Ebola, il dramma dei bambini orfani rifiutati dalle comunità

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29/09/2014

30 settembre 2014 - Secondo le prime stime dell’UNICEF, dall'inizio dell’epidemia di Ebola in Africa occidentale, almeno 3.700 bambini in Guinea, Liberia e Sierra Leone sono rimasti senza uno o entrambi i genitori a causa della malattia e molti altri sono stati respinti dai parenti sopravvissuti, per timore di esserne contagiati.

«Migliaia di bambini sono sopravvissuti alla morte della propria mamma, del papà o di altri familiari a causa di Ebola», ha detto Manuel Fontaine, direttore UNICEF per l’Africa Occidentale e Centrale, di ritorno da una missione sul campo di due settimane in Guinea, Liberia e Sierra Leone. 

«Questi bambini hanno urgente bisogno di attenzioni e sostegno speciali. Eppure, molti di loro si sentono indesiderati e abbandonati. Tradizionalmente, chi rimane orfano è accolto dai membri della cosiddetta 'famiglia allargata', ma in molte comunità il terrore di Ebola sta diventando più forte dei legami familiari.»

I primi rapporti dai paesi colpiti dall'epidemia indicano che il numero di bambini orfani a causa dell’Ebola ha toccato un picco nelle ultime due settimane e potrebbe raddoppiare di qui a metà ottobre. Molti bambini scontano anche un pesante prezzo affettivo, quando i loro genitori malati vengono portati via per essere curati in regime di stretto isolamento.

Mentre intensifica il suo intervento per contrastare l'epidemia, l’UNICEF sta percorrendo strade - tradizionali e nuove - per sforzarsi di assicurare ai bambini il sostegno fisico ed emotivo di cui hanno bisogno.
 

L'azione dell'UNICEF per i bambini orfani o emarginati a causa di Ebola

In Liberia, l’UNICEF sta aiutando il governo locale nella formazione di 400 nuovi operatori psichiatrici e assistenti sociali.

L’UNICEF collabora inoltre con le autorità delle contee più colpite per rafforzare le reti di assistenza familiare e comunitaria per i bambini colpiti dalle conseguenze di Ebola, e perché ci si prenda cura di tutti i minori che sono stati emarginati dalle proprie comunità o che sono rimasti orfani.
 
In Sierra Leone, più di 2.500 sopravvissuti all’Ebola – dunque ormai immuni alla malattia – saranno formati nell'arco dei prossimi 6 mesi al fine di offrire cure e assistenza ai bambini che si trovano in quarantena nei centri di terapia.
 
L’UNICEF sta lavorando con le organizzazioni partner per riunire i bambini rimasti soli ai familiari superstiti, attraverso un network per rintracciare i membri della "famiglia estesa" in tutto il paese, e dando sostegno psicologico ai bambini.
 
In Guinea, l’UNICEF e i suoi partner daranno sostegno psicologico a circa 60.000 bambini a rischio e alle loro famiglie nelle comunità colpite dall'epidemia.
 
«Il virus Ebola sta trasformando una naturale reazione umana, come confortare un bambino malato, in una potenziale sentenza di morte» commenta Fontaine. «La grande maggioranza dei bambini colpiti dall’Ebola non stanno ricevendo le cure appropriate. Non possiamo rispondere ad una crisi di questo tipo e di questa grandezza con gli strumenti abituali: Abbiamo bisogno di molto più coraggio, più creatività e molte più risorse.»
 
L’UNICEF ha lanciato un appello umanitario da 200 milioni di dollari per garantire assistenza urgente ai bambini e alle famiglie colpite dall’epidemia in tutta la regione, comprese attività di protezione. A oggi, l’UNICEF ha ricevuto solo il 25% dei fondi necessari.

29/09/2014

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