Voices of Youth, Domenico (Palermo): sono diventato medico nei giorni del coronavirus

3 minuti di lettura

05/05/2020

Lo scorso luglio mi laureavo in Medicina e immaginavo la fine di questo percorso come una grande realizzazione personale, ma anche come la fine di una scalata che mi avrebbe dato la possibilità di mettere in pratica ciò che avevo studiato per anni. 

Nell’immediato mi sono messo all’opera: ho festeggiato il più possibile, ho trascorso un’estate di mare nella mia calda Sicilia e ho ripreso l’attività di volontariato all’UNICEF.
 
Da quando avevo 17 anni faccio parte, con degli amici formidabili, del gruppo YOUNICEF di Caccamo, il paese in cui vivo in provincia di Palermo.

La nostra amica più fidata è sempre stata la Pigotta ed insieme abbiamo inventato le più disparate iniziative, che ci hanno dato la possibilità di spenderci per gli altri con attività di raccolta fondi, ma anche di contatto diretto con centinaia di bambini e ragazzi nelle scuole. 
 
Si tratta di un’esperienza che mi ha arricchito molto, ha contribuito alla mia formazione personale e ha plasmato i miei valori e la mia propensione verso il prossimo.
 
All’inizio dell’epidemia, mi sono sentito spaesato ed impotente. Al di là di tutti i programmi da rivedere, a causa dell’emergenza non ho potuto sostenere per soli 4 giorni l’ultima delle prove che mi abilitavano alla professione medica.
 
Ero laureato, avevo terminato tutti gli studi, eppure non potevo fornire un concreto aiuto alla comunità, nonostante la carenza di personale medico sul territorio.
 
Mi sono sentito inerme, ma allo stesso tempo il mio desiderio di aiutare mi ha spinto ad ingegnarmi. Vedevo chiunque fosse bravo in qualcosa, fare ciò che poteva: i personal trainer proponevano esercizi, i cantanti cantavano sui social, i cuochi realizzavano ricette, ed anch’io volevo dare il mio contributo.
 
Notavo che le persone manifestavano la necessità di comprendere ciò che stava accadendo. La popolazione si sentiva spaesata e si poneva domande su questioni di natura medica.
 
Così ho deciso di creare un mio sito internet (www.domenicocozzo.altervista.org) con l’obiettivo di trattare argomenti complessi in chiave semplificata, difficili da reperire senza il rischio di cadere nella cattiva informazione. 
 
Le persone lo hanno apprezzato, mi contattavano per avere più informazioni ed io ero felice di rispondere alle loro domande.
 
In un secondo momento, ho pensato anche di sfruttare il mio canale Instagram (www.instagram.com/domo_co93)facendo dei Q&A sullo stesso tema. 
 
Nel ben mezzo della pandemia, con il DPCM del 13 marzo, il Ministero dell’Istruzione ha ritenuto opportuno sbloccare l’abilitazione e quel giorno sono finalmente diventato medico.
 
Ho iniziato ad aiutare le persone più concretamente, mettendomi a disposizione anche solo telefonicamente per un consulto o una prescrizione.
 
Inoltre, ho iniziato a dare il mio contributo gratuito in portali dedicati in cui, di fronte a piccoli pareri gestibili a distanza, medici di tutta Italia, accreditati sulle piattaforme, rispondono ai dubbi dei pazienti. 
 
Nel mio piccolo sono orgoglioso di fare la mia parte. Mi auguro che l’Italia pian piano risorga e soprattutto che non dimentichi mai questo momento che ci ha visti protagonisti della storia per ricostruire un paese ancora migliore.

05/05/2020

News ed Aggiornamenti