Burundi, sapone a metà prezzo per combattere il coronavirus

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13/10/2020

Lavarsi le mani con il sapone non è mai stato un gesto scontato, per i bambini del Burundi, uno dei paesi più poveri dell'Africa e del mondo. 

Da qualche mese, però, tutto è diventato più facile grazie a un progetto condotto dall'UNICEF e finanziato da alcune istituzioni internazionali, che ha reso possibile produrre e immettere sul mercato milioni di saponette al 50% del prezzo corrente.

L'iniziativa si basa sull'accordo tra l'UNICEF e Savonor S.A, l'unica industria burundese produttrice di sapone. La Savonor ha accettato di ridurre i suoi margini di profitto, mentre l'UNICEF si è incaricata di reperire sovvenzioni che possano ridurre i costi di produzione

A fornire i fondi sono stati - oltre all'UNICEF - la Banca Mondiale, l'agenzia degli Stati Uniti per la cooperazione internazionale (USAID) e il CERF, il Fondo delle Nazioni Unite per la Risposta alle emergenze umanitarie.

Il frutto dell'accordo è molto concreto: la Savonor produce ogni mese 10 milioni di saponette "Bururu" da 150 grammi, che vengono vendute a 8 centesimi di dollaro l'una, la metà del prezzo abituale. Inutile dire che le nuove saponette azzurre ("Bururu" vuol dire "sapone blu" in lingua Kirundi) sono subito diventate molto popolari.

«Ci siamo detti: che senso ha promuovere il lavaggio delle mani come una delle misure più efficaci per prevenire il COVID-19 e altre malattie, se per molti burundesi il sapone è semplicemente troppo caro?» spiega Jeremy Hopkins, Rappresentante dell'UNICEF in Burundi.

«La nostra azienda opera in Burundi da 50 anni» aggiunge Matthias Kuntze, a capo della Savonor S.A. «In frangenti così difficili per il paese e per il mondo intero, siamo felici e orgogliosi di fare la nostra parte per aiutare la popolazione a proteggersi dal coronavirus e dagli altri agenti infettivi che possono essere prevenuti tramite il lavaggio delle mani con acqua e sapone.»

Per sua fortuna, il Burundi non è tra i paesi africani maggiormente colpiti dalla pandemia (a tutt'oggi si contano poche centinaia di contagi, a fronte però di pochissimi tamponi effettuati), ma la densità della popolazione e la fragilità strutturale del sistema sanitario lo pongono in una condizione di rischio potenzialmente elevato. 

Minacce più concrete del COVID, da queste parti, sono la diarrea e le altre malattie veicolate dall'acqua, che mietono numerose vittime tra i bambini. Nonostante i sensibili progressi degli ultimi decenni, il Burundi registra tuttora un tasso di mortalità infantile 0-5 anni quasi 20 volte superiore a quello italiano.
«Dando la possibilità alla popolazione di acquistare il sapone a prezzi accessibili confidiamo che lavarsi le mani in modo sicuro diventi un'abitudine in tutte le famiglie burundesi, riducendo l'incidenza delle infezioni veicolate dall'acqua» commenta ancora Hopkins.

Sin dall'inizio della pandemia, l'UNICEF è attivo in Burundi con programmi volti a migliorare l'accesso all'acqua pulita nelle scuole,  negli ospedali e in altri luoghi pubblici, oltre a condurre campagne di sensibilizzazione e prevenzione sanitaria.

13/10/2020

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