Emergenza Siria, i bambini nella morsa del caldo

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20/06/2013

L'impennata delle temperature estive, il sovraffollamento e il peggioramento delle condizioni igieniche rappresentano solo le più recenti, fra le difficoltà che devono affrontare circa 4 milioni di bambini colpiti dal conflitto in Siria, riferisce oggi l’UNICEF.
 
«Senza acqua potabile e servizi igienici sufficienti, le probabilità che i bambini in Siria e quelli che sono profughi in tutta la regione medio-orientale si ammalino di diarrea e di altre malattie sono destinate a crescere» ha affermato Maria Calivis, Direttore UNICEF per Medio Oriente e Nord Africa.
 
In Siria, la disponibilità di acqua sicura è pari a un terzo rispetto a prima della crisi. Degli oltre 4,25 milioni di sfollati siriani, molti vivono in rifugi sovraffollati con scarso accesso a servizi igienici e docce. I sistemi fognari sono stati danneggiati o sono insufficienti a reggere la crescita delle popolazioni sfollate.
 
Nei campi profughi come quello di Domiz, in Iraq – già ampliato nei mesi scorsi per accogliere 25.000 persone, ma che attualmente ne ospita quasi il doppio – le condizioni sono molto gravi.
 
Nel campo di Za'atari, in Giordania, le agenzie umanitarie lottano per soddisfare le esigenze di quello che adesso è il secondo campo profughi più grande nel mondo, in cui hanno trovato rifugio almeno 120.000 persone.
 
In Libano, più di mezzo milione di rifugiati vive nelle comunità ospitanti e in alloggi di fortuna, creando una notevole pressione sui servizi idrici e igienico-sanitari locali. Le famiglie spesso condividono piccoli appartamenti o vivono in insediamenti improvvisati che non hanno accesso ad acqua potabile, servizi igienici di base e raccolta dei rifiuti. Donne e bambini spesso devono percorrere lunghe distanze per raccogliere l'acqua, che in molti casi non può essere bevuta.
 
L'ampliarsi del conflitto attiva movimenti di popolazione sempre maggiori. L'UNICEF ha intensificato l’impegno per fornire acqua e servizi igienico-sanitari, raggiungendo dall’inizio dell’anno quasi 9 milioni di persone.
 
All’interno della Siria, grazie a nuovi generatori e alla riparazione delle infrastrutture danneggiate l'UNICEF riesce a mantenere reti idriche e impianti di depurazione operativi anche in zone dove sono avvenuti pesanti combattimenti.
 
In Giordania, l'UNICEF e i suoi partner hanno portato più di 4 milioni di litri d'acqua al giorno al campo di Za'atari, riparando allo stesso tempo le infrastrutture idriche nelle città vicine. Anche nel nuovo campo profughi di Azraq si stanno installando infrastrutture idriche.
 
In Libano, quest’anno, l'UNICEF e i partner che lavorano nel settore idrico e dei servizi igienico sanitari hanno distribuito 100.000 kit per l'igiene (shampoo, saponi e detersivi) per oltre 430.000 persone

La mancanza di fondi resta tuttavia un grave problema. 

«Fornire acqua e servizi igienico-sanitari alle persone colpite da questa crisi è l’intervento più costoso – ma anche uno dei meno finanziati» ha aggiunto Maria Calivis.

L'UNICEF ha bisogno di oltre 200 milioni di dollari per sostenere i programmi per l’acqua e i servizi igienico-sanitari in Siria, Libano, Giordania e Iraq di qui alla fine dell'anno. 

Per raggiungere questi obiettivi mancano ancora all'appello 124 milioni di dollari.

20/06/2013

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