Grecia, nuovi dati UNICEF: quasi 700.000 i bambini a rischio povertà
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4 aprile 2014 - Il Comitato greco per l'UNICEF ha presentato il proprio rapporto annuale "La condizione dell'infanzia in Grecia 2014 - L'impatto della crisi economica sui bambini", realizzato in partnership con l'Università di Atene.
Il rapporto evidenzia il continuo aumento nel numero dei minori greci esposti al concreto rischio della povertà ed esclusione sociale: nel 2012 ha raggiunto le 686.000 unità, pari a oltre un terzo (35,4%) della popolazione minorile ellenica. L'anno precedente la percentuale era di poco superiore al 30%
Tra il 2011 e 2012, la percentuale dei bambini che vivevano al di sotto della soglia di povertà in rapporto al reddito, è aumentata del 12%, un incremento più che proporzionale rispetto al tasso di impoverimento generale della popolazione greca (+8%). Numericamente, questo aumento corrisponde a 56.000 bambini in più rispetto al 2011.
La popolazione povera è più giovane della media nazionale: i bambini e i giovani fino a 24 anni rappresentano il 30,5% di tutti i poveri, mentre la popolazione degli over 65 rappresenta il 14,5%.
I bambini maggiormente esposti al rischio di cadere sotto la soglia della povertà sono quelli che appartengono a famiglie con un unico genitore (74,7%) e a famiglie con tre o più figli a carico (43,7%).
Il rapporto, presentato giovedì scorso, rivela fra le altre cose che la popolazione minorile in Grecia è diminuita del 9% rispetto ai livelli del censimento 2001, e questo benché sia incrementato il numero di minori di origine straniera.
L’86,5% delle famiglie povere con figli ha dichiarato l’impossibilità di potersi permettere una settimana di vacanza, mentre il 45,9% di esse non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione e oltre metà (52,6%) non arriva a garantire neppure a giorni alterni una dieta comprendente carne o pesce.
Le sovvenzioni sociali sono diminuite tra 2009 e 2011 di quasi 5 punti percentuali, e questi tagli hanno fatto sì che sempre più minori, in Grecia, abbiano perso l'accesso ai servizi sanitari di base.