2014 di sangue per le scuole in Siria, centinaia gli alunni uccisi o feriti
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7 gennaio 2015 - La prosecuzione dei combattimenti e la recente chiusura di alcune scuole - decretata a dicembre dallo Stato Islamico (ISIS) per adeguare i programmi educativi alle norme religiose - nei governatorati di Raqqa e Deir al-Zour e in alcune aree rurali della provincia di Aleppo, hanno fortemente compromesso il diritto all'istruzione per 670.000 bambini in età scolare.
«Oltre all’impossibilità di frequentare le lezioni, i reiterati attacchi armati contro le scuole, gli insegnanti e gli studenti sono uno spaventoso monito sul prezzo che i bambini siriani stanno pagando per una crisi che sta per entrare nel suo quinto anno» afferma Hanaa Singer, Rappresentante UNICEF in Siria.
«Poter andare a scuola è un diritto che deve essere garantito a tutti i bambini, indipendentemente da dove vivano o da quanto siano difficili le circostanze. Le scuole sono l'unica oasi di stabilità e normalità, e i bambini siriani ne hanno più bisogno che mai, in questo terribile conflitto».
Secondo i dati disponibili, nel solo 2014 si sono verificati in Siria almeno 68 attacchi contro edifici scolastici, e vi sono indicazioni che alcuni attacchi sono stati compiuti deliberatamente.
Questi attacchi hanno causato fra gli alunni almeno 160 vittime e 343 feriti, riferisce da Ginevra il portavoce UNICEF Christophe Boulierac, ma il bilancio effettivo potrebbe essere ancora più pesante data la difficoltà ad accedere alle informazioni in alcune zone.
Secondo il Ministero dell'Istruzione, in Siria sono 4,3 milioni i bambini e i ragazzi iscritti nel sistema scolastico nazionale: ma una cifra che oscilla tra 2,1 e 2,4 milioni di essi non possono frequentare affatto le lezioni, oppure lo fanno solo in maniera irregolare.
Secondo il Ministero dell'Istruzione, in Siria sono 4,3 milioni i bambini e i ragazzi iscritti nel sistema scolastico nazionale: ma una cifra che oscilla tra 2,1 e 2,4 milioni di essi non possono frequentare affatto le lezioni, oppure lo fanno solo in maniera irregolare.
«Le scuole dovrebbero essere considerate zone di pace e rifugio sicuro, dove i bambini possono studiare senza il terrore di perdere la vita o rimanere feriti» ribadisce la Rappresentante UNICEF nel paese mediorientale.
«L'UNICEF ha ripetutamente invitato tutte le parti nel conflitto a onorare la loro responsabilità di proteggere i bambini, le scuole e le altre infrastrutture civili: un appello che ripetiamo con ancora maggiore urgenza in questo inizio di 2015 che vede i bambini siriani ancora alle prese con minacce mortali alla loro sicurezza, al loro benessere e al loro diritto all'istruzione.»