Dalla scuola alla comunità, Fiyha si batte contro matrimoni precoci e mutilazioni genitali femminili

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23/01/2024

La tredicenne Fyha Al Tayeb Nasser è un’attivista per i diritti umani. Prima che scoppiasse il conflitto in Sudan, che ha causato la chiusura delle scuole in tutto il paese, era la presidente del Saleema (“Saleema” è una parola che significa “non mutilato”, “integro”, sano nel corpo e nella mente), un’associazione femminile nella scuola di Hamira ad Al-Gabaleen, che si trova nello Stato del Nilo Bianco, in Sudan.

È una ragazza sveglia, intelligente e sa parlare in maniera chiara del tema dei diritti. Non c'è da stupirsi che per anni sia stata promotrice dei diritti dei bambini nella sua scuola e nella sua comunità.

Nella sua casa, situata a pochi chilometri dal capoluogo, è seduta sotto un tetto improvvisato a cucire vestiti per i fratelli più piccoli, trasformando vecchi tessuti in abiti cuciti a mano. Di tanto in tanto cuce anche piccole borse da abbinare ai suoi “nuovi” outfit.

Quando non va in giro nella sua comunità a ricordare a tutti l’importanza dei diritti dei bambini, occupa il suo tempo a giocare con i fratelli, saltando con la corda nello spazio aperto vicino casa, sotto le meravigliose montagne Aljabalin. È solo una ragazzina.

Per molti anni, come presidente del Saleema, si è battuta insieme alle sue compagne per sensibilizzare la comunità contro la violenza, su temi come il matrimonio precoce e le mutilazioni genitali femminili. L’associazione di Fiyha fa parte dei numerosi gruppi creati dall’UNICEF all’interno della più ampia rete di Al-Gabaleen per l’educazione e l’emancipazione, nell'ambito del programma “Sudan libero dalle Mutilazione Genitali Femminili” finanziato dai governi di Regno Unito e Canada.

Le bambine devono essere protette dai matrimoni precoci, perché non possono portare il peso di questa responsabilità sulle proprie spalle fin dalla giovane età. Può essere difficile sia dal punto di vista fisico che mentale.

Fyha, ragazza attivista per i diritti umani

Rendendo più consapevole la comunità attraverso canzoni, spettacoli, dialoghi porta a porta, Fiyha e le sue compagne organizzano delle “sessioni di sensibilizzazione” che hanno impatto sulle persone salvando le ragazze da pratiche tradizionali dannose, come le mutilazioni genitali femminili. In particolare, mostrano quanto queste tradizioni siano dannose per le bambine e quanto sia importante che i genitori se ne liberino, per far vivere le proprie figlie in un ambiente protetto.
Hagir Osman, responsabile dell'UNICEF per la protezione dell'infanzia, ci conferma che attraverso queste associazioni, le ragazze come Fiyha hanno il potere di opporsi a qualsiasi forma di violenza contro le bambine nelle scuole e nelle comunità, comprese le due pratiche dannose che rimangono prevalenti nello Stato del Nilo Bianco.

Anche durante il conflitto in corso, il programma di intervento continua. “Attraverso questi gruppi, abbiamo integrato le attività in risposta all’emergenza per sfruttare i progressi registrati prima della guerra", afferma.

Da paladina dei diritti a vittima

Sette mesi fa, il mondo per Fiya si è fermato. I suoi parenti hanno segretamente pianificato un matrimonio segreto per lei e per sua sorella maggiore. A soli13 anni.

“È stato un giorno triste per me” ricorda.

Non pensava che da un momento all’altro tutto ciò per cui aveva combattuto si sarebbe ritorto contro di lei. A 13 anni Fiyha era ogni cosa: una giovane leader, una figlia, una sorella, un’artista e molto altro. Ma non una sposa. Eppure la società riteneva obbligatorio che lei si sposasse e il padre aveva dovuto cedere, lui, che l'aveva vista difendere i diritti delle ragazze e i pericoli di farle sposare giovani.

"Qui, non appena una ragazza raggiunge la pubertà, è a rischio di matrimonio precoce" racconta. 

Grazie al supporto di sua madre Zahra, la sua più grande sostenitrice, Fiyha decide di difendersi. Zahra si è sposata molto giovane, ha cinque figli e non vuole che anche loro vivano la sua stessa esperienza.

Se non fossi stata preparata, grazie all’associazione, oggi sarei sposata. La mia istruzione sarebbe stata interrotta e vivrei in un mondo completamente diverso

Fiyha, a 13 anni, si rivolge al gruppo Saleema per scongiurare il matrimonio forzato

Consapevole dei metodi per denunciare l'episodio, Fiyha ha contattato Salwa, la coordinatrice locale dell’associazione, per ricevere supporto.

I preparativi per il matrimonio vengono annullati.

Anche se questo episodio l’ha scioccata nel momento in cui è venuta a saperlo, oggi ritiene che l’abbia resa più forte.

Poiché le scuole restano chiuse a causa della guerra, Fiyha pensa che i bambini siano ancora più esposti alla violenza. Bambini e bambine sono sfollati e le scuole, che prima costituivano uno spazio sicuro, sono chiuse. 

Raddoppiare gli sforzi per raggiungere ogni bambino

Durante le crisi e gli sfollamenti, la violenza contro i bambini aumenta. Per questo l’UNICEF sta rimodulando gli interventi del programma congiunto contro le violenze di genere, in risposta all’emergenza. Attraverso questo approccio, promotori come Fiyha e molti altri, precedentemente formati sull'identificazione, la denuncia e l’approccio alla violenza di genere, comprese le MGF e i matrimoni precoci, stanno assumendo un ruolo guida.

Oggi, Fiyha ha fatto un passo avanti. Lavorando a stretto contatto con il supervisore locale dell’associazione, organizza e tiene sessioni di sensibilizzazione con genitori, tutori, bambine e giovani a casa sua e nella comunità.

Si occupano anche delle visite negli ospedali. All'ospedale di Aljabalin conduce una sessione con le madri che hanno appena partorito: "Il regalo più bello che tu possa mai fare a tua figlia è questo", dice, ricordando alle madri di non far sposare le figlie, prima che siano abbastanza grandi.

Molte persone credono che, poiché le scuole sono chiuse, non potendo pensare alla nostra educazione, dovremmo sposarci. Noi rispondiamo che con o senza scuola, dobbiamo continuare le attività di sensibilizzazione in ospedali, quartieri, incontri sociali: ovunque.

Fiyha

La crisi dell'istruzione in Sudan

Con l'escalation del conflitto, la crisi dell'istruzione in Sudan si è aggravata, con 19 milioni di bambini fuori dalla scuola. A causa della guerra, 2 milioni di bambini in età scolare, di cui il 51% sono ragazze, sono sfollati interni, e 500.000 bambini sono sfollati al di fuori del paese. 

L'UNICEF chiede un'immediata riapertura delle scuole, laddove sia possibile farlo in sicurezza.  Abbiamo istituito delle associazioni anche nei campi di accoglienza per sfollati interni, integrandoli con i programmi per l'emergenza già presenti. 

Fiyha sogna di diventare un’avvocata così da partecipare alla promulgazione di che proteggano i bambini dalla violenza, dai matrimoni precoci e dalle MGF.

"Sono determinata a liberare la società da tradizioni dannose come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci. Come futuro avvocata, sarò in grado di difendere ogni ragazza che è minacciata da queste pratiche".

23/01/2024

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