Con UPSHIFT, l’immaginazione diventa realtà. Adolescenti e giovani trasformano le sfide di tutti i giorni in soluzioni innovative
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Il programma dell’UNICEF, realizzato in partenariato con Junior Achievement Italia, mira a rafforzare le competenze di adolescenti e giovani per stimolarne la creatività, le capacità di comunicazione e di risoluzione dei problemi attraverso metodi innovativi.
Il percorso, incentrato sull’approccio pratico del learning-by-doing propone a ragazze e ragazzi sfide concrete di carattere sociale legati a problemi del luogo in cui vivono o a questioni di loro interesse, con l’obiettivo di cercare soluzioni pratiche attraverso idee di prodotti o servizi innovativi a impatto sociale.
“Io e il mio team ci siamo focalizzati su un progetto di rigenerazione urbana – spiega Laura – abbiamo proposto il recupero degli spazi della stazione centrale di Milano per renderla più vivibile. Immaginiamo uno spazio sempre attivo, sempre pieno di gente. Vorremmo creare un’area per gli skaters, un’altra con un mega schermo per proiettare partite di calcio, pallavolo e altri eventi, e poi una zona dedicata alle bancarelle natalizie per la stagione fredda”.
Recupero degli spazi urbani e promozione di spazi aggregativi per i giovani, ma non solo. Tra le idee venute fuori anche azioni di contrasto contro bullismo e cyberbullismo, un problema che ancora oggi in Italia tocca circa 1 adolescente su 6.
I progetti presentati sono vicini alle questioni che colpiscono i ragazzi
“Per me è un’occasione di parlare di questioni che hanno colpito molto da vicino sia me che alcuni dei miei compagni di classe” dice Natasha, 16 anni, originaria dello Sri Lanka, anche lei studentessa dell’Istituto Marignoni Polo. Così, la soluzione individuata parte dalle esperienze personali del team e da come loro avrebbero voluto essere supportati.
“Abbiamo pensato a un’app che si sviluppa in 4 stadi. Il primo consente a chi è vittima di bullismo o cyberbullismo di rivolgersi a un operatore specializzato tramite una chat. Il secondo step, in caso di bisogno, è l’accesso alle videochiamate. Terzo passaggio, la possibilità di incontrare lo psicologo di riferimento. E l’ultimo stadio consiste in un confronto con una comunità costituita da altre ragazze e ragazzi che hanno affrontato o stanno affrontando lo stesso problema, per facilitare il confronto e il supporto all’interno del gruppo”.
Altro elemento di UPSHIFT, è la capacità di favorire il dialogo e il lavoro di gruppo: “Siamo partiti da idee diverse ma siamo riusciti a trovare dei buoni compromessi” dice Laura.
Un programma che vuole coinvolgere i giovani nelle decisioni che riguardano la loro vita
Dal 2018, sono stati oltre 5000 gli adolescenti e oltre 200 i docenti ed educatori coinvolti nei percorsi UPSHIFT. Il programma, realizzato dal 2020 nell’ambito della Garanzia Europea per l’Infanzia, si è mostrato un valido modello per introdurre metodologie di insegnamento e apprendimento innovative nel mondo scolastico, che contribuiscono alla lotta alla dispersione scolastica. Tra le tematiche affrontate – la riqualificazione urbana, gli spazi aggregativi, il benessere – emerge come le proposte dei giovani rispondano a temi-chiave del Piano Nazionale per la Garanzia Infanzia (PANGI) e l’importanza quindi di coinvolgerli nelle decisioni che li riguardano per realizzare piani più a misura dei loro bisogni.
Da una prima valutazione del programma, è emerso che i percorsi UPSHIFT hanno contribuito a un aumento di competenze imprenditoriali ma anche di competenze di vita tra cui l’empatia e la capacità di gestione emotiva e dello stress, fondamentali per realizzare ambizioni e aspirazioni. È emersa inoltre la capacità degli studenti di proporre soluzioni innovative e creative di utilità sociale, con sensibilità al supporto a persone vulnerabili.
UPSHIFT è realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con il contributo di Hydro, Generation Unlimited e di Esselunga.
È stata un’esperienza nuova e bella allo stesso tempo Mi ha stimolata su un argomento che mi interessava direttamente, dandomi la possibilità di confronto e di trovare soluzioni concrete, è stata una bella esperienza.
Natasha, 16 anni, originaria dello Sri Lanka,