Nord-ovest della Siria, mezzo milione di bambini sfollati dai combattimenti

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17/02/2020

Dal 1° dicembre 2019 a oggi, oltre 500.000 bambini sono stati sfollati a causa delle intense violenze nel Nord-ovest della Siria: decine di migliaia di famiglie vivono in tende, senza servizi di base, esposti a freddo e pioggia.
 
Dall'inizio dell’anno sono 28 i bambini uccisi e 49 quelli feriti (limitatamente ai dati verificati) a causa dell’escalation di violenze nell'area.
 
Nella sola giornata di ieri, l’UNICEF ha ricevuto notizie secondo cui gli ultimi due ospedali in funzione nella parte occidentale del governatorato di Aleppo sono stati colpiti. Uno dei due era un ospedale materno-infantile.
 
«La situazione nel nord-ovest del paese è insostenibile, persino per i tristi standard della Siria» dichiara Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell'UNICEF. 
 
«I bambini e le famiglie sono bloccati tra violenza, freddo intenso, mancanza di cibo e condizioni di vita disperate. Un simile disprezzo per la sicurezza e il benessere dei bambini e delle famiglie supera ogni limite e non deve continuare.
 
«Abbiamo camminato per tre giorni e ora viviamo in una tenda. Tutte le nostre cose sono zuppe di pioggia e fango» racconta Nadia, una madre recentemente sfollata da Saraqib (cittadina nei pressi di Idlib) e che adesso vive in un campo per sfollati vicino Aleppo.
 
«Ho un bambino molto malato che ha bisogno urgente di essere operato, ma non posso permettermelo. Se mio figlio muore, non potrò far altro che seppellirlo.»
 
Lavorando con i suoi partner sul campo, l’UNICEF continua a distribuire aiuti di prima necessità alle famiglie bisognose di assistenza, incluse quelle sfollate più di recente.
 
La nostra assistenza va dai kit per l'igiene personale all'acqua potabile, dalla distribuzione di capi di vestiario per affrontare l’inverno a monitoraggio e terapie per la malnutrizione, dal supporto psicologico all'istruzione.
 
Stiamo lavorando con i nostri partner per assicurare vaccini, soprattutto per i bambini che non avevano effettuato le vaccinazioni precedenti, e garantire la "catena del freddo" per conservarli in sicurezza.
    
«Il massacro nella Siria nord-occidentale continua ad avere un impatto terribile sui bambini» prosegue Henrietta Fore. «È ora di posare le armi e porre fine alle violenze, una volta e per tutte. Le parti in conflitto devono proteggere i bambini e le infrastrutture da cui essi dipendono, dare tregua alle famiglie e consentire agli operatori umanitari di rispondere agli immensi bisogni della popolazione, in accordo con i principi del diritto internazionale umanitario
 
Anche tu puoi contribuire ad aiutare i bambini della Siria
con una
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17/02/2020

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