Emergenza Rohingya, 720.000 bambini da aiutare: oggi la Conferenza Internazionale dei paesi donatori

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22/10/2017

23 ottobre 2017 – A due mesi dall'inizio della crisi umanitaria del popolo rohingya in Myanmar e dell'esodo verso il Bangladesh, migliaia di bambini e donne restano privi degli aiuti di base.
 
L'allarme è stato lanciato oggi a Ginevra in occasione della Conferenza internazionale dei donatorinella quale cui si sono incontrati rappresentanti di Stati e di organizzazioni umanitarie, con l’obiettivo di raccogliere risorse finanziarie per quella che resta un’emergenza gravemente sottofinanziata.
 
Complessivamente sono circa 1,2 milioni le persone bisognose di aiuto nel distretto di Cox's Bazar, sulla costa sud-orientale del Bangladesh: la cifra include sia i nuovi arrivati che i molti rifugiati Rohingya già presenti da anni, sa le comunità povere della regione ospitante. In tutto, quasi 720.000 sono bambini. 
 
Si stima che circa 450.000 minori rohingya tra i 4 e i 18 anni abbiano bisogno di aiuto per tornare a frequentare la scuola: 270.000 di loro sono quelli arrivati nelle ultime settimane. 
 
Circa 17.000 bambini affetti da malnutrizione acuta grave hanno bisogno immediato di terapie  ospedaliere o ambulatoriali, mentre sono 120.000 le donne in gravidanza o in allattamento che hanno bisogno di alimentazione complementare.
 
Si riscontra anche una grave carenza di acqua potabile e servizi igienici negli insediamenti dei rifugiati: mediamente, ogni latrina serve 100 persone.
 
«La crisi dei rifugiati rohingya non sembra conoscere tregua» sottolinea Edouard Beigbeder, Rappresentante dell'UNICEF in Bangladesh. «I bisogni dei rifugiati e delle comunità ospitanti aumentano a un ritmo molto più veloce della nostra capacità di risposta. Abbiamo bisogno di maggiori risorse, e ne abbiamo bisogno adesso.»
 
«Considerate la densità della popolazione e le precarie condizioni igieniche e sanitarie, un'eventuale epidemia di colera o di diarrea acquosa acuta, entrambe patologie endemiche in Bangladesh, potrebbe uccidere migliaia di persone negli accampamenti provvisori».
 
Sono stati finora riscontrati casi di morbillo sia tra i rifugiati già insediati che tra i nuovi arrivati. L’UNICEF sta lavorando per accelerare il programma delle vaccinazioni di routine, che beneficerà anche i bambini delle comunità ospitanti.
 
Arrivano anche notizie di genitori o altri adulti che si prendono cura di bambini, che hanno dichiarato di non riuscire più a seguirli a causa del proprio stress emotivo e psicologico.

Molti adolescenti hanno dovuto assumersi le responsabilità degli adulti nella distribuzione del cibo, nella raccolta di legna da ardere o prendendosi cura di fratelli o di familiari adulti. Almeno 900 bambini vivono in famiglie guidate da altri minorenni. 
 
Dal 25 agosto l’UNICEF è impegnato senza sosta, insieme alle organizzazioni partner, per garantire a questi bambini tutto l'aiuto possibile.
 
  • Abbiamo monitorato lo stato nutrizionale di 50.000 bambini sotto i 5 anni. A oltre 1.500 di essi è stata diagnosticata la forma più pericolosa di malnutrizione (quella "acuta grave") e quasi tutti sono stati sottoposti a terapia nutrizionale di emergenza
  • Circa 69.000 bambini tra i 6 mesi e i 6 anni di età hanno ricevuto dosi supplementari di vitamina A durante le campagne di vaccinazione contro morbillo, rosolia e polio
  • Circa 7.500 donne in stato di gravidanza e in allattamento hanno ricevuto indispensabili consigli nutrizionali, per ridurre i tassi di denutrizione fra i più piccoli
  • Oltre 700.000 persone, fra cui 180.000 bambini tra 1 e 5 anni, sono stati vaccinati contro il colera grazie a una campagna lanciata il 10 ottobre. Un secondo ciclo, a novembre, servirà a vaccinare altri 180.000 bambini contro il colera e 220.000 contro la polio, entrambe malattie potenzialmente letali che possono diffondersi facilmente nei campi profughi
  • abbiamo assicurato acqua potabile per 128.000 persone, servizi igienici per 190.000 persone e distribuito kit igienici e contenitori per conservare l’acqua a 37.000 rifugiati
  • Oltre 35.000 bambini stanno ricevendo sostegno psicologico e sociale in 106 "Spazi a misura di bambino" (Child-friendly Spaces), ambienti protetti appositamente creati nelle situazioni di emergenza
  • Abbiamo garantito forme di istruzione di emergenza a oltre 22.000 bambini, fra i quali 8.500 nuovi rifugiati
I bisogni sono enormi e in aumento, ma i fondi restano estremamente limitati.
 
L’UNICEF ha ricevuto ad oggi appena l’11% dei 76 milioni di dollari necessari per garantire l'assistenza umanitaria urgente per i bambini e per le mamme colpite da questa crisi.

22/10/2017

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