Assegni familiari, uno strumento fondamentale per ridurre la povertà dei bambini
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Secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi dall'Overseas Development Institute (ODIì) e dall'UNICEF, gli assegni familiari universali [erogati cioè a tutte le famiglie con figli a carico, con parte dell'importo fissa per tutti e parte variabile a seconda del numero dei figli] come i sussidi in contanti privi di condizionalità o i trasferimenti fiscali, sono strumenti fondamentali nella lotta contro la povertà minorile, ma sono disponibili solo nel 10% degli Stati.
Il rapporto "Universal Child Benefits: Policy Issues and Options" evidenzia come i benefici in denaro per i bambini nei Paesi a medio reddito, con un costo di appena l'1% del PIL porterebbero a un calo della povertà nazionale del 20%.
In 15 paesi ad alto reddito presi in esame, la sola erogazione di assegni familiari universali ha portato a una riduzione della povertà infantile mediamente pari a 5 punti percentuali.
È dimostrato che gli assegni familiari riducono le privazioni, migliorando il benessere generale dei bambini, la salute, l'istruzione, la sicurezza alimentare, la produttività e la capacità di contribuire alle loro società e alle loro economie quando raggiungono l'età adulta
«Investire nei bambini non soltanto cambia la loro vita, ma porta grandi benefici alle loro comunità e alla società nel suo complesso» afferma Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell'UNICEF.
«Ora più che mai, poiché le ricadute economiche del COVID-19 minacciano di annullare anni di progressi nella riduzione della povertà, gli assegni familiari universali possono essere un'ancora di salvezza per .proteggere le famiglie vulnerabili dall'aggravarsi dei livelli di povertà e di privazione, e per salvare i paesi da impatti sociali ed economici catastrofici.»
Assegni familiari, il caso dell'Italia
«Secondo i nuovi dati resi noti ieri dall'ISTAT, sono 4,6 milioni le persone in povertà assoluta nel nostro paese, con una flessione per la prima volta, dopo 4 anni di crescita» dichiara il Presidente dell'UNICEF Italia Francesco Samengo.
Assegni familiari, il caso dell'Italia
«Secondo i nuovi dati resi noti ieri dall'ISTAT, sono 4,6 milioni le persone in povertà assoluta nel nostro paese, con una flessione per la prima volta, dopo 4 anni di crescita» dichiara il Presidente dell'UNICEF Italia Francesco Samengo.
«Tuttavia, bisogna attendere per capire quale sarà l'impatto dell'emergenza COVID-19 su questo indicatore. I dati ci dicono anche che la povertà assoluta coinvolge di più le famiglie numerose e con figli minorenni.
Sono attualmente oltre 1.137.000 i minorenni in povertà assoluta nel nostro paese. Chiediamo che le misure che verranno delineate nella cornice del Family Act assicurino maggiori risorse alle famiglie che vivono in Italia.»
Più coesione sociale se i benefici sono per tutti
L'universalizzazione dei benefici riduce i rischi spesso associati all'insufficienza dei mezzi di valutazione, come quando alcune famiglie in difficoltà vengono lasciate prive di sostegno finanziario a causa di errori nei criteri di inclusione.
Più coesione sociale se i benefici sono per tutti
L'universalizzazione dei benefici riduce i rischi spesso associati all'insufficienza dei mezzi di valutazione, come quando alcune famiglie in difficoltà vengono lasciate prive di sostegno finanziario a causa di errori nei criteri di inclusione.
Misure universali di protezione sociale, quali sussidi in denaro contante o sgravi di imposte, aiutano anche a rimuovere la stigmatizzazione associata alle misure di welfare tradizionali.
«Gli assegni familiari universali giocano un ruolo fondamentale nella riduzione della povertà, attraverso la promozione della coesione sociale e il sostegno dell'opinione pubblica alla protezione sociale» spiega Sara Pantuliano, Direttrice dell'ODI.
«Negli Stati in cui gli assegni familiari sono già operativi, essi rappresentano un cardine dei sistemi di welfare nazionale e in tempi di crisi sono efficaci nell'ampliare la protezione sociale.»
«All'atto pratico, gli Stati che hanno raggiunto una copertura elevata o universale della popolazione con assegni familiari lo hanno fatto seguendo diversi percorsi» spiega Francesca Bastagli, autrice principale del rapporto e Direttrice per le Politiche Sociali e di Equità dell’ODI.
«Il tratto comune a tutti è una realizzazione progressiva di queste misure, attraverso un processo che parte dall’adozione di norme sul welfare familiare e dalle politiche di regolamentazione, e passa poi attraverso il miglioramento delle procedure amministrative e della capacità finanziaria e la costruzione di un consenso politico e culturale nei confronti di queste politiche sociali.»
È importante rilevare che l'erogazione dei sussidi monetari non porta a una riduzione del lavoro retribuito nella popolazione in età lavorativa. In altri termini, i genitori che ne beneficiano non tendono a lavorare meno ma utilizzano questi aiuti economici per bilanciare le esigenze di lavoro con i bisogni familiari.
Il rapporto chiarisce come l'estensione dei programmi di assistenza all'infanzia e alle famiglie deve essere una priorità nazionale e richiede la solidarietà internazionale per essere finanziata - specialmente per quanto riguarda i Paesi a basso reddito, con una popolazione numerosa e con capacità di spesa sociale limitata a causa della pandemia di COVID-19.
Inoltre, gli assegni familiari devono essere inseriti in un più vasto sistema di protezione sociale e di servizi sociali di qualità, a cominciare dall'istruzione pubblica e dall'assistenza sanitaria.
Il rapporto evidenzia infine i possibili percorsi per raggiungere la copertura universale, e i modi in cui i Paesi a basso reddito possono attuare le misure per i bambini più piccoli, per renderli poi universali per tutti gruppi di età.
Documenti disponibili
Universal-child-benefits-2020pdf / 4.58 Mb
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