L'accordo UE su migrazione e asilo deve sostenere la nostra responsabilità collettiva di proteggere i bambini

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10/04/2024

L'UNICEF accoglie con favore gli sforzi compiuti dagli Stati membri dell'UE per lavorare a un sistema più prevedibile di gestione della migrazione. Mentre vanno verso un accordo finale sul Patto dell'UE su migrazione e asilo, l'UNICEF chiede che vengano rispettati i principi della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Se l'attuazione delle politiche delineate nel Patto si baserà sui diritti dell'infanzia e sul diritto europeo e internazionale, ci sarà l'opportunità di garantire un approccio omnicomprensivo e ben gestito per aiutare i bambini/e e adolescenti che arrivano in Europa in cerca di asilo, sicurezza e migliori opportunità.

Per evitare l'erosione dei diritti dei minorenni, è necessaria chiarezza e trasparenza sull'attuazione delle disposizioni del Patto e sul potenziale impatto sui minorenni. Ad esempio, i criteri per valutare i rischi inerenti la sicurezza in base ai quali i minori non accompagnati potrebbero essere sottoposti alla procedura di frontiera devono essere definiti in modo chiaro e preciso al fine di prevenire arbitrarietà. Allo stesso modo, è necessario fare chiarezza sulla disposizione proposta che consente agli Stati membri di utilizzare "un grado proporzionato di coercizione" nei confronti dei minorenni per garantire la loro conformità nel fornire i dati biometrici. Nella sua attuale formulazione, la disposizione potrebbe esporre i minorenni a rischio di violenza.

Collaborare con gli Stati Membri dell'UE

L'UNICEF si impegna a collaborare con gli Stati Membri dell'UE per garantire che l'attuazione del Patto avvenga nel superiore interesse dei minori. Questo include in che modo garantire che le restrizioni alla circolazione non comportino la detenzione dei bambini nei centri per l'immigrazione durante le procedure di controllo, frontiera, asilo o rimpatrio. La detenzione dei bambini per motivi migratori – anche se per un breve periodo – ha effetti negativi sulla loro salute, sviluppo e benessere.

Siamo pronti a sostenere gli Stati membri dell'UE che investono in alternative alla detenzione e propongono procedure a misura di bambino che garantiscano ai minorenni il pieno accesso ai loro diritti. Ciò comprende investimenti nell’accoglienza su base comunitaria e in assistenti sociali in grado di fornire assistenza e supporto specializzato ai bambini e alle famiglie.§

Gli Stati membri dovrebbero sostenere meccanismi di monitoraggio indipendenti per garantire che i diritti dei bambini e delle loro famiglie siano rispettati, in linea con la Convenzione sui diritti dell’infanzia e con altri trattati sui diritti umani in tutte le fasi delle procedure di migrazione e di asilo e che venga offerto un risarcimento in caso di violazioni.

Metà dei bambini che arrivano in Europa per cercare sicurezza e asilo in fuga dai Paesi d’origine a causa di conflitti e guerre, il che significa che la loro infanzia è già stata segnata dall'orrore. È nostra responsabilità collettiva e obbligo legale garantire che il loro superiore interesse sia tutelato.


Dichiarazione di Regina De Dominicis,
Direttrice regionale dell'UNICEF per l'Europa e l'Asia centrale e
Coordinatrice Speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa.

Italia

 L’UNICEF è operativo in Italia da fine del 2016 con un programma a favore di bambine, bambini, adolescenti, donne e famiglie rifugiati e migranti. Tra le attività portate avanti in frontiera, nelle principali aree di arrivo e transito, supporto legale e psicosociale, orientamento, azioni di mitigazione, contrasto e risposta alla violenza di genere, e rinvio a servizi specializzati.

Tra gli interventi di protezione, anche forme di supporto e accoglienza su base comunitaria, attraverso il diretto coinvolgimento della società civile, come nel caso della tutela volontaria, del mentoring per l’affiancamento dei neomaggiorenni e dell’affido familiare.Dallo scorso anno, in collaborazione con il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, l’UNICEF ha inoltre dislocato personale specializzato a supporto di sei Prefetture per facilitare il coordinamento tra gli attori che operano nel sistema di protezione a livello locale e per accelerare l’identificazione, la presa in carico e il rinvio dei casi di maggiore vulnerabilità.

L’organizzazione ha infine attivato percorsi di sviluppo delle competenze e inclusione sociale, favorendo l’ascolto e la diretta partecipazione dei minorenni in condizioni di vulnerabilità nei processi che li riguardano. L’intervento in frontiera è realizzato nell’ambito di PROTECT, progetto finanziato dalla Commissione europea attraverso il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI).

10/04/2024

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