Scuole come bersaglio, l'UNICEF in azione per i bambini nei luoghi di Boko Haram

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03/09/2018

3 settembre 2018 – Il conflitto in corso, gli spostamenti di popolazione e il timore di attacchi contro le scuole stanno mettendo a rischio l’istruzione di oltre 3,5 milioni di bambini che vivono nella regione del lago Ciad.

Sono quasi 1.000 le scuole chiuse o non funzionanti a causa delle violenze e dei disordini nel Nord-est della Nigeria, nel Ciad, in Camerun e nel Niger.
 
Il bacino del lago Ciad, una delle regioni più povere nel mondo, versa da oltre 9 anni in una situazione di guerra e instabilità, principalmente a causa della guerriglia jihadista di Boko Haram.
 
Sebbene le condizioni di sicurezza siano migliorate, oltre 10 milioni di persone, fra cui 6 milioni di bambini, hanno ancora bisogno di assistenza umanitaria.

Ben 2,4 milioni di civili sono stati costretti a sfollare, all'interno dei paesi di appartenenza o oltre confine: il protrarsi delle violenze e le scorrerie ricorrenti contro villaggi e città rendono ancora più difficile per loro tornare nelle proprie abitazioni e ricostruire le proprie vite.
 
Il 3 e il 4 settembre 2018 governi, organizzazioni internazionali e multilaterali e gli attori della società civile si incontrano a Berlino per la seconda conferenza sul bacino del lago Ciad, che punta a mantenere gli impegni generati dalla conferenza di Oslo del 2017 e ad aumentare il sostegno per una risposta umanitaria continuativa.
 
«Laddove c'è insicurezza, l’istruzione può essere sia un sostegno alla vita sia un modo per salvarla» spiega Manuel Fontaine, Direttore per i Programmi di Emergenza dell’UNICEF.
 
«L’istruzione permette ai bambini e ai giovani di apprendere cose che dureranno per tutta la loro vita. Fornisce loro le competenze necessarie per costruire un futuro migliore per se stessi e per le loro famiglie, e contribuisce a creare comunità prospere e pacifiche. Eppure troppo spesso, nelle crisi umanitarie, i fondi per l’istruzione sono insufficienti».

Un anno di risultati concreti
 
Nonostante i pericoli per la sicurezza e gli ostacoli dovuti alla povertà e allo sfollamento, nel 2017 l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno garantito sostegno ai governi locali consentendo a oltre un milione di bambini che vivono nelle zone a rischio di tornare sui banchi all'apertura del nuovo anno scolastico 

Abbiamo inoltre fornito a 150.000 alunni della scuola primaria informazioni sulle procedure sicure di evacuazione e di isolamento in caso di attacchi o incidenti di sicurezza durante i giorni di scuola.
 
Circa 2.000 insegnanti hanno seguito corsi di formazione di base sulla riduzione dei rischi in caso di crisi e oltre 14.000 sono stati formati su come integrare il sostegno psicologico e sociale nelle loro lezioni.
 
Le comunità locali sono state coinvolte per partecipare alla protezione delle scuole, e in Nigeria queste competenze sono state integrate nella formazione degli insegnati prima di prendere servizio.

Laddove le carenze infrastrutturali o le ostilità rendono impossibile o troppo pericoloso recarsi fisicamente a scuola, l'UNICEF e le organizzazioni partner aiutano le autorità scolastiche nazionali a organizzare forme alternative di istruzione, come le radio educative per l'alfabetizzazione - utilizzate soprattutto in Camerun e in Niger.
 
L’UNICEF ha lanciato per il 2018 un appello umanitario da 41,7 milioni di dollari quale risposta ai fabbisogni educativi nella regione: a metà anno, questo appello risultava finanziato appena per l’8% del totale.

03/09/2018

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