Polmonite, decessi in calo per l'ex killer n. 1 dell'infanzia

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10/11/2014

12 novembre 2014 - Un significativo calo delle morti infantili da polmonite negli ultimi 10 anni dimostra che le strategie per combattere la malattia funzionano, ha dichiarato l’UNICEF in occasione della sesta Giornata  Mondiale contro la Polmonite (World Pneumonia Day). Tuttavia è necessario fare molto di più per evitare che centinaia di migliaia di bambini muoiano ogni anno a causa di questa malattia, che si può prevenire.

Nel 2013, secondo i dati diffusi recentemente dall’UNICEF, per la prima volta in oltre un decennio la polmonite non è stata la principale causa di morte tra i bambini sotto i cinque anni ma la seconda, dopo le complicazioni per le nascite pre-termine

Il bilancio delle vittime della polmonite è ancora alto – essa conta per il 15% della mortalità infantile globale, ossia 954.000 decessi annui - ma dal 2000 i decessi a causa della malattia sono diminuiti del 44%.

La polmonite è ancora una malattia molto pericolosa – uccide più bambini sotto i cinque anni di quanto non facciano HIV-AIDS, malaria, incidenti e morbillo messi insieme – e sebbene i numeri siano in calo, con quasi un milione di morti l'anno, non c'è spazio per il compiacimento" afferma Mickey Chopra, responsabile per i programmi sanitari dell'UNICEF "La povertà è il fattore di rischio più importante, e questo significa che il nostro impegno deve raggiungere tutti i bambini, non importa quanto emarginati."

I decessi per polmonite sono più diffusi nelle comunità rurali povere. L'inquinamento dell'aria domestica è una delle principali cause di polmonite, tant’è vero che i bambini di famiglie che utilizzano combustibili solidi come il legno, il letame o il carbone per la cottura o il riscaldamento sono quelli a più alto rischio.

Abitazioni sovraffollate contribuiscono a livelli più alti di polmonite. Inoltre i bambini poveri hanno meno probabilità di essere vaccinati contro morbillo e pertosse, alcune delle principali cause della malattia.
 
Diagnosi precoce e terapia adeguata, insieme all'accesso all’assistenza sanitaria, sono le misure che possono salvare la vita di un bambino affetto dalla polmonite; per questo le strategie sanitarie devono includere anche le comunità a basso reddito. 
 
Il maggiore impiego di vaccini contro la polmonite, in particolare nei Paesi a basso reddito, ha portato a progressi contro la malattia, ma le disuguaglianze rimangono anche in quelli con un'ampia copertura.

"Colmare il divario nelle cure tra poveri e ricchi è fondamentale, per mettere fine alle morti da polmonite", ribadisce Chopra. "Quanto più ci concentreremo sulle cause e sulle soluzioni a disposizione, tanto più velocemente terremo sotto controllo questa malattia, un flagello per l’infanzia."
 
La UNICEF Supply Division - responsabile delle strategie globali di acquisti e logistica dell'organizzazione - ha presentato un invito a tutte le aziende portatrici di innovazione per realizzare nuovi, migliori e più economici misuratori di frequenza respiratoria (il principale strumento clinico per la diagnosi della polmonite) in modo da contribuire a riconoscere tempestivamente l'infezione e poterla curare.
 
Un farmaco di base ha riscosso un grande successo nella lotta alla polmonite: operatori sanitari di comunità sufficientemente addestrati possono somministrare ai bambini malati l'antibiotico amoxicillina in forma di compresse a dosaggio pediatrico, nel quadro di una strategia integrata per la gestione comunitaria della salute infantile.
 
Estendere la disponibilità di farmaci a basso costo come l'amoxicillina contribuirà a ridurre il divario nelle cure, soprattutto a vantaggio delle popolazioni più difficili da raggiungere.
 
Anche semplici pratiche nutrizionali o igieniche, come l’allattamento al seno immediato ed esclusivo per i primi 6 mesi di vita del neonato, il lavaggio delle mani con il sapone, le vaccinazioni e la fornitura di micronutrienti potranno ridurre ulteriormente l'incidenza della polmonite.

10/11/2014

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