Mutilazioni genitali, la medicalizzazione non riduce il danno: 52 milioni vittime per mano di un dottore

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05/02/2020

Secondo una nuova analisi dell'UNICEF resa pubblica oggi in occasione della Giornata Internazionale per la tolleranza zero verso le mutilazioni genitali femminili (MGF), 52 milioni di ragazze e donne un quarto dei circa 200 milioni di donne che nel mondo convivono con le conseguenze di una mutilazione genitale femminile hanno subito questa brutale pratica per mano di un operatore sanitario.

Questa percentuale è doppia tra le adolescenti, a indicare che la pratica è oggetto di una crescente medicalizzazione: il 34% delle vittime di MGF nella fascia di età 15-19 anni è stata sottoposta a un intervento medico, rispetto al 16% delle vittime di età compresa tra i 45 e i 49 anni
 
«Le mutilazioni autorizzate ed eseguite da un medico restano sempre mutilazioni, e i professionisti sanitari che le eseguono violano i diritti fondamentali, l'integrità fisica e la salute delle bambine e delle ragazze» sottolinea il Direttore dell'UNICEF Henrietta Fore. «Medicalizzare la pratica non la rende sicura, morale o difendibile.»
 
L'incremento della medicalizzazione delle MGF deriva dall'errata percezione che i rischi connessi alle MGF siano di natura meramente sanitaria, anziché rappresentare una vera e propria violazione dei diritti umani.
 
Medicalizzare la pratica delle MGF non elimina il pericolo che essa rappresenta per le donne, poiché rimuove e danneggia tessuti sani e normali e interferisce con le funzioni naturali del corpo femminile.
 
La medicalizzazione di qualsiasi forma di MGF, eseguita da qualsiasi categoria di operatori sanitari, in una clinica pubblica o privata, a casa o altrove – è estremamente comune in Egitto e Sudan, paesi in cui quasi l'80% delle ragazze subiscono la mutilazione da parte di personale medico. 
 
I pericoli delle MGF medicalizzate sono stati messi in evidenza iil mese scorso dalla morte di una dodicenne in Egitto, che ha suscitato l'indignazione e la condanna internazionale da parte delle Nazioni Unite e del governo del Cairo. L'Egitto ha reso illegale la pratica delle MGF nel 2008 e recentemente (2016) ha aggravato la pena per chi le esegue. 
 
La tendenza a medicalizzare questa pratica è la reazione alla crescente opposizione alla pratica a livello globale. Negli ultimi 20 anni, secondo la nuova analisi dell'UNICEF, nei paesi a maggiore prevalenza del fenomeno la percentuale di ragazze e donne che vogliono la cessazione della pratica è raddoppiata.
 
L'opposizione è più intensa tra le adolescenti che non fra le donne adulte. In Egitto, Sierra Leone e Guinea, ci sono almeno il 50% di probabilità in più che le ragazze si oppongano alle MGF, rispetto alle donne adulte.
 
«Le MGF sono radicate nelle disuguaglianze di genere, e il primo passo per porvi fine è quello di far cambiare idea alle persone» afferma Henrietta Fore. «Stiamo compiendo progressi. Gli atteggiamenti stanno cambiando, mutano i comportamenti. E, nel complesso, sempre meno ragazze vengono mutilate."

05/02/2020

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