Conferenza di Vienna sull'AIDS, obiettivo globale la lotta al contagio madre-bambino

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25/07/2010

Sono terminati i lavori della Conferenza Mondiale sull'HIV/AIDS che ha riunito a Vienna gli esperti UNICEF provenienti da 35 Stati.

Due i messaggi centrali usciti dalla Conferenza: l'urgenza di aumentare la prevenzione del contagio tra madre e bambino, e la necessità di eliminare la discriminazione sociale che impedisce a donne e giovani malati di HIV/AIDS di accedere ai servizi di cura a prevenzione.

Prevenire il contagio madre-bambino

Ogni anno, sono 400.000 i bambini che nascono affetti dal virus dell'HIV, contratto durante la gravidanza o il parto da una madre sieropositiva o malata di AIDS. La Conferenza di Vienna ribadisce che azzerare questa cifra è una priorità globale.

Intervenendo ai lavori, il Direttore dell'UNICEF Anthony Lake ha ricordato che la lotta alla trasmissione verticale dell'HIV/AIDS e più in generale all'AIDS pediatrico è un obiettivo centrale anche per la nostra organizzazione.

«Abbiamo le conoscenze e lo slancio necessari per raggiungere questo obiettivo» ha affermato Jimmy Kolker, Responsabile per la lotta all'HIV/AIDS dell'UNICEF. «La prossima fase deve prevedere la copertura più ampia possibile dei farmaci inibitori del contagio, cosi chè gli effetti possano essere universali. La salute di mamme e bambini dipende da questo».

Superare la vergogna della malattia

Il successo della prevenzione del contagio da madre a bambino è influenzato anche da altri fattori, quali l'uso di droghe durante la gravidanza, soprattutto tra le donne già sieropositive.

«Le donne tossicodipendenti sono vittime in ogni parte del mondo di un alto livello di discriminazione sociale: perchè sono sieropositive e perché fanno uso di droghe» ha detto Nina Ferencic, consulente dell'UNICEF in materia di HIV/AIDS e autrice del recente rapporto "Blame and Banishment" sull'epidemia di HIV tra i minori in Europa orientale e Asia centrale.

La Ferencic ha aggiunto che «l'esclusione sociale può spingere una madre a fare a meno delle misure di prevenzione durante la gravidanza, e cosi la possibilità di prevenire il contagio del virus al neonata si perde per sempre. La discriminazione verso le persone sieropositive alimenta la spirale della malattia».

Il problema è di dimensioni enormi, e la risposta è ancora inadeguata per portata e efficienza.

Alla Conferenza si è discusso anche di come proteggere i bambini malati di AIDS, come vincere la sfida di prevenire l'HIV tra gli adolescenti e come attivare servizi utili per i giovani sieropositivi.

 

 

 

 

25/07/2010

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