Bengalese lui, italiana lei, le loro vite sono incrociate grazie al progetto Fianco a Fianco. L'amicizia di Jumman e Francesca

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17/04/2023

“Ci facciamo tante risate insieme, ci prendiamo in giro con rispetto e affetto. Non c’è una relazione mentore-mentee, ma un’amicizia tra due ragazzi della stessa età che si aiutano a vicenda”.

Nonostante si conoscano da circa sette mesi, tra Jumman e Francesca c’è quella confidenza tipica delle amicizie di lunga data: basta un'occhiata per intendersi.

Bengalese lui, italiana lei, le loro vite sono incrociate grazie al progetto Fianco a Fianco - lanciato nel 2019 da UNICEF e Refugees Welcome Italia - che ha l’obiettivo di mettere in contatto giovani migranti, arrivati in Italia da minorenni, con volontarie e volontari che possano dar loro una mano nel percorso, spesso faticoso, di inserimento nella comunità italiana. Dal miglioramento della lingua alla conoscenza del territorio, dalla creazione di una rete sociale allo scambio culturale, dal sostegno emotivo a quello più pratico. Il tutto in un'ottica quanto più possibile paritaria. 

La reciprocità è, non a caso, l’aspetto su cui si concentra la riflessione di Francesca.

La nostra amicizia è un’esperienza arricchente per entrambi, sotto vari punti di vista. Ci vediamo spesso, compatibilmente con i nostri impegni: andiamo in giro per la città, a piedi o in bici, andiamo al parco a studiare. Lui conosce Ravenna meglio di me ed è bello vedere tanti posti attraverso il suo sguardo.

Francesca, mentore del progetto Fianco a Fianco

Mettersi in gioco, per andare oltre lo stereotipo della perenne vulnerabilità

" Ci scambiamo consigli musicali, lui è appassionato della musica di Bollywood come me, e culinari. Jumman mi ha cucinato un piatto tipico bengalese, il riso biryani. Io ho ricambiato preparando una banale pasta, perché, al contrario di lui, non sono molto brava ai fornelli”, racconta ridendo la ragazza.

Jumman ci tiene però a precisare che la pasta “era buonissima”.

Uno degli obiettivi del progetto è anche quello di permettere ai giovani migranti di mettersi in gioco, con le proprie capacità e i propri talenti, di superare lo stereotipo che li vede sempre e comunque in una condizione di perenne vulnerabilità.

“Quello che mi piace dell’amicizia con Francesca è che lei mi tratta come una persona, non come un numero. Ha un sincero interesse verso quello che penso e dico. Io mi sento di poter parlare di tutto”.

La ragazza conferma: "questo progetto è un modo per vedere le persone migranti senza il filtro del vittimismo, restituendo loro una voce e l’umanità che spesso gli viene negata. È bello ascoltare Jumman parlare anche dei suoi desideri, delle sue aspirazioni, riconquistare a poco a poco la spensieratezza che un ragazzo della sua età dovrebbe avere”.

Jumman vive in Italia da un anno e mezzo, quando è arrivato era ancora minorenne

Quando Jumman è arrivato in Italia aveva ancora 17 anni e, per questo, è stato accolto in un centro di accoglienza per minorenni. L’operatrice che lo seguiva gli ha parlato del progetto Fianco a Fianco e a lui è piaciuta l’idea di poter allargare la cerchia di conoscenze e migliorare l’italiano.

Lo scambio con Francesca si è poi allargato anche ai rispettivi amici: Jumman le ha fatto conoscere altri ragazzi bengalesi, mentre lei gli ha presentato i colleghi dell’Università.

Per molto tempo ho frequentato esclusivamente ragazzi migranti come me, soprattutto connazionali. Grazie a Francesca sono entrato in contatto con tante altre persone e questo mi ha aiutato anche a superare alcuni pregiudizi che avevo sugli italiani. I suoi amici sono simpatici e accoglienti. È proprio vero che si ha timore di quello che non si conosce”, aggiunge il ragazzo.

“Jumman è una persona aperta, che non giudica in modo negativo quello che è diverso dalla sua cultura, ha uno sguardo libero. Mi ha presentato i suoi amici, grazie a lui ho sentito altre storie e questa cosa mi ha arricchito tantissimo” condivide Francesca. 

L'essere coetanei rende tutto più semplice. Jumman non ama parlare del passato e Francesca lo rispetta

Il fatto di avere la stessa età è stato senza dubbio un elemento chiave della loro amicizia.

"Nonostante i percorsi di vita diversi, condividiamo le stesse speranze e gli stessi timori per il futuro” dice Francesca.

“Quando mi sento giù perché mi mancano il mio paese e la mia famiglia, parlare con Francesca mi fa sentire più leggero. Lei mi capisce”, racconta Jumman.

“È così anche per me”, ribatte Francesca, “nelle mie giornate nere mi confido e chiedo consiglio perchè Jumman è molto saggio e anche molto maturo per la sua età”.

Una maturità frutto anche dell’essere cresciuto troppo in fretta e dell’aver vissuto esperienze che hanno lasciato il segno. “Jumman non ama parlare del passato e io ho molto rispetto di questo. Quando penso che, mentre io iniziavo l’università, lui era in Libia, capisco di essere stata molto fortunata ad essere nata in questa parte del mondo".

Il progetto Fianco a Fianco mira anche a costruire relazioni che possano andare al di là del rapporto uno a uno.

“Si è creato un piccolo gruppo, frequentiamo anche altri mentori e mentees coinvolti nell’iniziativa. A volte sembra che questi ragazzi stranieri siano invisibili in città. Entrare in contatto con la comunità può aiutare a combattere questa invisibilità: credo che il senso di questo progetto sia tutto qui”, conclude Francesca.

17/04/2023

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