Giornata Internazionale delle Bambine, stop ai matrimoni precoci

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10/10/2012

In occasione della I° Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze (International Day of the Girl Child), l'UNICEF e le organizzazioni partner sottolineano l'impegno comune per porre fine ai matrimoni precoci – una violazione dei diritti umani fin troppo diffusa, che ha conseguenze su tutti gli aspetti della vita di una bambina.
 
Le stime dell'UNICEF più recenti indicano che globalmente (Cina esclusa) 70 milioni di donne tra i 20 e i 24 anni - circa una su tre - si sono sposate prima dei 18 anni: di queste, 23 milioni si sono sposate addirittura prima di aver compiuto 15 anni.
 
A livello globale, quasi 400 milioni di donne di età compresa tra 20 e 49 anni (oltre il 40%, del totale) si sono sposate in minore età.
 
«La Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze riflette la necessità di mettere al centro dell'agenda dello sviluppo i diritti delle ragazze», ha dichiarato Anju Malhotra, responsabile della sezione Genere e Diritti all'UNICEF. «Le Nazioni Unite e i suoi partner stanno lavorando congiuntamente per mostrare gli incredibili progressi fatti e per evidenziare le sfide in corso.»

 

Un movimento globale contro i matrimoni precoci

Sotto lo slogan “La mia vita, il mio diritto, la fine dei matrimoni precoci” si sta svolgendo in tutto il mondo una serie di eventi e di azioni per richiamare l'attenzione su questo tema estremamente importante. 
 
Presso la sede dell'ONU a New York, l'arcivescovo Desmond Tutu insieme a UNICEF, UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) e UN Women discutono su come governi, società civile, agenzie ONU e settore privato possano unire i propri impegni per accelerare la scomparsa della pratica del matrimonio precoce.
 
In Malawi la questione verrà posta al centro del dibattito parlamentare, mentre in Uganda è stato lanciata una discussione aperta tra i giovani tramite l'uso di SMS.
 
L’UNICEF - in collaborazione con i governi, la società civile e le altre Agenzie dell'ONU - sta gettando le basi per porre fine ai matrimoni precoci a livello globale. Nel 2011, 34 uffici UNICEF sul campo hanno attivato progetti per affrontare il matrimonio precoce attraverso riforme legislative e cambiamenti sociali ed economici. 

Uno striscione che chiede di lasciare le ragazze libere di scegliere il proprio marito dopo avere compiuto 18 anni. La foto è stata scattata nel villaggio di Darsilameh, in Gambia, durante una manifestazione contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci - ©UNICEF/NYHQ2009-0840/Parker

Uno striscione che chiede di lasciare le ragazze libere di scegliere il proprio marito dopo avere compiuto 18 anni. La foto è stata scattata nel villaggio di Darsilameh, in Gambia, durante una manifestazione contro le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci - ©UNICEF/NYHQ2009-0840/Parker

In India, uno dei Paesi al mondo con il maggior numero di ragazze sposate prima del 18° compleanno, il tasso di matrimoni precoci è diminuito a livello federale e in quasi tutti gli Stati: dal 54% del 1992-1993 si è scesi al 43% del 2007-2008, ma il ritmo del calo è ancora troppo lento.
 
L'UNICEF ha favorito l'approvazione del Child Marriage Prohibition Act del 2006, e da allora ha sostenuto lo sviluppo e l'attuazione di una strategia nazionale sui matrimoni precoci che mira a coordinare i programmi e le politiche per affrontare sia le cause che le conseguenze di questo fenomeno. Lavorando con i singoli Stati della federazione indiana, l'UNICEF ha contribuito a sviluppare Piani di azione nazionali e ha favorito la creazione di "club" di ragazze che sono stati formati sul tema dei diritti dell'infanzia e su come stimolare le comunità locali ad avviare un dialogo sulla fine dei matrimoni precoci.
 
Le esperienze maturate in Paesi diversi come Bangladesh, Burkina Faso, Gibuti, Etiopia, India, Niger, Senegal e Somalia dimostrano come la combinazione di misure legali e il sostegno alle comunità, la possibilità di fornire valide alternative - in particolare la scolarizzazione - e di discutere apertamente del problema nelle comunità, produce risultati positivi.
 

Spose bambine, la scuola è la prevenzione migliore

«Il matrimonio precoce spesso comporta per una ragazza l'abbandono della scuola. Nelle comunità dove tale pratica è diffusa, sposare una bambina è parte di una serie di norme sociali e atteggiamenti che riflettono il basso valore dato ai diritti umani delle bambine» ha aggiunto Anju Malhotra.
 
L'istruzione è una delle strategie più efficaci per proteggere le bambine dai matrimoni precoci. Quando le ragazze possono continuare a studiare, può verificarsi facilmente anche un cambiamento nei comportamenti che migliora le loro opportunità all'interno della comunità.
 
L'incidenza del fenomeno delle "spose bambine" è diminuita nel corso degli ultimi 30 anni, ma i matrimoni precoci restano diffusi in diverse regioni del mondo, in particolare nelle zone rurali e tra i ceti più poveri.
 
Alcune spose bambine sono i soggetti più emarginati e vulnerabili della società. Le giovani spose sono spesso costrette a una vita di totale isolamento: allontanate troppo presto dalla famiglia di origine, escluse dall'istruzione, deprivate anche della possibilità di poter andare a scuola e di avere relazioni con i coetanei e con il resto della comunità.
 

Gravidanze pericolose

I matrimoni precoci mettono le ragazze a rischio di gravidanze precoci e indesiderate, con conseguenze che possono portare anche alla morte. 

Tra le ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni, i decessi legati alla gravidanza e al parto rappresentano una quota importante della mortalità complessiva: nel mondo, sono circa 50.000 le morti per queste cause ogni anno. 

Inoltre, le ragazze tra i 10 e i 14 anni di età hanno probabilità 5 volte maggiori  - rispetto alle ragazze tra 20 e 24 anni - di morire durante la gravidanza e il parto.

«Attraverso gli impegni globali, i movimenti della società civile, la legislazione e le iniziative individuali, le ragazze fioriranno in un ambiente sicuro e produttivo» ha concluso Malhotra. «Dobbiamo accelerare i progressi e dedicare risorse affinché le ragazze possano rivendicare i propri diritti e realizzare il loro pieno potenziale.»

10/10/2012

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