Crisi clima, milioni di bambini nel Sud-Est asiatico colpiti da incessanti disastri legati al clima

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05/12/2025

"Negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, i bambini di cinque paesi del Sud-Est asiatico – Indonesia, Vietnam, Thailandia, Filippine e Malesia – hanno dovuto affrontare gli effetti devastanti di tifoni, inondazioni e tempeste.
Si svegliano nei centri di evacuazione. Bevono acqua non potabile. Vedono i loro genitori lottare per ricostruire le case e i mezzi di sussistenza che sono stati distrutti non una, ma più volte. E non vanno a scuola non per giorni, ma per settimane.

Vorrei sottolineare cosa questo significhi specificamente per l’istruzione. I nostri ultimi dati mostrano che dalla fine di novembre di quest’anno, più di 4,1 milioni di bambini nella regione hanno visto la loro istruzione interrotta a causa di devastanti disastri legati al clima.

Nello specifico:

  • In Vietnam, 3 milioni di studenti hanno visto la loro istruzione interrotta dai recenti tifoni, inondazioni e tempeste.
  • Nelle Filippine, 919.000 bambini sono stati colpiti dalle inondazioni e dai venti del mese scorso e non hanno potuto frequentare la scuola.
  • In Indonesia, oltre 180.700 studenti sono attualmente fuori dalle aule, con più di 2.000 strutture scolastiche colpite dalle recenti inondazioni. Le autorità stanno ancora lavorando per determinare l'entità totale dei danni.
  • In Thailandia, quasi 90.500 studenti non possono frequentare le lezioni a causa delle inondazioni.
  • In Malesia, più di 5.000 studenti hanno visto la loro istruzione interrotta dall'inizio della stagione dei monsoni.


Per molti di questi studenti, questa non è nemmeno la prima interruzione dell'anno. È la seconda, terza o quarta volta che vedono le acque allagare le loro aule.

Istruzione e salute dei bambini a rischio

A livello globale, come riferito a gennaio, almeno 242 milioni di studenti in 85 paesi hanno subito interruzioni della loro istruzione a causa di eventi climatici estremi nel 2024, l'ultimo anno per il quale disponiamo di dati globali. Ciascuno di essi rappresenta un bambino il cui apprendimento è stato interrotto, la cui routine è stata sconvolta, il cui percorso verso un futuro migliore è stato compromesso.

L'istruzione è solo uno degli aspetti di questa crisi. La portata complessiva di ciò a cui stiamo assistendo nella regione non ha precedenti. Il susseguirsi inesorabile di disastri legati al clima che colpiscono ripetutamente le stesse comunità sta lasciando alle famiglie meno tempo per riprendersi tra un disastro e l'altro e sta privando i bambini dei servizi di cui hanno bisogno.

Cosa significa quindi essere un bambino nei paesi colpiti? Significa che potrebbero non avere acqua potabile da bere. In Indonesia, i sistemi di approvvigionamento idrico sono stati sommersi e danneggiati, aumentando il rischio di epidemie tra i bambini più vulnerabili. In Vietnam, 480.000 persone attualmente non hanno accesso all'acqua potabile.

I servizi sanitari vengono interrotti proprio quando i rischi di malattia sono più elevati e le strutture sono danneggiate o sovraccariche. Nelle Filippine si registrano carenze di scorte alimentari e i casi di diarrea stanno diventando sempre più frequenti. Tutto questo significa vivere in rifugi sovraffollati dove i rischi di protezione aumentano e i bambini sono esposti a maggiori pericoli di violenza, abbandono, separazione dalle famiglie e sfruttamento.

Ma oltre a questi pericoli immediati, c'è qualcos'altro che non possiamo ignorare: questi bambini vengono privati del loro futuro. Ogni alluvione, ogni tifone, aggrava le vulnerabilità esistenti. Il trauma psicologico si accumula man mano che le risorse familiari si esauriscono. E la capacità di riprendersi diminuisce con ogni disastro successivo.

Agire ora per proteggere l’infanzia dai disastri

L'Asia orientale e il Pacifico sono una delle regioni più soggette a disastri naturali al mondo. I bambini sono in prima linea nella crisi climatica e sperimentano in prima persona cosa significa quando gli eventi meteorologici estremi diventano più frequenti, più intensi e meno prevedibili.

L’UNICEF è pronto e continua a sostenere i Governi locali nella loro risposta nazionale per garantire che i bambini di tutti i paesi colpiti possano accedere a un sostegno vitale, compresi acqua potabile, servizi sanitari e nutrizionali. Stiamo anche fornendo assistenza monetaria di emergenza per aiutare le famiglie a soddisfare i loro bisogni primari.

Tuttavia, la risposta umanitaria, sebbene essenziale, non è sufficiente. Non possiamo continuare a rispondere a una crisi dopo l'altra senza adottare misure per prevenire future emergenze. Dobbiamo investire nell'adattamento climatico e nella riduzione del rischio di catastrofi.

Dobbiamo costruire sistemi idrici resilienti, rafforzare le scuole e le strutture sanitarie contro le condizioni meteorologiche estreme per mantenere i bambini sani e garantire loro l'istruzione, e creare sistemi di allerta precoce che proteggano i bambini prima che si verifichino le catastrofi.

Ogni bambino ha diritto all'istruzione, alla salute, alla sicurezza, a un futuro. Quando non affrontiamo la crisi climatica con l'urgenza che richiede, stiamo deludendo questi bambini. Il mondo sta assistendo al verificarsi di questi disastri, ma dobbiamo fare di più che stare a guardare. Dobbiamo agire. Questi bambini non possono resistere al prossimo tifone, alla prossima alluvione, al prossimo disastro senza il nostro sostegno e il nostro impegno, ora".

Dichiarazione del Vice portavoce dell'UNICEF Ricardo Pires al Palais des Nation

05/12/2025

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