1 bambino su 5 in Medioriente e Nord Africa ha bisogno di aiuti umanitari
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11 settembre 2017- Secondo gli ultimi dati, circa 1 bambino su 5 in Medio Oriente e nel Nord Africa ha bisogno di assistenza umanitaria immediata.
Oltre il 90% di questi bambini vive in paesi colpiti da conflitti. «I conflitti continuano aprivare milioni di ragazzi e ragazze della loro infanzia. In Medioriente e in Nord Africa si rischia di cancellare decenni di progressi,” ha dichiarato Geert Cappelaere, direttore UNICEF per la regione..
Secondo quanto risulta dall'ultima analisi:
- In Siria e nei paesi che ospitano rifugiati, circa 12 milioni di bambini siriani hanno bisogno di assistenza umanitaria, un numero in aumento rispetto al mezzo milione del 2012. Si stima che circa 2 milioni di bambini che vivono in aree difficili da raggiungere o sotto assedio abbiano ricevuto negli anni un’assistenza umanitaria limitata.
- In Yemen, i combattimenti hanno distrutto i sistemi igienici e idrici, innescando la peggiore epidemia di colera e diarrea acquosa acuta del mondo, con oltre 610.000 casi sospetti ad oggi. Oltre metà delle strutture sanitarie dello Yemen non sono operative e i sistemi idrici sono stati distrutti, tagliando fuori dall’accesso ad acqua sicura e all’assistenza sanitaria di base circa 15 milioni di persone.
- In Iraq, oltre 5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza, visto che i pesanti combattimenti si sono intensificati anche a Mosul e recentemente a Tel-Afar. Hanno bisogno di acqua, cibo, un riparo e istruzione.
- Nella striscia di Gaza, la crisi energetica in corso ha ridotto l’accesso all’acqua del 30%. I casi di diarrea fra i bambini piccoli sono raddoppiati in appena tre mesi.
I bambini sono stati colpiti più duramente dal perdurare di anni di violenze, sfollamento e mancanza di servizi basilari.
Le infrastrutture civili, fra cui ospedali, impianti elettrici, idrici e igienico-sanitari sono stati spesso attaccati, esponendo i bambini a rischio di malattia e morte.
Milioni di famiglie sono state costrette a scappare dalle proprie case – alcune diverse volte e mentre erano sotto attacco.
Le continue violenze e gli sfollamenti hanno reso sempre più difficile resistere e andare avanti, per i bambini e per le loro famiglie.
«Non si riesce a intravedere la fine di questi conflitti, e le risorse finanziarie delle famiglie si stanno esaurendo. Per questo motivi molte famiglie non vedono altra scelta che mandare i propri bambini a lavorare o far sposare precocemente le proprie figlie. Il numero di bambini affiliati ai combattimenti è più che duplicato» afferma Cappelaere.
«I bambini del Medio Oriente e del Nord Africa hanno sopportato livelli di violenze mai visti prima, e sono stati testimoni di orrori a cui nessun bambino dovrebbe mai assistere. Se le violenze e i conflitti dovessero continuare, le conseguenze sarebbero tragiche. Non solo per questa regione, ma per il mondo intero» aggiunge il direttore regionale UNICEF.
«I leader mondiali devono impegnarsi molto di più per porre fine alle violenze, per il bene dei ragazzi e delle ragazze e del loro futuro.»