Protezione sociale per le nuove generazioni, la sfida per i paesi dell'Est
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20 aprile 2016 – I bambini più poveri sono anche quelli che traggono maggiori benefici, quando i governi investono nella protezione sociale. A confermarlo è il nuovo rapporto UNICEF "The Social Monitor: Social Protection for Child Rights and Well-being in Central and Eastern Europe, The Caucasus and Central Asia".
La corposa ricerca, presentata oggi a Ginevra, riporta consolidate e recenti prove dei progressi nella lotta alla povertà minorile e dell’impatto della protezione sociale sui bambini in 30 Stati dell'Europa orientale e dell'Asia centrale, fra cui diverse repubbliche un tempo appartenenti all'Unione Sovietica.
Nel rapporto sono poste in evidenza le principali sfide che i paesi della regione devono affrontare per far fronte ai bisogni di protezione sociale dei bambini, e presenta le misure suggerite dall'UNICEF.
La protezione sociale per i bambini include strumenti che vanno dai voucher monetari ai sussidi per prestazioni sanitarie o educative, dal lavoro socialmente utile ai congedi parentali.
La protezione sociale per i bambini include strumenti che vanno dai voucher monetari ai sussidi per prestazioni sanitarie o educative, dal lavoro socialmente utile ai congedi parentali.
Dallo Stato aiuti in crescita ma ancora limitati
Nei paesi esaminati dalla ricerca la situazione dell'infanzia è migliorata negli ultimi 20 anni , ma ancora molti bambini vivono in famiglie povere, sono privati delle necessità di base, esclusi dai servizi, ai margini delle comunità e della società.
I sussidi in denaro sono sempre più diffusi nei paesi dell'area, e raggiungono un crescente numero di famiglie con bambini in stato di bisogno.
Tuttavia, ancora troppi bambini che ne avrebbero bisogno non ne sono beneficiati: a essere penalizzati sono soprattutto i bambini con disabilità, quelli appartenenti a minoranze etniche e linguistiche o i bambini migranti.
Quello che i bambini e le famiglie ricevono dallo Stato, nella maggior parte dei paesi dell'Est, non è sufficiente a fare la differenza, nelle loro vite.
I genitori con reddito basso o disoccupati non ricevono un aiuto sociale di qualità, che li aiuti ad affrontare i conflitti familiari o a metterli in contatto con i servizi di cui avrebbero maggior bisogno, come corsi di formazione e opportunità lavorative.
«I paesi che hanno concentrato più attenzione e investimenti nella protezione sociale per l'infanzia sono quelli che stanno ottenendo i migliori risultati in termini di riduzione della povertà minorile» sottolinea Marie-Pierre Poirier, direttrice dell'ufficio regionale UNICEF per Europa orientale ed ex URSS e coordinatrice UNICEF per l'emergenza di migranti e rifugiati in Europa.
L’Ungheria, ad esempio, ha ridotto del 25% il numero dei bambini a rischio povertà grazie ai suoi elevati livelli di spesa sociale per assistenza alle famiglie (il 13% del totale della spesa per la protezione sociale). Anche Croazia e Romania mostrano simili correlazioni.
«La protezione sociale è un diritto, non un'elemosina. Quando i paesi investono in una migliore protezione sociale per i bambini e per le loro famiglie, tutti beneficiano di una società più produttiva ed equa» aggiunge Marie-Pierre Poirier.
Il rapporto "Social Monitor" presenta una serie di raccomandazioni formulate dall'UNICEF:
- Semplificare le procedure di richiesta per accedere a forme di assistenza economica e sociale
- Informare le famiglie con minori sui benefici della protezione sociale e ampliare la copertura per i più vulnerabili
- Assicurare che i sussidi monetari siano di entità sufficiente a incidere nella vita dei bambini
- Garantire un sostegno sociale qualificato ai genitori per affrontare la perdita del lavoro o altri shock economici
- Collegare fra loro i vari servizi di assistenza sociale, per far sì che i bambini possano accedere a un’istruzione di qualità, nutrizione, servizi sanitari e vivere in ambienti familiari protetti
- Monitorare e analizzare se gli aiuti ricevuti migliorano effettivamente la vita dei bambini
- Contrastare le discriminazioni nei confronti delle famiglie e dei bambini destinatari di protezione sociale, attraverso cambiamenti legislativi, campagne di sensibilizzazione e formazione per coloro che forniscono assistenza.
Documenti disponibili
Rapporto UNICEF "Social Monitor 2016"pdf / 2.09 Mb
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