Il 2024 si preannuncia "sempre più cupo" per i bambini colpiti da conflitti armati e catastrofi umanitarie

4 minuti di lettura

15/12/2023

In oltre 25 anni di carriera con l'UNICEF, è difficile ricordare un anno in cui la situazione dei bambini colpiti da conflitti e disastri sia stata tanto grave quanto quella a cui stiamo assistendo. Per le organizzazioni umanitarie, il nostro lavoro è stato raramente così importante e forse mai così complesso. L'orribile situazione a Gaza, che ci scuote nel profondo della nostra umanità, ne è un esempio. All'inizio di questa settimana, l'UNICEF ha lanciato un appello per fondi di emergenza pari a 9,3 miliardi di dollari per raggiungere almeno 93,7 milioni di bambini in 155 Paesi.

Tuttavia, in un momento in cui i bisogni umanitari e di protezione non sono mai stati così grandi, ci stiamo avvicinando al 2024 affrontando previsioni di finanziamento sempre più fosche. I fondi flessibili - che ci permettono di rispondere con una velocità, una portata e un'agilità possibili solo con questo tipo di finanziamento - si stanno riducendo, limitando la nostra capacità di rispondere rapidamente e di garantire un'azione basata sui bisogni. Inoltre, la capacità degli attori umanitari di raggiungere in sicurezza le popolazioni colpite nel luogo in cui si trovano è sempre più a rischio, dato che continuiamo a vedere attacchi contro gli operatori umanitari in tutto il mondo.

Nel corso dell'anno, i bambini di tutto il mondo hanno dovuto affrontare violazioni e negazioni dei loro diritti. A novembre ho trascorso una settimana in Ucraina, dove ho visitato le aree in prima linea nelle regioni di Kharkiv e Zaporizhzhia, sottolineando l'urgente necessità di una risposta umanitaria continua nelle zone colpite dal conflitto. A ottobre, mi sono recato a Gaza, dove si è registrato un numero senza precedenti di bambini che sarebbero stati uccisi dalle persistenti violenze. A luglio ho incontrato le famiglie del Sudan, dove milioni di bambini sono stati costretti ad abbandonare le loro case in quella che è oggi la più grande crisi di sfollati al mondo.

Oltre alle aree che occupano i titoli dei giornali, colpite da conflitti e altre crisi, ci sono anche altri bambini che soffrono. Quest'anno ho incontrato bambini bisognosi in Giordania, Libano, Egitto, Ciad e Mali. Questi conflitti devastanti, uniti all'aumento dei disastri legati al clima, alle epidemie e agli sfollamenti, fanno sì che i bambini continuino a subire l'impatto inimmaginabile di crisi prolungate e minacce emergenti.

Rispondere alle esigenze dei bambini

In tutti questi contesti, l'UNICEF è sul campo, fornendo ai bambini e alle famiglie aiuti essenziali salvavita ed esplorando nuove soluzioni innovative a sfide che affliggono l'umanità da secoli. Ma in un momento in cui i bisogni umanitari e di protezione non sono mai stati così grandi, temiamo che la nostra capacità di rispondere alle esigenze dei bambini sia destinata a subire una forte pressione. Tra le emergenze con un finanziamento insufficiente figurano Sudan, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Haiti, Etiopia, Yemen, Somalia, Sud Sudan e Bangladesh. L'UNICEF e i nostri partner sono impegnati a fornire una risposta completa alle numerose crisi umanitarie che colpiscono i bambini, ma i bambini non dovrebbero pagare il prezzo della nostra inazione con le loro vite e il loro futuro. Hanno bisogno di un accesso continuo ai servizi essenziali, come l'assistenza sanitaria, l'acqua potabile, i servizi igienici di base e l'istruzione.

Quando ero in Sudan, ho incontrato Mahmoud, un bambino di 12 anni in un centro di apprendimento temporaneo fuori Attbara, che stava continuando a studiare attraverso un programma di e-learning istituito dall'UNICEF, ma ciò che desiderava veramente era tornare a casa sua a Khartoum. Mi ha mostrato un disegno che ha fatto del suo quartiere, con la farmacia bombardata di fronte a casa sua e il parcheggio dove lui e i suoi amici giocavano a calcio, e voleva solo tornare.

Quando ero a Gaza, la Direttrice Generale dell'UNICEF Catherine Russell e io abbiamo incontrato una ragazza di 16 anni nell'ospedale al-Nasser di Khan Younis, a Gaza, che è stata colpita da una scheggia nella schiena e che non sarà mai più in grado di camminare. Questi bambini non dovrebbero vivere tutto questo. Viviamo in un mondo in cui dobbiamo fare tutto il possibile, lavorare con ogni fibra del nostro corpo affinché bambini come quelli non debbano vivere questo tipo di situazioni.


Dichiarazione del Vicedirettore Generale dell'UNICEF Ted Chaiban
durante la conferenza stampa di oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.

15/12/2023

News ed Aggiornamenti