Il COVID-19 ostacola le vaccinazioni nel mondo, milioni di bambini a rischio

5 minuti di lettura

24/04/2020

Mentre il mondo attende disperatamente la messa a punto di un vaccino contro il coronavirus SARS-CoV-2, la pandemia continua a diffondersi in tutto il mondo. 
 
Milioni di bambini rischiano di non ricevere vaccini indispensabili come quelli contro morbillo, difterite e poliomielite a causa dell’interruzione dei servizi di vaccinazione. A seguito delle misure di contenimento del COVID-19, la maggior parte degli Stati ha sospeso le campagne di massa contro la polio e 25 Stati hanno rimandato anche le campagne di immunizzazione contro il morbillo.
 
Già prima della pandemia, tuttavia, erano 20 milioni ogni anno i neonati e bambini sotto l'anno di età che non ricevevano i vaccini contro morbillo e polio, mentre oltre 13 milioni di loro non ricevevano alcun vaccino in assoluto. Molti dei bambini non vaccinati vivono in paesi con sistemi sanitari fragili: le attuali sospensioni dei servizi rischiano di lasciare spazio a epidemie disastrose nei prossimi anni.
 
«La posta in gioco non è mai stata così alta. Mentre il COVID-19 continua a diffondersi a livello globale, il nostro lavoro salvavita per fornire vaccini ai bambini è fondamentale» afferma Robin Nandy, consulente principale dell'UNICEF per i programmi di vaccinazione. «Con l'interruzione dei servizi di vaccinazione a causa della pandemia, il destino di milioni di giovani vite è in bilico.» 
 
Secondo un'analisi dell'UNICEF, negli ultimi 9 anni per i quali abbiamo dati (2010-2018) 182 milioni di bambini non hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo: in media, 20,3 milioni all'anno. 
 
Il tasso di copertura della prima dose di vaccino anti-morbillo a livello globale si attesta allo 86%, ben al di sotto del 95% necessario per prevenire epidemie grazie alla cosiddetta "immunità di gregge".
 
 

Paesi ricchi, il ritorno del morbillo

L’aumento nel numero dei bambini non vaccinati ha portato ad allarmanti epidemie di morbillo nel 2019 anche in paesi ad alto reddito come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.

 
«Con 482.000 casi di mancata vaccinazione, l'Italia è al quarto pasto fra i paesi ad alto reddito nei quali i bambini non hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo fra il 2010 e il 2018» sottolinea Francesco Samengo, Presidente dell'UNICEF Italia.
 
«Nella Settimana Mondiale delle Vaccinazioni (24-30 aprile), l’UNICEF ricorda che la vaccinazione è uno degli interventi di salute pubblica più efficaci, ed è la chiave per porre fine a morti di bambini che possono essere prevenute e per dare ai bambini la possibilità di crescere sani e di raggiungere il loro pieno potenziale,»


I ritardi di Asia e Africa

Passando ai paesi a basso reddito, i divari nella copertura vaccinale erano già allarmanti prima del COVID-19. 

 
Fra il 2010 e il 2018, l’Etiopia ha registrato il numero più alto (10,9 milioni) di bambini che non hanno ricevuto entro i 12 mesi di vita la prima dose di morbillo, seguita da Repubblica Democratica del Congo (6,2 milioni), Afghanistan (3,8 milioni), Ciad, Madagascar e Uganda con circa 2,7 milioni ognuno.
 
In Africa, a causa dell'incremento demografico e delle stagnazione dei servizi sanitari dedicati all'immunizzazione, negli ultimi due anni è aumentato il numero di bambini non vaccinati. 
 
Nell'Africa occidentale e centrale, la copertura è rimasta bloccata al 70% per il vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse (DTP3), al 70% per quello contro la polio e al 71% per il vaccino contro morbillo. Di conseguenza si sono registrate ripetute epidemie di morbillo e polio in paesi come la Repubblica Democratica del Congo. 
 
In Asia Meridionale si stima che siano circa 3,2 milioni i bambini che non hanno mai ricevuto una dose di vaccino nell'ultimo anno per cui abbiamo dati (2018), mentre nell'Africa meridionale e orientale, tale numero è di circa 2 milioni., invariato da circa un decennio. 


L'azione dell'UNICEF 

In questo momento, in tutti i continenti si sta combattendo contro le epidemie di COVID-19. L’UNICEF sta inviando aiuti di prima necessità per vaccinare i bambini nelle aree in cui si sono verificati focolai epidemici e per rifornire le scorte per le vaccinazioni di routine. 

 
Nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, l’UNICEF sta aiutando il governo con scorte di vaccini e siringhe ma anche con dispositivi di protezione individuale (DPI) per proseguire le attività di vaccinazione nella provincia del Nord Kivu, dove si sono registrati oltre 3.000 casi di morbillo dall'inizio dell'anno.
 
In Uganda l’UNICEF ha fornito 3.842.000 dosi di vaccino orale bivalente, necessarie per immunizzare contro la polio 900.000 bambini (l'immunizzazione comporta la somministrazione di 3 dosi di vaccino antipolio entro i primi 12 mesi di vita).
 
L'UNICEF e i partner della Measles & Rubella Initiative e del GAVI, l’Alleanza Globale per i Vaccini, chiedono a governi e donatori internazionali di:
  • sostenere i servizi di vaccinazione, mantenendo al sicuro le comunità e gli operatori sanitari
  • avviare una pianificazione per far recuperare a ogni bambino le vaccinazioni mancate, quando la pandemia cesserà
  • finanziare il GAVI, in modo che esso possa continuare a sostenere i programmi di vaccinazione futuri
  • assicurare che quando vi sarà un vaccino contro il COVID-19, sia messo a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. anche nei paesi a basso reddito, 
 
«I bambini che oggi non stanno ricevendo i vaccini non devono passare il resto della loro vita senza la protezione da quelle malattie» ammonisce Seth Berkley, direttore del GAVI. 
 
«L’eredità lasciata dal COVID-19 non deve includere anche la ricomparsa a livello globale di altre malattie letali come morbillo e polio.»

24/04/2020

News ed Aggiornamenti