Bambine, il tempo della protezione: un reportage dal Bangladesh - 2

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07/01/2016


(1. Vivere (in tanti) su un fazzoletto di terra >>)

Giovani imprenditrici

Uno dei migliori investimenti per crescere è incentivare le proprie capacità: vale ovunque e per tutti.

Da anni l’UNICEF, in collaborazione con il Ministero delle donne e bambini (MoWCA) e quello del Social Welfare (MoSW), promuove il programma di conditional cash transfers per i bambini, sussidi economici per farli studiare.

Ma punta anche ai finanziamenti per gli adolescenti tra i 15 e i 18 anni – tecnicamente si chiamano stipends – che prevedono una somma di 15.000 taka (circa 185 euro) una tantum per avviare o consolidare piccoli business.

Sharmin ha 16 anni e ha ricevuto un finanziamento dall’UNICEF di 15.000 taka (circa 185 euro) per avviare una piccola bottega a Dacca. Insieme al fratello Shajalal, di un anno più piccolo, ricicla carta e giornali. Racconta che riesce a guadagnare circa 120 euro al mese, con cui mantiene la famiglia. ©Claudia Amico per UNICEF Italia /2015
Sharmin ha 16 anni e ha ricevuto un finanziamento dall’UNICEF di 15.000 taka (circa 185 euro) per avviare una piccola bottega a Dacca. Insieme al fratello Shajalal, di un anno più piccolo, ricicla carta e giornali. Racconta che riesce a guadagnare circa 120 euro al mese, con cui mantiene la famiglia. ©Claudia Amico per UNICEF Italia /2015

Le ragazze che hanno beneficiato dei finanziamenti hanno idee chiarissime sul da farsi. Sharmin ha 16 anni e una bottega proprio nello slum di Korail.

Raccoglie e ricicla carta per poi rivenderla. Suo fratello Shajalal, 15 anni, lavora con lei, e con loro c’è anche un altro ragazzo che collabora in bottega.

Il sussidio dell’UNICEF è servito a Sharmin per avviare la sua attività quando ha dovuto abbandonare la scuola per esigenze economiche. «Ora riesco a guadagnare circa 10.000 taka al mese e aiuto la famiglia: siamo in cinque».

Un paio di volte alla settimana (dalle 14 alle 16) frequenta il club degli adolescenti dove incontra altri ragazzi. «Ci sono anche dei libri», ci dice. Allora forse non tutto è perduto.

Khulna. Sumona ha 16 anni e con il finanziamento ricevuto dall’UNICEF ha acquistato una macchina da cucire per avviare il suo piccolo business. Oltre al lavoro scrive, balla, canta, studia (da sola) e fa parte del club degli adolescenti - ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015
Khulna. Sumona ha 16 anni e con il finanziamento ricevuto dall’UNICEF ha acquistato una macchina da cucire per avviare il suo piccolo business. Oltre al lavoro scrive, balla, canta, studia (da sola) e fa parte del club degli adolescenti - ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015

Anche Sumona e Shilpi hanno 16 anni, ma vivono nello slum di Khulna, nel Sud-ovest del paese. Sono state selezionate nel programma di sussidi per le loro condizioni di precarietà.


Entrambe con il finanziamento ricevuto hanno acquistato un macchina da cucire Singer (6.500 taka, un’ottantina di euro, quindi una bella fetta del sussidio ricevuto) e riescono a guadagnare qualcosa per alleviare la miseria in cui vivono le loro famiglie.

Sumona però è fermamente decisa a studiare, e continua a farlo da sola, nei ritagli di tempo che le avanzano dai ritagli di stoffa da cucire. Ora sta preparando un esame, ed è talmente preoccupata di non superarlo che mentre racconta si mette a piangere. Le piacerebbe lavorare in Polizia e prima di sposarsi vuole riuscirci.

Khulna. Shilpi ha 16 anni e vive con i genitori, due sorelle e due fratelli. In 7 in una baracca di neppure 10 metri quadrati per la quale pagano un affitto di circa 12 euro al mese. Con il finanziamento ricevuto, circa 185 euro, ha comprato una macchina da cucire e ha avviato il suo lavoretto di sarta - ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015
Khulna. Shilpi ha 16 anni e vive con i genitori, due sorelle e due fratelli. In 7 in una baracca di neppure 10 metri quadrati per la quale pagano un affitto di circa 12 euro al mese. Con il finanziamento ricevuto, circa 185 euro, ha comprato una macchina da cucire e ha avviato il suo lavoretto di sarta - ©Neige De Benedetti per UNICEF Italia /2015

 

Invece al mercato di Duaripara a Mirpur, sobborgo di Dacca, con lo "stipend" di 15.000 taka, Ayesha ha messo su un’attività per vendere uova.

Suo padre era malato e non poteva lavorare, lei ha dovuto interrompere gli studi per aiutare la sua famiglia. Il BRAC, una delle organizzazioni non governative più importanti con cui l’UNICEF lavora in Bangladesh, l’ha selezionata per sostenerla nella formazione.

Ayesha riesce a guadagnare 6.000-7.000 taka al mese, anche se un uovo costa solo 9 taka (10 centesimi circa).

Ayesha vende uova al mercato di Mirpur, a Dacca. Ha 16 anni e ha aperto una piccola bottega grazie al finanziamento dell’UNICEF. Ha dovuto interrompere gli studi per aiutare la famiglia. - ©UNICEF Italia /2015/Patrizia Paternò
Ayesha vende uova al mercato di Mirpur, a Dacca. Ha 16 anni e ha aperto una piccola bottega grazie al finanziamento dell’UNICEF. Ha dovuto interrompere gli studi per aiutare la famiglia. - ©UNICEF Italia /2015/Patrizia Paternò


Anche Nishi, 17 anni, ha un negozietto al mercato di Duaripara a Mirpur. Ha smesso di studiare perché tre anni fa il padre è morto e lei ha dovuto dare una mano per sollevare l’economia familiare. Ora gestisce questa piccola attività che aveva avviato il padre, anche se lui vendeva solo tè.

Quando ha ricevuto il sussidio dall’UNICEF (sempre 15.000 taka) ha ampliato il commercio e oltre al tè, che prepara all’istante per soli 5 taka (6 centesimi), ora vende molti altri generi.

Nishi, 17 anni, vende tè preparati all’istante, sigarette, patatine e altri generi al mercato di Mirpur, a Dacca. Con il finanziamento dell’UNICEF è riuscita ad ampliare la sua piccola attività, che prima si limitava alla sola vendita di tè. - ©UNICEF Italia /2015/Patrizia Paternò
Nishi, 17 anni, vende tè preparati all’istante, sigarette, patatine e altri generi al mercato di Mirpur, a Dacca. Con il finanziamento dell’UNICEF è riuscita ad ampliare la sua piccola attività, che prima si limitava alla sola vendita di tè. - ©UNICEF Italia /2015/Patrizia Paternò

(3. Il doppio vantaggio dell'istruzione >>)

07/01/2016

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