Forgiata con il fuoco: per Astride, la saldatura accende scintille di libertà
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Astride, 16 anni, si trova nel cortile fuori dalla sua officina a Tshala e tiene in mano la cornice di una finestra che ha appena finito di saldare. Pochi istanti prima, volavano scintille dalla sua torcia mentre modellava il ferro.
Nemmeno il clangore incessante e il rombo delle miniere vicine riescono a smuovere la sua calma e la sua concentrazione.
“Ho perso cinque anni di scuola per andare in miniera. Ma grazie alla saldatura ho acquisito forza e indipendenza. Adesso ho fiducia nel mio futuro” racconta.
Particolare di Astride mentre salda una finestra in ferro. Grazie a questo mestiere e all'aiuto in denaro fornito alla madre, lei e i suoi fratelli sono usciti dal circolo della povertà
Astride, la prima di nove figli, è cresciuta a Tshala una città mineraria in provincia di Lualaba, nella Repubblica Democratica del Congo. Quando era piccola, suo padre lavorava con i macchinari che frantumano le pietre. Ma quando la tubercolosi lo ha paralizzato, non è più stato in grado di lavorare. Con il peggiorare del suo stato di salute, la madre Fanny faceva fatica a provvedere da sola alle necessità della famiglia.
Per sopravvivere, Fanny ha portato con sé i figli a lavorare nelle miniere di rame su piccola scala che si trovano nella zona. Queste miniere non sono regolamentate e si basano sul lavoro informale. I lavoratori spesso usano utensili di base e hanno protezioni limitate o nessuna protezione. Per anni, Astride ha percorso a piedi 10 km al giorno per andare a lavorare in queste condizioni.
Nelle miniere, Astride, sua madre e i suoi fratelli raccoglievano e lavavano gli scarti di rame che cadevano dai camion in movimento oppure venivano lasciati indietro dai minatori. Nella Repubblica Democratica del Congo i bambini lavorano fino a 12 ore al giorno per appena 2 dollari. Il lavoro era duro e l'ambiente comportava rischi tra cui l'esposizione a polvere e sostanze chimiche tossiche, lesioni fisiche e persino abusi sessuali.
Sapevo che i bambini sarebbero dovuti andare a scuola, ma non avevo scelta: o andavamo tutti a lavorare in miniera o morivamo di fame.
Fanny, madre di Astride, si trova costretta a portare lei e i fratelli in miniera
“Lavorare in miniera significa vivere con la paura costante che nulla è fatto per tutelare i bambini, tanto meno le ragazze"
I lunghi e faticosi giorni passati a lavorare, hanno spinto Astride a concentrarsi sulla sopravvivenza. Provvedere alle necessità della famiglia era molto più urgente del completare gli studi. Ma grazie a degli operatori di comunità para-sociali, è stata inserita tra le minori a rischio sfruttamento.
Gli assistenti para-sociali sono persone formate all'interno della comunità che identificano bambini e famiglie vulnerabili, li aiutano ad accedere ai servizi sociali, sanitari e di protezione, e li assistono nel riprendere gli studi o la formazione.
Per disincentivare il lavoro dei bambini in miniera, Fanny è stata coinvolta nel programma trimestrale di trasferimento di denaro. Ha ricevuto 40 dollari al mese, per un periodo di 3 mesi, che ha utilizzato per acquistare cibo (riso, farina e pesce salato) e mettere in piedi un piccolo vivaio. Oggi, raccoglie i semi e li vende per avere una piccola entrata.
Prima, potevamo contare solo sugli scarti di rame per mangiare. Adesso con il vivaio che gestisco, posso provvedere ai miei figli.
Fanny racconta dell'importanza di aver avviato un vivaio
“Mi piaceva guardare le scintille che volavano mentre mio zio saldava o tagliava il ferro”
Mentre i bambini più piccoli sono tornati a scuola, Astride ha deciso di focalizzarsi sull’imparare un mestiere. Ispirata dallo zio, saldatore, ha completato un corso di formazione di 6 mesi in saldatura e ha ricevuto un intero set di strumenti professionali. La formazione è stata organizzata dalla Divisione degli Affari Sociali (DIVAS) e seguita da Papa Kamwila, un rispettato saldatore di Tshala. DIVAS ha sostenuto Kamwila affiché potesse formare i più giovani della comunità.
Ora è impiegata in un’officina locale, sotto la continua supervisione di Kamwila. Produce molti oggetti, tra cui bracieri, finestre e porte.
Questa combinazione di trasferimenti in denaro e formazione ha aperto ad Astride un futuro che prima non poteva immaginare. Un supporto mirato e pratico – anche nelle comunità più vulnerabili – può aiutare a rompere i cicli della povertà.
I trasferimenti di denaro e la formazione sulle competenze offrono alternative al lavoro minorile, tutelano i diritti dei bambini e aprono percorsi per l'istruzione e la crescita.
"Voglio che altri bambini abbiano la possibilità di una vita diversa, ma molti passano comunque le giornate nelle miniere," dice Astride.
Sognavo di diventare medico, ma la vita mi ha portato altrove. Oggi sono orgogliosa e felice del mio percorso professionale."
Astride


