Bangladesh: prove generali di vaccinazioni, in attesa della campagna contro il COVID-19

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07/04/2021

In occasione della Settimana Mondiale delle Vaccinazioni l'UNICEF vuole ricordare l'impegno dei tanti operatori sanitari che oggi, così come prima dell'arrivo del COVID-19, continuano a compiere imprese straordinarie per raggiungere fino all'ultimo bambino.

Tra queste vi è Yochingnu. Ci sono stati molti cambiamenti in Bangladesh nell'ultimo decennio, non ultima la situazione delle strade rurali, che sono state migliorate sia nel numero che nella qualità. Nonostante questi positivi progressi, assicurare l'accesso ai vaccini salvavita per tutti i bambini è un lavoro complicato. Un lavoro che, spesso, prevede lunghe camminate. 

“Ci sono più strade oggi” dice Yochingnu, parlando delle colline di Chittagong, la regione del sud-est del paese. Nonostante questo, quando è iniziata l’ultima campagna di vaccinazioni a dicembre, la sua squadra è dovuta partire dalla città il giorno prima, per essere sicuri di arrivare in tempo.

“Dopo aver raggiunto la fine della strada sterrata, abbiamo dovuto camminare per alcune ore. Successivamente, abbiamo dovuto cercare un anziano al villaggio per chiedere di poter restare per la notte, così da poter cominciare le vaccinazioni alle 9 in punto la mattina dopo.”

Yochingnu e il resto dello staff trasportano a piedi i vaccini nella zona di Rangamati, in Bangladesh

Un viaggio così impervio non è solo un’impresa fisica per gli operatori sanitari, ma anche una sfida di tipo logistico.

Le fiale di vaccino contro il morbillo e la rosolia devono essere imballate con il ghiaccio per garantire che rimangano efficaci una volta somministrate: è la cosiddetta catena del freddo, che prevede una serie di azioni coordinate con precisione in ambienti a temperatura controllata al fine di conservare, gestire e trasportare questi prodotti salva-vita. 

"Quando al pomeriggio termina la campagna di vaccinazione, gli impacchi di ghiaccio non sono più freddi, quindi ogni dose avanzata è destinata allo smaltimento" dice Yochingnu.

Come lei, migliaia di operatori sanitari i Bangladesh, hanno portato a termine negli ultimi mesi l’impresa titanica di vaccinare 36 milioni di bambini in tutto il paese contro morbillo e rosolia. La campagna è stata lanciata dal Governo del Bangladesh con il supporto di UNICEF ed OMS. 

Quando al pomeriggio termina la campagna di vaccinazione, gli impacchi di ghiaccio non sono più freddi, quindi ogni dose avanzata è destinata allo smaltimento

Yochingnu, sulla catena del freddo

La campagna sarebbe dovuta partire nel marzo 2020 ma è stata posticipata a causa della pandemia di COVID-19. Una volta partita, nel dicembre 2020, era a tutti chiaro che le cose sarebbero state diverse rispetto al passato.
Invece del piano iniziale, previsto in tre settimane, la campagna contro morbillo e rosolia si è protratta per oltre sei. In questo modo si è sono potuti evitare assembramenti nei centri vaccinali. 

Gli operatori, i genitori e i bambini hanno inoltre dovuto seguire le stringenti linee guida sviluppate con il supporto dell’UNICEF per assicurare che i vaccini fossero somministrati in totale sicurezza. Queste includevano il corretto utilizzo delle mascherine, il distanziamento fisico e il lavaggio accurato delle mani.

Bisakha, madre di due bambini, è una dei tanti genitori che non avevano scelta se non intraprendere un lungo viaggio a piedi per far vaccinare i propri figli, attraversando boschi e ripide colline, per raggiungere il centro sanitario più vicino. 

“Mi è giunta voce della campagna di vaccinazioni da un vicino, quindi ho preso e portato qui i miei figli,” dice Bisakha. “Mi ricordo i casi di morbillo quando ero piccola. È una malattia molto pericolosa e si diffonde molto velocemente”.

Yochingnu prepara il vaccino contro morbillo e rosolia nel centro vaccinale di Rangamati

Rafforzare la catena del freddo

Negli ultimi 4 anni, l’UNICEF ha investito 12 milioni di dollari per rafforzare la catena del freddo in Bangladesh, installando celle frigorifere e fornendo apparecchiature di refrigerazione, borse frigo e per i vaccini, e contemporaneamente sviluppando sistemi di gestione della logistica e la formazione per gli operatori sanitari. 

Gli investimenti a livello centrale e locale contribuiscono a garantire che non vi siano interruzioni nella catena del freddo e che operatori sanitari come Yochingnu siano dotati degli strumenti necessari per fornire vaccini a temperature controllate, quindi sicuri ed efficaci.

L'investimento nelle forniture del vaccino contro il morbillo e la rosolia sarà successivamente utile anche per il lancio, a livello nazionale, dei vaccini contro COVID-19.  

Chandrasegarar Soloman, Specialista della Sanità dell’UNICEF in Bangladesh, dice che l'attenzione sul COVID-19 non deve farci dimenticare le altre malattie.
"Stiamo concentrando gli sforzi per garantire che l'immunizzazione di routine continui e per accelerare il lancio della vaccinazione COVID-19", afferma. "È una sfida enorme, ma esattamente come gli operatori sanitari in prima linea, siamo pronti a fare la nostra parte".

Yochingnu concorda sul fatto che si dovrà fare molto di più per garantire che i bambini continuino a ricevere i vaccini salva-vita. "Se la campagna di vaccinazione contro il morbillo e la rosolia fosse stato un test per il lancio del vaccino contro COVID-19, direi che lo abbiamo superato". 

07/04/2021

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