obiettivo del progetto che l’Unicef realizza in collaborazione con la Federazione Scacchistica Italiana, grazie ad un protocollo nazionale siglato il 1° agosto 2017, è utilizzare gli scacchi, e soprattutto il contesto scacchistico, come strumenti educativi senza puntare esclusivamente all’insegnamento del gioco.

L’istruttore Federale Luigi Caggiano, presidente dell’Accademia Scacchi Potenza, mette a disposizione la sua competenza per insegnare a giocare a scacchi e migliorare così in ciascun alunno gli aspetti metacognitivi, cognitivi, affettivi, relazionali, etici e sociali connessi con le situazioni di gioco. Con Maria Grazia Tomasulo le insegnanti Maria Sabato e Alessandra Pardo con il gioco degli scacchi puntano a migliorare in 45 alunni di seconda, terza, quarta e quinta elementare le capacità attentive e di concentrazione, implementando le abilità metacognitive e mentalistiche.

Tutto questo avviene con buone ripercussioni anche sullo sviluppo emotivo, etico e sociale, soprattutto rispetto alle relazioni tra pari, che è l’aspetto che maggiormente interessa l’Unicef che, con le attività di “Scuola Amica dell'Unicef" in Basilicata e in Italia, educa all’ascolto attivo, al rispetto dell’altro, alla relazione autentica.

Per realizzare tutto questo i diversi moduli progettuali di cui la Federazione Scacchistica fa uso, combinano elementi educativi e formativi del contesto scacchistico attraverso: esperienze di gioco-sport, narrazione, drammatizzazione e psicomotricità su scacchiera gigante da pavimento, oltre che da tavolo; interdisciplinarità con le materie scolastiche; mediazione e potenziamento cognitivo; potenziamento del coding (pensiero computazionale) in ciascuno degli alunni.

La prima lezione a San Cataldo è avvenuta di pomeriggio e da subito il coinvolgimento dei ragazzi è stato totale. La scacchiera, i pezzi, le mosse hanno affascinato i piccoli.

Collaborando con l’Accademia Scacchi Potenza, l’Unicef introduce a scuola il gioco degli scacchi come un valido strumento educativo e di potenziamento cognitivo per lo sviluppo delle competenze “situate” e per trasmettere concetti fondamentali come limite, responsabilità e rispetto, specialmente a livello non verbale, fondamentali per l’espressione e la modulazione dell’aggressività già dall’infanzia.

Per questo motivo il progetto è valido anche per i bambini con difficoltà di attenzione, apprendimento, aggressività. E’ un metodo avanzato per insegnanti, educatori e tecnici dell’età evolutiva che puntano a favorire crescite sane e a prevenire il disagio psichico e sociale, utilizzando le innovazioni che le scienze dell’educazione e motorie propongono attraverso il gioco e lo sport.

E’ azzardato dire che giocando a scacchi si diventa più intelligenti, anche perché cosa significhi essere intelligenti è difficile dirlo. Tuttavia, gli scacchi fanno bene al cervello e possono insegnare molte cose: disciplina, pazienza e fiducia nelle proprie capacità. In qualche modo, temprano il carattere. Aiutano anche ad essere più concentrati, creativi e a ragionare in modo strategico.

 

“Grazie agli scacchi ho temprato il mio carattere, perché questo gioco ci insegna ad essere obiettivi. Non si può diventare un Grande Maestro se non si impara a conoscere i propri errori ed i propri punti deboli, così come nella vita (A. A. Alechin).  Anche per questi motivi, nel 2012 il Parlamento Europeo ha presentato un documento ufficiale dove invita le scuole dell’Unione a insegnare a tutti gli studenti il gioco degli scacchi. In Spagna è già materia obbligatoria in alcune regioni, in Romania facoltativa, in Italia ci stiamo attrezzando. Ben vengano queste iniziative, senza però trascurare un aspetto fondamentale: accendere negli studenti la passione per gli scacchi. Allenare la mente va bene, ma funziona soltanto se ci si diverte a farlo.


31/01/2019

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