Intervista a Hawa Abdallah

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13/06/2023

Intervistiamo Hawa, una delle tante donne sfollate a causa dell'intensificarsi dei conflitti in Sudan. 
1) Hawa, raccontaci la tua storia

Sono nata in Sudan, ho 3 figli piccoli e una bambina appena nata. Vivevamo in una casa a Khartoum ed ero incinta quando sono iniziati i combattimenti, pensavo che sarebbero durati poco e sarei riuscita a partorire in un ospedale della capitale ma non è stato così. Gli scontri si sono intensificati e ho dovuto abbandonare la mia casa per cercare riparo altrove. Sono fuggita insieme ai miei figli, a mia sorella e a mia mamma.

2) Come è stato il viaggio?

Non è stato semplice trovare in poco tempo un mezzo di trasporto che ci potesse portare in salvo. L'unico passaggio era sul retro di un camion. L'autista, però, era preoccupato per il mio stato e non voleva farmi salire ma alla fine sono riuscita a convincerlo. È stato un viaggio lungo e polveroso, sotto il sole cocente e su strade sconnesse, cercando di evitare i posti di blocco. Abbiamo impiegato diverse ore prima di arrivare a Madani, una città nel Sudan centro orientale, dove vi è un rifugio che ospita centinaia di bambini e famiglie sfollate.

3) Come è la vita nel rifugio?

Qui è nata mia figlia Remas, che significa diamante. Sono stata aiutata dalle altre madri e da operatori sanitari. Noi donne lavoriamo insieme per crescere i nostri figli e cuciniamo a turno i pasti. È fondamentale aiutarci le une con le altre perché le difficoltà e le incertezze sono tante. L'UNICEF ci aiuta fornendo acqua, cibo e cure mediche. Tuttavia, nessun posto è come casa. Io spero che presto cessino i combattimenti e i miei figli e tutti i bambini del Sudan possano avere un domani migliore.

Ad oggi, la crisi umanitaria ha lasciato 24,7 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria, tra cui 13,6 milioni di bambini.

13/06/2023

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