Alshawi aveva un sogno: riaprire la scuola di Maheen

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16/03/2021

“Non smetterò di lavorare fino a quando l'analfabetismo tra i bambini della mia città non sarà eliminato.”

Lo afferma Ahmad Alshawi, preside della Reyad Hamoud, mentre si trova nel cortile della scuola tra i suoi studenti. Solo un anno fa, sarebbero stati in mezzo a macerie e detriti.

Reyad Hamoud era l’unica scuola a Maheen, una remota cittadina nel sud rurale di Homs: accoglieva circa 550 studenti in 17 aule. Nel 2015, a causa di una rapida escalation di violenza, la maggior parte dei bambini e delle loro famiglie, compresi gli insegnanti, sono stati costretti a fuggire.

"Una notte sono scappati quasi tutti e Meheeren è diventata una città fantasma”, ricorda Alshawi. “I bambini finiti a vivere in città sono stati fortunati, perché hanno potuto continuare a studiare, a differenza di quelli che sono scappati nel campo di Rukban, nel deserto orientale, costretti a rinunciare alla scuola." 

Maheen era una città fantasma

Dopo la tregua le famiglie hanno iniziato a tornare nella cittadina devastata dalla guerra, tra la mancanza dei servizi essenziali, ritrovando le case, la scuola e tutte le infrastrutture gravemente danneggiate e saccheggiate.

Il professor Alshawi è stato tra i primi a fare ritorno a Maheen. In mezzo a tutta quella distruzione era però determinato ad aiutare i bambini del suo villaggio a continuare ad istruirsi.

“Desideravo riaprire la scuola, anche solo per uno studente, figuriamoci dieci!” racconta Alshawi che ha insegnato a quei bambini utilizzando la School in the Box di UNICEF che contiene forniture didattiche di base per svolgere “lezioni in emergenza”. “Credevo che una scuola aperta avrebbe incoraggiato più persone a tornare a casa,  ci spiega. 

Avrei riaperto la scuola anche solo per uno studente

Il Prof. Alshawi, Preside della scuola 

Una scuola senza acqua potabile e senza finestre

La scuola non aveva porte o finestre per proteggersi dal vento, al loro posto c’erano teli di plastica. 

“Ci siamo spostati per un giorno da una classe distrutta ad un’altra, alla ricerca del sole e di un po’ di calore, portando con noi i teli di plastica” ricorda Alsawi. 

"Un altro problema era la mancanza di acqua corrente a causa dei servizi interrotti: ciò significava che i bambini dovevano interrompere la lezione ed andare a casa ogni qualvolta avevano bisogno di usare il bagno o di lavarsi le mani."

In due mesi, il sogno del professore Alshawi è diventato realtà: oltre cento bambini della comunità dei rimpatriati nel frattempo fanno ritorno a scuola e molte altre famiglie iniziano a rientrare a Maheen.
Non solo: Alshawi inizia a visitare le famiglie, porta a porta, per convincerle ad iscrivere i propri figli a scuola e a incoraggiare la loro istruzione. 

“Mi ha profondamente commosso vedere quanto fossero determinati i ragazzi a continuare gli studi, contro ogni previsione”,
ha aggiunto. 

Alshawi inoltre ha offerto ripetizioni gratuite ai bambini rimasti indietro con le lezioni.

Grazie ai suoi sforzi, oltre cinquecento bambini si sono iscritti, di cui quattrocento tornati dal campo di Rukban, desiderosi di avere uno spazio sicuro ed adeguato per imparare.

I bambini tornati a giocare in cortile nella scuola Reyad Hamoud ristrutturata grazie ad UNICEF

Diventa urgente ristrutturare la scuola

Nell’ottobre 2019, grazie a un generoso contributo del Giappone come parte del programma “Education for All”, sono iniziati i lavori di ristrutturazione della scuola Reyad Hamoud.

Il programma riunisce sette agenzie delle Nazioni Unite: UNICEF, WFP, UNFPA, UNHCR, FAO, UN Habitat e UNRWA, con l'obiettivo di assicurare l'accesso a un'istruzione di qualità, la creazione di competenze e la partecipazione di tutti i bambini.

All’interno del progetto di riqualificazione, l'UNICEF ha effettuato le riparazioni infrastrutturali, la verniciatura su vasta scala e la fornitura di scrivanie, sedie, lavagne bianche e serbatoi di acqua e carburante.

Inoltre abbiamo riaperto e recintato il cortile della scuola, riparato e ripristinato i servizi igienici per facilitare l'accesso ai bambini con disabilità e dotato la scuola di un'aula per la formazione degli insegnanti. 

Education for All

Nel 2020, la scuola Rehyad Hamoud ha riaperto le porte a cinquecento bambini, entusiasti di poter continuare a studiare.

Grazie al programma “Education for All”, altre sei scuole sono state riqualificate nelle zone rurali di Homs, devastate dalla guerra, permettendo ad oltre duemila bambini di tornare sui banchi dopo anni di assenze a causa dei conflitti e degli sfollamenti. 

"Sono orgoglioso di vedere quanto i bambini siano felici di tornare a scuola; alcuni di loro fanno anche dieci chilometri di strada, accompagnati in moto dai genitori, per arrivare in classe", dice Ahmad che non si fermerà fino a quando ogni bambino della sua città non sarà tornato a scuola e si sarà costruito un futuro migliore. 

L'interno della scuola di Meheen, ora ristrutturata e accessibile ai bambini

Per approfondire

La storia originale è stata raccontata da Lina Alqassab e Yasmine Saker

La guerra non sta solo distruggendo il presente dei bambini in Siria, sta minacciando il loro futuro.  L’istruzione era l’orgoglio della Siria, con tassi d’iscrizione superiori al 97% prima della guerra, ma il paese sta ora affrontando una delle più grandi crisi dell’istruzione nella storia recente. Quasi tre milioni e mezzo di bambini siriani sono fuori dalla scuola, incluso il 40% delle ragazze. Leggi il comunicato sul decimo anniversario dall'inizio della guerra

Per maggiori informazioni sull'Emergenza siriana visita la pagina

Documenti disponibili

Rapporto Emergenza Siria 10 anni dopo - dati e cifrepdf / 2.75 Mb

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16/03/2021

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