L'importanza di avere vicino un grande papà: la storia di Bongani e del piccolo Khuma

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03/06/2019

4 giugno 2019 – In un tranquillo parco di Città del Capo, capitale del Sudafrica, Bongani Nggame, 44 anni, tiene in braccio il piccolo Khuma di appena 8 mesi che con gli occhi vispi e sorridenti si guarda intorno in modo curioso attratto dalla natura che lo circonda.
 
Il piccolo Khuma è partito insieme a mamma Fezeka dal villaggio di Guguletu, distante 20 km. da Città del Capo, per fare una sorpresa al papà durante l’orario di lavoro.
 
Qualche tempo fa Bongani, così come tanti altri papà di Città del Capo, non avrebbe mai avuto la possibilità di incontrare i propri figli, anche se per poco, durante l’orario di lavoro.
 
Il ruolo del papà fino a qualche anno fa era considerato marginale e superfluo nella crescita del bambino. “I padri delle generazioni precedenti erano lontani e assenti, se ripenso a quando ero bambino ricordo il forte legame e le lunghe chiacchierate fatte con mio nonno ma non ricordo momenti del genere con mio padre. Di questa mia mancanza ne parlo molto spesso con lui che si dice pentito di non essere stato molto presente quando ero bambino e di non aver creato un legame forte con me fin dai miei primi anni di vita.
 
Prima della nascita di Khuma, Bongani ha partecipato a un corso promosso dall’UNICEF in collaborazione con il Dipartimento della sanità del governo della provincia occidentale di Città del Capo chiamato “MenCare”. Il corso ha creato maggiore consapevolezza sull’importanza del papà nella crescita del proprio figlio e ha rivoluzionato il suo ruolo all’interno dell'ambito familiare. “Quando è nato Khuma ho preso due settimane di ferie. Ho avuto la possibilità di prendere un paio di giorni di congedo di paternità con cui ho aiutato mia moglie e sono  riuscito a godermi i primi momenti di vita del mio piccolino”.
 
Secondo Bongani la parte più importante dell’essere padre è essere presenti e passare quanto più tempo possibile con il proprio bambino. «Sono così felice e orgoglioso di mio figlio, sento che ci unisce un legame speciale, difficile da spiegare a parole. Quando vado al centro commerciale per fare compere penso alle cose che lo divertono, ai rumori e a tutto quello che lo incuriosisce e mi fa sentire pieno di gioia e di felicità».
 
Alla domanda su quale sia la cosa più impegnativa dell'essere padre, Bongani ride e risponde: «Da quando è nato non riusciamo a dormire come prima! Sinceramente, però, sono fortunato, siamo fortunati».
 
Grazie al lavoro svolto dall’UNICEF riusciamo a conciliare lavoro e famiglia, da quando Khuma è con noi pensiamo solamente alla sua felicità e a come farlo crescere circondato da gioia e amore.

03/06/2019

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