Ebola, dall'UNICEF appello internazionale per 200 milioni di dollari
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16 settembre 2014 - L’UNICEF ha lanciato oggi un nuovo appello umanitario per 200 milioni di dollari, necessari per fronteggiare l’epidemia di Ebola che ha ucciso oltre 2.400 persone e devastato intere comunità in Africa Occidentale.
Quello dell'UNICEF è parte del più ampio appello umanitario (finalizzato a reperire 987,8 milioni di dollari), lanciato dai governi e dalle agenzie umanitarie per combattere la malattia.
L’UNICEF stima che 8,5 milioni tra bambini e giovani sotto i 20 anni vivono nelle aree colpite da Ebola in Guinea, Sierra Leone e Liberia. Di questi, 2.5 milioni sono bambini sotto i 5 anni.
L’UNICEF stima che 8,5 milioni tra bambini e giovani sotto i 20 anni vivono nelle aree colpite da Ebola in Guinea, Sierra Leone e Liberia. Di questi, 2.5 milioni sono bambini sotto i 5 anni.
«Ebola uccide e compromette il futuro di queste popolazioni”, afferma Afshan Khan, direttore dei programmi di emergenza dell'UNICEF. «A causa di Ebola stanno chiudendo le scuole, i sistemi sanitari franano e il tessuto della società è minacciato. È una crisi di proporzioni enormi».
Dei 200 milioni di dollari, circa 65 sono necessari per i programmi dell’UNICEF in Liberia, 61 milioni per gli interventi in Sierra Leone e 55 in Guinea. Altri 10 milioni sono stimati necessari per attività di prevenzione in altri paesi vicini, mentre 9 milioni occorrono per il coordinamento delle operazioni a livello regionale.
Presente stabilmente in tutti i Paesi colpiti, l'UNICEF è attivo sin dai primi giorni dell'epidemia a fianco delle comunità, con la diffusione di informazioni corrette sulla malattia e la fornitura di farmaci e attrezzature igieniche.
Presente stabilmente in tutti i Paesi colpiti, l'UNICEF è attivo sin dai primi giorni dell'epidemia a fianco delle comunità, con la diffusione di informazioni corrette sulla malattia e la fornitura di farmaci e attrezzature igieniche.
L'azione dell'UNICEF per arginare l'epidemia di Ebola
Insieme alle organizzazioni partner, l'UNICEF:
- ha inviato da inizio agosto a oggi circa 50 voli umanitari, per un totale di 544 tonnellate di aiuti (kit igienici, farmaci, protezioni per gli operatori sanitari) in Guinea, Liberia e Sierra Leone, con fondi donati dalla Banca Mondiale e dalla Cooperazione del Giappone e degli USA
- dal 19 al 21 settembre ha affiancato il governo della Sierra Leone in una campagna nazionale di informazione su Ebola, sostenendo anche la formazione di volontari
- ha installato infrastrutture idriche e igieniche nelle unità per il trattamento dell’Ebola nei 3 Stati maggiormente colpiti
- ha organizzato la formazione di volontari nelle comunità, insegnanti e operatori sanitari per facilitare la diffusione di informazioni su come proteggersi dal virus
- ha lavorato per bloccare focolai di altre malattie e ha provveduto a garantire servizi medici di base per donne e bambini
- sta assicurando supporto psicologico e sociale per i bambini colpiti da Ebola.
Plauso per l'impegno degli Stati Uniti
Sempre nella giornata di oggi, il Direttore dell'UNICEF Anthony Lake ha accolto positivamente l’annuncio del governo USA di sostenere contro Ebola un piano di prevenzione e cure per diverse centinaia di milioni di dollari.
«Questa è una grande notizia per milioni di persone in Africa occidentale, in particolare in Liberia, minacciati da Ebola. Un’emergenza in rapida escalation come questa richiede una risposta massiccia, urgente e globale» ha commentato Lake.
«Noi dell’UNICEF accogliamo con particolare favore l’impegno americano per una campagna di cure alle popolazioni finalizzata a raggiungere ogni comunità in Liberia, così come per le unità di terapia contro il virus, delle quali c'è un disperato bisogno. Non vediamo l'ora di unire i nostri sforzi in questo momento cruciale» ha concluso Lake.
«Noi dell’UNICEF accogliamo con particolare favore l’impegno americano per una campagna di cure alle popolazioni finalizzata a raggiungere ogni comunità in Liberia, così come per le unità di terapia contro il virus, delle quali c'è un disperato bisogno. Non vediamo l'ora di unire i nostri sforzi in questo momento cruciale» ha concluso Lake.